Dis Pater – Beautiful Utopia

Lo stato dell'arte del gothic metal: raramente un ritorno dopo un così lungo silenzio è apparso più convincente e gradito.

Dis Pater – Beautiful Utopia

Ad oltre un decennio dall’ultima testimonianza discografica riappaiono sulla scena i russi Dis Pater con un lavoro sorprendente sotto diversi punti di vista.

La band dedita all’epoca ad un gothic doom ancora piuttosto acerbo, sia pure arricchito da strumenti come violino e flauto, oggi si è trasformata in un combo maturo capace di proporre un album di gothic metal mirabilmente concatenato con elementi della scuola neo prog britannica.
Beautiful Utopia è un disco perfetto sotto ogni punto di vista, sia che lo si approcci con l’abitudine a musica dalle propensioni melodiche, sia che l’ascoltatore propenda più per un tradizionale gothic ricco di asperità metalliche.
Il primo aspetto a colpire è la prestazione vocale di Andrey Scheglov, davvero di grande spessore, con una voce pulita che conferisce al disco quell’enfasi in grado di toccare le corde dell’emotività, mentre il growl e lo screaming sono funzionali al mantenimento del sound nei binari di un metal più intenso ed ortodosso.
About You condensa alla perfezione queste due anime, che paiono duellare proprio per mezzo dei due stili vocali, ma va detto ad onor del vero che anche il resto del band si rivela impeccabile in ogni fase, specie con le pennellate chitarristiche di Alexander Maevskii e con l’elegante lavoro alle tastiere di Victoria Kulbachnaya.
La title track e I Can Stand No More sono due buonissime tracce che ci portano a Burn Down in a Lie, dove emergono per la prima volta quegli spunti prog ai quali accennavo, con un refrain che ci si sarebbe attesi dai migliori Arena o Threshold, senza che ciò appaia minimamente una forzatura. Il picco dell’album si manifesta con la successiva Touch to Infinity, traccia che merita un solo aggettivo : meravigliosa. L’incipit dolente di matrice gothic si apre come per incanto in un refrain da brividi, con la chitarra e la voce a ricamare all’unisono una melodia difficile da dimenticare, per un risultato finale stupefacente.
A seguire Glad to Dead, pur essendo pregevole, specie nella sua fase centrale, appare inevitabilmente meno brillante, nonostante la versatilità delle voci ed il buon lavoro chitarristico.
Trees Remember è un altra dimostrazione dell’ attuale caratura della band di Kaliningrad, grazie all’ennesima combinazione tra aperture melodiche ed asprezze assortite (con l’aggiunta di un testo molto poetico), mentre When The End Comes, posta in chiusura, pur se di discreta caratura appare forse la traccia meno incisiva di un lavoro che, al tirar delle somme, si rivela comunque una sorta di stato dell’arte del gothic metal.
Difficile chiedere di più e di meglio ad una band e, del resto, raramente un ritorno dopo un così lungo silenzio è apparso così convincente e gradito.
Sperando che questo disco sia solo l’inizio di una nuova carriera per i Dis Pater, azzardo un consiglio ed un auspicio : incrementando leggermente la componente melodica e rinunciando a qualche sfuriata ai limiti del black che, nel contesto, non parrebbe così necessaria, il prossimo lavoro potrebbe rivelarsi un qualcosa capace di lasciare il segno a lungo, ma già così non è che i nostri ci siano andati molto lontani …

Tracklist:
1. About You
2. Beautiful Utopia
3. I Can Stand No More
4. Burn Down in a Lie
5. Touch to Infinity
6. Glad to Dead
7. Trees Remember
8. When The End Comes

Line-up:
Andrey Borovikov – Drums
Alexander Maevskii – Guitars
Victoria Kulbachnaya – Keyboards
Andrey Scheglov – Vocals
Dmitriy Altukhov – Bass

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