(ULTIMA SPIAGGIA 1975) : con questa recensione andiamo nel passato , al confine tra prog e rock, in anni turbolentemente creativi per la musica italiana, tra intellettualismo e riscoperta della musica popolare. Questo disco nasce per lanciare l’etichetta Ultima Spiaggia, che ha tra i fondatori Ricky Gianco, che dopo i fasti come rocker negli anni sessanta si rinnova. Ricky Giamco è il lume di quest’avventura iniziata e conclusasi in questo solo disco, infatti, molti attribuiscono a Gianco l’intera paternità del lavoro, anche se nelle note compare solo come musicista e compositore. Insieme a Ricky compaiono turnisti mica da ridere, come Ivan Cattaneo alla voce (poi inciderà per l’etichetta Ultima Spiaggia), Tullio De Piscopo e altri.
Il disco è un concept album su un uomo che subisce un incidente in macchina e del suo dolore, ma è principalmente un lavoro sulla vita di quegli anni, e sui sentimenti personali. Musicalmente non c’è molto prog, il progressive lo possiamo trovare più che altro nel concetto stesso di “Disco dell’angoscia”, ovvero un esempio lampante di musica di un’epoca nella quale si tentava di portare avanti un discorso musical culturale di notevole portata, spesso scadendo nel ridicolo, altre volte nascevano gemme di inestimabile valore. Soprattutto era lo stesso concetto di musica ad essere rimesso in discussione in quegli anni, ricercando una musica di più alto valore, più popolare ma allo stesso tempo più tecnica, come il progressive, che in Italia raggiungerà vette altissime, tanto per citare, le Orme, la Locanda delle Fate, la prima PFM, gli Area, il Banco del Mutuo Soccorso, e tanti altri. Tornando all’opera di Gianco e compagni, colpisce la varietà di stili e di argomenti, e per questo il risultato è un pò confuso, ma interessante, come i temi affrontati nel disco. Non è un lavoro fondamentale,non è facilissimo da trovare, ma meritevole di qualche sforzo da parte vostra, per avvicinarsi ad un’epoca molto stimolante, in netta contrapposizione con l’omologazione, sia musicale che non, nella quale stiamo vivendo.
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