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Recensione : Fir Bolg – Towards Ancestral Lands

La musica contenuta in questo lavoro è un black metal dalle connotazioni epic-folk anche se, effettivamente, in maniera minore rispetto a quanto l'immaginario creato da monicker, copertina e testi potrebbe far pensare.

Fir Bolg – Towards Ancestral Lands

Fir Bolg è un progetto solista del musicista francese Dagoth che, con Towards Ancestral Lands fa il suo esordio su lunga distanza a cinque anni dalla pubblicazione del demo “Paganism”.

La musica contenuta in questo lavoro è un black metal dalle connotazioni epic-folk anche se, effettivamente, in maniera minore rispetto a quanto l’immaginario creato da monicker, copertina e testi potrebbe far pensare.
In effetti Towards Ancestral Lands è un disco che riporta direttamente a sonorità piuttosto classiche, in maniera tale che non è difficile notare notevoli affinità con gli Immortal, vuoi per la voce di Dagoth, molto simile a quella di Abbath, vuoi per la timbrica delle chitarre ed il suono piuttosto asciutto ed essenziale che è sempre stata caratteristica della band norvegese.
Di per sé questo non sarebbe certo un male, considerando che il modello seguito è sicuramente uno dei più influenti in ambito black metal, ma ciò che non riesce ancora a convincere del tutto è una certa ripetitività di fondo degli schemi compositivi cosicché, dopo i primi due o tre brani, oggettivamente validi, il lavoro finisce alla lunga per mostrare un po’ la corda. Probabilmente Dagoth, per rendere maggiormente peculiare la sua proposta, avrebbe dovuto spingere con più decisione sulla contaminazione epic-folk del sound, mentre, facendolo in maniera piuttosto saltuaria come avviene in questo caso, rischia inevitabilmente di relegare i Fir Bolg a una buona copia di chi la storia del genere l’ha già fatta quasi vent’anni fa.
Pur essendo un lavoro che nel suo complesso si lascia ascoltare volentieri, Towards Ancestral Lands non riesce così a decollare in maniera definitiva nonostante l’apertura sia affidata a un brano davvero bello come Behind the Great Oppidum; tenendo conto, però, che si tratta di un esordio, sia pure ad opera di un musicista attivo già da diverso tempo, alla fine il risultato va considerato senza dubbio positivo: questo dovrà essere però solo il primo passo verso un’evoluzione più personale del sound pena l’impossibilità di ritagliarsi in futuro uno spazio rilevante all’interno della scena.

Tracklist:
1. Intro
2. Behind the Great Oppidum
3. Blood Heritage
4. Banshees
5. King of Wallachia
6. Strong Old Megalith
7. Final Battle on the Frozen Lake
8. Mag Tuired
9. Dun Aengus

Line-up:
Dagoth – All Instruments, Vocals

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