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Recensione : Hellvisback: l’inferno di Salmo secondo Salmo

Hellvisback: torna dopo tre anni da Midnite, ovvero la mezzanotte del suo progetto, Salmo, o per meglio dire Hellvis.

Salmo Hellvisback

Torna dopo tre anni da Midnite, ovvero la mezzanotte del suo progetto, Salmo, o per meglio dire Hellvis.

Questo disco è nato dall’idea che Elvis torni dall’ingerno come Hellvis, ed infatti l’edizione deluxe del disco conterrà un fumetto incentrato su questa storia. Salmo produce un disco che è davvero qualcosa di differente, molto più dei suoi prodotti precedenti che già si differenziavano dalla massa. Salmo rappa e fa canzoni su binari che vanno in tutt’altra direzione rispetto agli altri rappers. La spinta di Salmo è potentissima, sembra di vedere un vulcano in eruzione, gli impulsi neuronali sono tantissimi, il rapper sardo non lascia tregua, i pensieri si accalcano davanti alle parole e ne esce un orgasmo di sensi e situazioni.

Non si può rimanere indifferenti a Salmo e a questo disco, perché la sua carriera è un qualcosa di unico in Italia come le sue idee.

Ha ragione ad affermare che in Italia, e non solo, ultimamente il rap è morto e tutti fanno rap, ma è quasi una cosa scontata poiché Salmo è davvero diverso.

L’immaginario horror è fortissimo, ma c’è anche una magia nera strisciante, un rituale nascosto che avvolge l’ascoltatore fin dall’inizio del disco, come fosse davvero un parto del cervello morto di Hellvis. Continuare in una sola direzione non fa per Salmo che, infatti, qui ci regala anche un gran pezzo reggae come Il Messia, con il feat di Victor Kwality e Travis Barker. L’ex Blink 182 compare in due pezzi ed effettivamente il suo beat è qualcosa che vale. Salmo è difficile da inquadrare, ma non bisogna fare troppa fatica, basta sentire e sintonizzarsi sulla frequenza infernale di Hellvis.

Il musicista olbiese non cambierà le regole dello stupido gioco del rap, ma si cimenta in qualcosa di originale e di significante, nel senso che non è auto celebrazione, ma qui ci sono dei racconti, quasi come se fosse un libro o una raccolta di immagini. Questa quarta fatica è il suo miglior disco, con un suono devastante e liriche davvero floride e pasciute.

The king is back from hell.

 

TRACKLIST – Salmo Hellvisback

1. Mic Taser
2. Giuda
3. Io sono qui
4. 1984
5. Il messia feat. Victor Kwality & Travis Barker
6. Daytona
7. Bentley vs Cadillac feat. Travis Barker
8. 7 am
9. L’alba
10. Hellvisback
11. La festa è finita
12. Black Widow
13. Peyote feat. SBCR

SALMO – Facebook

 

 

Hellvisback: un album che spacca gli schemi

Hellvisback di Salmo è un viaggio sonoro che osa sfidare le convenzioni musicali intrecciando generi diversi in un unico racconto potente.

Con musica elettronica, rap, rock e hardcore tutti racchiusi in uno, l’album è molto sorprendente per la sua capacità di mescolare questi elementi, per creare qualcosa di nuovo e fresco. Ogni singola traccia è una fusione audace, che mostra fin dalle prime note la capacità di versatilità dell’artista, oscillando tra ritmi tesi e melodie ampie ma mantenendo sempre alta l’energia.

Sicuramente, un punto forte di Hellvisback sarebbe il lavoro svolto insieme a Travis Barker, l’iconico batterista dei Blink-182. La sua presenza lì ha aggiunto intensità che si poteva percepire nei suoni dell’album; portando con sé una spinta dal rock che sembrava fondersi perfettamente con le basi elettroniche di Salmo e quei testi incisivi.

Una spinta che non solo ha arricchito il progetto ma ha sottolineato l’apertura di questo artista verso influenze diverse, dimostrando come Hellvisback sia molto più di un semplice album, piuttosto un manifesto di libertà creativa in un mondo musicale che continua a cambiare.

Salmo Hellvisback

Il concept dietro Hellvisback

“Hellvisback” è un titolo con l’immagine di un’icona della musica reinterpretata in modo dark e suggestivo. Il termine gioca con la resurrezione, richiamando alla mente la figura di Elvis Presley, non solo come re del rock and roll ma anche come simbolo di una cultura pop che ha attraversato epoche e generi. In questo album, l’artista si presenta come un Elvis “riemerso dall’inferno”, dove il glamour dell’originale si mescola a toni inquietanti e temi contemporanei che darebbero uno sguardo allo stato attuale della musica e della società.

L’estetica di “Hellvisback” è un avvincente incontro tra vintage e moderno, dove il kitsch degli anni ’50 si scontra con la visione gotica e distorta. Le immagini che accompagnano l’album creano un’atmosfera oscura, molto simbolica delle contraddizioni della celebrità. Colori saturi, riferimenti a film horror e grafiche audaci creerebbero un universo a livello visivo e darebbero vita all’iconografia di Elvis, ma distorta e inquietante.

Questo approccio non solo rende omaggio al mito, ma lo reinventa: si interroga su cosa significhi essere un’icona quando l’esistenza stessa è in un’epoca di crisi e disillusione collettiva.

Recensioni e impatto sulla scena musicale

Le recensioni di “Hellvisback” hanno ampiamente oscillato tra gli estremi dell’entusiasmo sfrenato e della critica misurata, ma l’unica cosa su cui quasi tutti alla fine concordano è quanto l’album finisca per essere importante per la scena musicale italiana, specialmente nella sua parte legata al genere hip-hop.

La capacità dell’artista di mescolare suoni innovativi con testi provocatori è stata, in molte recensioni, molto elogiata per aver creato un’opera che potesse intrattenere tutti e al tempo stesso suscitare una riflessione sociale.

Gran parte di ciò che è stato recensito ammette la possibilità che l’opera di Hellvisback rifletta la disperazione e la speranza di una certa generazione, elevando quindi il discorso musicale a un nuovo livello. Il pubblico ha risposto altrettanto calorosamente, aiutando “Hellvisback” a diventare un fenomeno culturale.

Le canzoni sono diventate immediatamente virali, diffondendosi su tutti i social media e nelle playlist delle persone.

Questo album ha aperto le porte ad artisti della nuova scuola, dimostrando che l’hip hop italiano può gestire argomenti profondi senza uccidere l’atmosfera e il flusso. In questa prospettiva, Hellvisback non è solo un disco, ma un punto di svolta che segna una nuova era per la musica rap in Italia.

L'eredità di Hellvisback

Hellvisback è qualcosa che si è davvero radicato nella tradizione della musica italiana perché ha segnato una vera e propria rivoluzione per Salmo, capace di bilanciare elementi di hip-hop, rock ed elettronica in un sound unico, unico e capace di catalizzare l’attenzione di una fascia sempre più ampia di ascoltatori.

La sua capacità di affrontare temi di non leggerezza come la solitudine, la ricerca di sé di non leggerezza ha reso Hellvisback più di un’opera musicale ma un’opera di forte impatto sociale.

Oggi, Hellvisback è considerato uno dei punti di riferimento per la musica urbana italiana. Sta influenzando non solo gli artisti emergenti ma anche i grandi nomi di questo settore.

La produzione innovativa e i testi incisivi hanno fatto sì che questo lavoro abbia tracciato un solco profondo nel panorama della musica, un esempio di come la creatività possa sfidare le convenzioni.

Questo lavoro ha segnato un punto di svolta nella sua carriera, dimostrando che è effettivamente possibile fondere generi diversi senza perdere il proprio sé autentico.

Un’eredità che Hellvisback continua a lasciare, ispirando e guidando le nuove generazioni di musicisti che cercano originalità e profondità espressiva.

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