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Recensione : Folwark – All shadows stretched

Folwark presenta "All shadows stretched", un viaggio sonoro tra post-metal e psichedelia. Scopri il nuovo disco su Octopus Records!

Nuovo disco per i Folwark, dal titolo “All shadows stretched” su Octopus Records, la sussidiaria di Argonauta Records.

I Folwark sono un duo proveniente dall’Umbria, composto da Francesco Marcolini alle chitarre, sintetizzatori e voci, e da Tommaso Faraci, al theremin, batteria e voci.

I Folwark hanno un suono che si espande nell’etere come fosse un fluido che si connette con gli spazi lasciati liberi dalla materia, un fluido formato da una psichedelia pesante che prende le forme più disparate, il tutto fatto con pochi elementi ma usati molto bene, minimalismo che denota il talento dei musicisti, che portano l’ascoltatore dentro un viaggio cosmico che si aggira fra Tool e Isis, in quell’interstizio musicale onirico che fa sognare con le cuffie.

Ci sono poche distorsioni, tante cose in chiaro che permettono di vede come in negativo cose che stanno oltre un portale dove i Folwark ci accompagnano per mostrarci cosa c’è altro. Il mondo oltre il portale dei Folwark è molto ricco e variegato, ci sono tantissime cose e il disco le mostra tutte. “All shadows stretched” è sempre in perfetta armonia fra melodia e distorsione, potenza e dolcezza, un piacere per le orecchie.

Nella musica del duo umbro ci sono precise geometrie musicali che intersecano la teoria del caos e eseguendo queste note ci arrivano immagini nel nostro cervello. I generi suonati dai Folwark si possono definire post metal, psych, post rock, ma i nomi qui contano davvero poco, l’ascolto è la bussola per compenetrare questo disco che cresce ascolto dopo ascolto, nota dopo nota, passaggio dopo passaggio.

Ad ogni canzone i Folwark rinnovano la loro magia, come la magia della loro terra natia, l’Umbria che potrebbe essere descritta benissimo da questo disco, un viaggio magico a metri da terra, sospesi fra cielo e terra. Non per scomodare nomi grossi, che non c’è bisogno, ma questo gruppo evoca davvero qualcosa di speciale, anche grazie al lavoro certosino di composizione, lavoro che si unisce con la tecnica della jam, che qui è molto presente e permetterà al disco di espandersi ulteriormente dal vivo, dato che questo disco sarò un punto di partenza musicale per deviazioni sul tema durante i loro concerti. Un disco onirico e fisico al contempo, un espansione mentale in un’epoca dove la mente viene rattrappita e offesa, mentre qui riceve nutrimento e fusione con l’universo.

Folwark

 

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TRACKLIST

1. To Plough The Waves 06:41
2. The Depths 06:57
3. Amygdala 08:59
4. Vacuum Dancer 06:49
5. Oval Night 09:09
6. Agartha 05:27

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