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Recensione : The Morlocks – Submerged Alive

"Submerged Alive" è uno dei non moltissimi dischi per i quali il termine capolavoro può essere usato senza temere di essere smentiti.

The Morlocks – Submerged Alive

Ho visto piuttosto recentemente Leighton Koizumi, era impegnato (in verità piuttosto brillantemente) nel perpetrare la leggenda di due gruppi nei quali ha militato: i Morlocks , oggetto di queste righe, e i Gravedigger V.

L’ho visto molto bene, persino rubicondo, con quel po’ di pancetta che fa tanto salute e ciò ha riempito di gioia il mio cuoricino di garage-maniac. Lo stesso non poteva certo dirsi nell’anno d’uscita di questo fantasmagorico live, il 1987, il nostro infatti, era impegnato in un impari tenzone con un mostro fottutamente potente come l’eroina, tanto che da lì a poco la stampa specializzata lo diede definitivamente per perso intonando un, fortunatamente prematuro, de profundis.
Ma torniamo a Submerged Alive, che a 26 anni dalla sua uscita (lo licenziò la Epitaph di Brett Gurewitz, per quanto possa sembrare retrospettivamente impossibile) torna a disposizione di tutte le genti di buon gusto grazie alla lungimiranza dei tipi di Area Pirata, che non smettono mai di stupire i loro, spero sempre più numerosi, adepti.
Le danze vengono aperte dal blues strascicato e psichedelico di Get Out Of My Life Woman, cover di un classico di Al Touissant; si prosegue con il garage criptico e ultra-compresso di She’s My Fix, suono che è un vero e proprio marchio di fabbrica della band; spiccano inoltre altre due brillanti riprosizioni quella di Leavin’ Home dei Birds e quella di Body Not Your Soul di Cuby & the Blizzards nelle quali emerge un suono garage-punk più “classico”, inteso ovviamente nella sua accezione più virtuosa.
Un capitolo a parte lo meritano anche l’inquietudine esistenziale della quale è intrisa Different World nella quale sembra di ascoltare una versione ancor più malata e viziosa di Mick Jagger e, soprattutto, la lenta e struggente My Friend The Bird ammantata di magica melanconia stoogesiana.
Come ben si evince da queste mie righe con questo disco siamo di fronte ad un’incisione che, senza dubbio alcuno, può definirsi epocale tanto che mi sento in diritto di buttar lì un paragone: dirsi appassionati di garage e non conoscere questo album è come affermare di essere tifosi del Boca Juniors e non saper chi sia Diego Armando Maradona, una contraddizione ed allo stesso tempo un peccato imperdonabile.
Se ai tempi in cui questo live uscì foste nella risicata schiera di chi lo acquistò oggi avete fra le mani un oggetto di grande valore, non solo intrinseco ma anche economico, per tutti quelli che, vuoi per ragioni anagrafiche vuoi per qualsivoglia altro motivo, non lo fecero ecco una splendida occasione per colmare una preoccupante lacuna, non tutti i giorni capita di poter mettere le mani si di un capolavoro e Submerged Alive è uno dei non moltissimi dischi per i quali il termine capolavoro può essere usato senza temere di essere smentiti.
P.S.: Questa ristampa è disponibile nella versione cd digipack ed anche in quella, strepitosa, in vinile colorato e numerato a mano. Fossi in voi non avrei dubbi su quale dei due formati preferire.

Info e contatti:
Area Pirata
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