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Recensione : Peter Piek – Cut Out The Dying Stuff

Un buon lavoro pop

Peter Piek – Cut Out The Dying Stuff

Il tedesco Peter Piek, musicista e pittore, ritorna, dopo “Say Hello To Peter Piek” e “I Paint It On A Wall” con i dodici brani di questo nuovo Cut Out The Dying Stuff. Il disco, pubblicato da Solaris Empire Records e Tron Records, si caratterizza per sonorità pop fresche e pacate.

Il sottile dischiudersi di Girona, costruito su voce calda e piccole note di chitarra, apre alle pulsazioni elettroniche della title track (che sfumano poi in vivaci ritornelli) e al morbido passeggiare, tra pianoforte e batteria di Left Room. L’incalzante procedere (e crescere) di Analyse si contrappone al più contenuto e notturno muoversi di (Ti O O), mentre Green, cantata insieme a Nanna Schannong, scivola lenta fino alle nuove derive elettroniche di Alive. Painting A Line, invece, tesa e vibrante, schizza nervosa sulle note di chitarra, introducendo lo scomposto e imprevedibile mutare di If This Is The End e il più lineare ammiccare di Live Forever (a farsi spazio è la vivace linea di basso). Leave Me Alone, infine, introspettiva ed emotiva (con tanto di finale in tensione), cede il testimone al morbido pianoforte della conclusiva Brooklyn Lullaby.

Il terzo lavoro di Peter Piek, incentrato su un pop minimale, raffinato e sempre preciso, ci mantiene in un piacevole stato di relax e leggerezza per tutta la sua durata. I dodici brani presentati, infatti, coinvolgenti e mai eccessivi, si lasciano ascoltare tutti d’un fiato, costruendo paesaggi e atmosfere sempre affascinanti. Un buon lavoro pop.

Tracklist:
01. Girona
02. Cut Out The Dying Stuff
03. Left Room
04. Analyse
05. (Ti O O)
06. Green
07. Alive
08. Painting A Line
09. If This Is The End
10. Live Forever
11. Leave Me Alone
12. Brooklyn Lullaby

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