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Recensione : Ufomammut – Ecate

Ci sono molte cose che non vediamo o che non riusciamo a vedere, bisogna salire di qualche gradino per avere una visuale completa, e ciò ci viene offerto da questa musica sciamanica, da questo rituale che dalla bassa pianura padana si irradia verso il cosmo.

Settimo album per un’entità musicale che sarebbe piaciuta molto a Peter Kolosimo, un gruppo che dove tocca riesce a trasportarci lontano attraverso il medium musicale.

Ecate era la dea greca e poi romana dei tre mondi, quello dei vivi, quello dei morti e quello degli dei. Essa era in grado di viaggiare attraverso questi mondi. La natura di Ecate è triplice, e molte sono le sue manifestazioni.
In queste sei canzoni gli Ufomammut hanno raffigurato sei diverse facce di questa divinità la cui origine si perde nel mare ignoto delle civiltà pre-indoeuropee (qualsiasi cosa significhi indoeuropeo).
Il risultato di questo viaggio è una pietra miliare dello sludge più psichedelico e visionario. Gl Ufomammut hanno sempre avuto un lato sciamanico nelle loro canzoni, un esoterismo che si manifesta attraverso le note, e questo aspetto l’hanno molto accentuato i questi ultimi tre anni di intensi concerti, che ne hanno decretato un’ottima fama a livello mondiale.
Ecate supera tutto ciò, non é giudicabile attraverso i normali metri di giudizio, ma è un’esperienza sensoriale da affrontare con curiosità e brama di conoscere.
Questi due trivi di canzoni sono un affrontate qualcosa di latente che abbiamo dentro noi stessi, un ignoto che anticamente era accettato come tale ma vissuto pienamente, consapevoli della presenza di altri mondi, altre frequenze, altre vite non per forza uguali a questa.
Nella nostra superbia scientifica, nel furore del positivismo e del razionalismo spalleggiato dal falsamente opposto cattolicesimo, abbiamo perso il ricordo di Ecate, delle tre facce, dei tre mondi e di tutto ciò che essi racchiudevano.
Ci sono molte cose che non vediamo o che non riusciamo a vedere, bisogna salire di qualche gradino per avere una visuale completa, e ciò ci viene offerto da questa musica sciamanica, da questo rituale che dalla bassa pianura padana si irradia verso il cosmo.
Ascoltando Ecate ho ritrovato molto dei loro concerti, quell’andare oltre la musica che mi ha sempre fatto amare questo gran gruppo.
Questo disco è una spanna sopra gli altri loro già ottimi lavori pregressi, è una grande maturazione, un tuffo definitivo nel buio Averno.
Tutto il disco è maestoso, pesantemente psichedelico e psicotropo, con un senso fisico e quasi sensuale della musica, misurabile in metri cubi, in pressione sanguigna, nelle fughe in alto del theremin.
I quasi undici minuti di Chaosecret sono una delle punte più alte che questo tipo di musica abbia mai raggiunto, non vi è un sbavatura, e sembra di assistere ad un loro concerto.
Poia, Urlo e Vita hanno fatto un’opera splendidamente pagana, pesantemente rumorosa e vicina alla nostra vera natura.
Ascoltate Ecate, è dentro di noi e noi siamo nei tre mondi.

Tracklist:
1. Sominum
2. Plouton
3. Chaosecret
4. Temple
5. Revelation
6. Daemons

Line-up:
Vita – Batteria
Poia – Chitarra, Effetti
Urlo – Basso, Voce

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