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Kaams – Intervista

Lietissima di sapere che i Kaams parteciperanno al Festival Beat di Salsomaggiore a giugno, ne approfitto per pubblicare un'intervista al termine di un concerto fulmineo, che, come una vampata, ha illuminato e incendiato una freddissima sera invernale ... Ecco dunque il resoconto della chiacchierata con Andrea, Tiziano e Alberto, componenti di una delle bands preferite da IYEzine (e i podcast del Santo lo dimostrano).

Kaams – Intervista

iyeParliamo della band, come si è formata, e i cambi che ci sono stati nella line-up dall’inizio ad oggi

Andrea: All’inizio i Kaams erano un duo, chitarra e batteria, a cui poi si è aggiunto al basso un mio amico, l’attuale chitarrista che però stasera non è presente, poi tra un cambio e l’altro siamo arrivati a questa formazione: Andrea chitarra e voce; Alberto basso; Marco chitarra; Tiziano batteria, nel giro di due- tre anni.

iyeQualcuno di voi proviene da altri gruppi?

Tiziano: L’ultima band dove ho suonato sono è stata i Monolythics, prima Homoplastic, prima ancora Crummy Stuff, ma si parla di un bel pò di anni fa, quando ero ancora nei Monolythics ci fu questo gemellaggio con i Kaams, ci piacevamo a vicenda, e quando i Monolythics per vari motivi si sono fermati, io sono rimasto con i Kaams.
Alberto: io suonavo negli Snazzy Boys, una band di punk ’77 di Brescia.

iyeImmagino quindi che i gusti personali di ognuno di voi siano piuttosto vari.

Andrea: il punto di incontro è il garage punk, ma io ascolto anche tantissimo soul e blues.
Tiziano: direi che il punto di incontro sono gli anni ’60 in generale…

iye“Uwaga!” è un urlo di battaglia a dare il nome all’album?

Andrea: no, mi serviva un nome per l’album, mi trovavo a Cracovia ed era scritto ovunque…

iyeI vostri album costituiscono un percorso, da “She’s a Killer”, passando per lo split con i Monolythics, fino a Ugawa! o sono tutti lavori scollegati l’un dall’altro?

Andrea: Senza dubbio un percorso, siamo andati migliorando e speriamo di migliorare ancora!

iyeL’artwork èun omaggio a “Boom” dei Sonics, o si tratta di una scelta casuale?

Andrea: Forse, in parte…
Tiziano: l’abbiamo commissionato a un nostro amico, non ricordo nemmeno che spunti gli avevamo dato, in ogni caso qualcosa che richiamasse anche lontanamente gli anni ’60 e le copertine dell’epoca, eravamo partiti con l’idea della foto del gruppo e di non uscire con una copertina eccessivamente studiata…
Alberto: in ogni caso è stata un’idea del grafico, noi non abbiamo dato indicazioni specifiche in quel senso.

iyeChe importanza date alla strumentazione? E’ indispensabile suonare con strumenti e amplificatori vintage?

Andrea: Prendiamo quelli che costano meno! Ma forse, avendone la possibilità, sceglieremmo pezzi più ricercati…

iyeVi trovate a vostro agio in questo ennesimo revival garage o ve ne tirate fuori? E al suo interno vi sono gruppi che considerate validi?

Andrea: Quale? non ce ne siamo accorti!
Tiziano: non ci siamo detti facciamo garage per cavalcare l’onda, ma facciamo quello che ci piace…per quanto riguarda gli apprezzamenti, io rimango legato al passato, ma non mi dispiacciono cose dei Black Lips, o l’ultimo di Ty Seagall,poi magari ci sono tanti gruppi che si ripropongono tali e quali a bands dei Sixties e altri che cercano di fare cose nuove, direi che noi ci collochiamo a metà.

Andrea: Ultimamente ascolto i Reigning Sound, anche io Black Lips, e vorrei ricordare i Tunas, grandissimi, che purtroppo si sono sciolti.
Alberto: Anche i Metheopathics di Trento, sono a metà strada tra il punk e il garage, capita di fare delle date insieme.

iyeAvete terminato da poco il tour in Germania. Com’è andato?

Andrea: Bene, benissimo. I gestori dei locali sono stati molto ospitali, ma la vera differenza l’abbiamo vista al banchetto dove c’era addirittura la fila per comprare i nostri dischi, cosa che in Italia non si è mai vista.

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