Torna uno dei migliori scrittori italiani, che però scrittore non lo è affatto.
Scrittore come intellettuale, è un termine davvero stupido per descrivere qualcosa che non dovrebbe esistere, poiché l’atto di scrivere e di pensare è di tutti non di uno che può farlo perchè non lavora e quindi ha tempo. Mangone è una persona che vive, caga e scrive cose molto belle e spiaceveoli, nel senso che scrive semprel a verità e quest’ultima fa parecchio male.
I suoi libri sono intrisi di attitudine punk, di improvvise sterzate e grossi fuochi accesi sul ciglio delle nostre vite.
Questo libro di scritti scelti da Luigi Balice sono dirompenti, liberatori e libertari.
Molto spesso leggiamo libri o poesie, che troppo spesso sappiamo già cosa ci diranno, cosa ci scateneranno, come quando amiamo da anni la stessa donna. L’amore ha anche, se non soprattutto, le sembianza di una vagina tra le gambe aperte, ed è lì che ci porta Mangone, in mezzo alle gambe del nostro destino.
Come si può ben evincere dal titolo non ci discostiamo troppo dall’argomento dei precedenti libri di Carmine, ma qui si approfondisce come non mai il corpus centrale della sua opera, ovvero l’amore e la carne, la libertà e le nonstre prigionie.
L’italiano di Mangone è unico, poiché riesce a creare delle immagini davvero forti ed inedite, con una guida molto a scatti e nervosa, ma finalmente completa.
Qui non manca nulla, c’è tutto, c’è l’amore ed il sesso, ma mai il sesso è stato descritto come in queste pagine. Il sesso è una potente opera di decrittazione della realtà, anche perchè è una riappropiazione del nostro corpo, della nostra fisicità, che non è solo un insieme di muscoli che ci portano a lavorare alla mattina.
La nostra fisicità è stata soppressa in nome di un richiamo ad un ordine medio che tende a dissolvere le nostre libertà, andando ad annulalre la nostra vera volontà. Ovviamente il discorso di Mangone è libertario e non opportunisitico come potrebbe essere una visione alla Crowley, o puramente edonisitica. No, qui la donna ed il suo corpo sono il palcoscenico della vita, il femmineo dal quale parte tutto, come ben evidenziato nella splendida copertina di Marco Castagnetto, intitolata Isis -Maria, che poi sono la stessa cosa. Lo scrittore è in questo caso un vero demiurgo, e qui non c’è trama, ma è proesia a secco, perchè sono più poetiche che pagine di poesia anche famosa.
Il risultato è un italiano in perenne movimento, che appena lo si inquadra cambia posizione, adattandosi al significante.
Qui i cazzi vibrano e le gambe si aprono per disegnare mappe di libertà, per trovare un pertugio forse anale di vita, di bramosia di rifare una geografia anatomica altresì sbagliata.
Non troverete facilità o preceonfezionamento, o peggio ancora finta alternatività ma solo tanta liquida verità, che in realtà sono altre domande ancora.
Un libro che è un capolavoro, solo che sarete troppo tronfi dietro le voste tastiere o sopra fiche morte che non amate per non poterlo apprezzare.
Esce per Asinamali, un’editrice francese che pubblica anche in italiano, e questa è la sua prima uscita.
pag. 92
Euro 10
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