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Recensione : Adja – Golden Retrieve Her

"Golden Retrieve Her" è una lezione di anatomia, e il corpo da dissezionare è quello di Adja. Bisturi e pinze? No, jazz, soul e R&B nelle mani di una poetessa con la musica nel sangue.

Adja - Golden Retrieve Her

Sarà la sua passione per il corpo umano, saranno le sue origini nordiche, ma ascoltando “Golden Retrieve Her” l’immagine che ho avuto davanti per tutto il tempo è “La lezione di anatomia del Dottor Tulp”, opera magistrale di Rembrandt e colonna portante della pittura fiamminga: sostituiti i volti del dottore e dei suoi adepti con le infinite sfumature della musica di Adja, sul tavolo da laboratorio chi c’è? Probabilmente ancora lei, che sceglie di dissezionarsi nel suo album di debutto per raccontarci tutto quello che il suo corpo, e non solo, ha subito nella società violenta in cui ha vissuto.

Tra le musiciste più promettenti del panorama internazionale, Adja ha studiato al KASK di Gand, poi jazz al prestigioso Conservatorio di Lovanio fino a trionfare sul palco dell’Ancienne Belgique nel 2021. E poi viaggi in India e Nepal per scoprire i rituali dell’estremo oriente,  il teatro e la poesia, il crescente desiderio di rendere la musica un’esperienza totale. “Golden Retrieve Her” è un corpo diviso tra realtà e misticismo, tra anima e carne, sviscerato da una Adja più scettica, una più romantica, una critica e persino una arrabbiata che non sa cosa farsene di quel corpo. È un guardarsi da fuori scomponendosi in tutte le proprie parti,senza la presunzione di essere una sola e non molteplici. L’unico modo per Adja di non stagnare in questa consapevolezza complessa è ridicolizzare con la musica l’amarezza esistenziale di cui è consapevole, giocandoci e ironizzandoci. A ogni brano una Adja diversa ci spiega una parte del corpo aperto steso sul tavolo, in un’apoteosi di metafore e poesie poesie complesse suonate in chiave di jazz, soul e R&B. 

La pelle è lo strato più esterno, quello a contatto con il mondo ogni giorno: in “Happiness & Butterflies” la disillusione regna sovrana in un brano estremamente minimal, accompagnato da poche percussioni e qualche coro in sottofondo. Adja cerca un modo per tornare a quella leggerezza originaria che il capitalismo ha distrutto, legando tutto indissolubilmente ai soldi, “It’s either having nothing to worry about / By having goddamn everything” canta schietta, senza peli sulla lingua (come del resto fa in tutto il disco). “Package Delivered by Tomorrow” è il cervello, brano intriso di metafore dissacranti di coupon, resi e consegne immediate per parlare di emozioni comprate per soldi.  E verso la fine ci stupisce con un sample di “Bag Lady” di Erykah Badu, che, poco ma sicuro, è tra le ispirazioni dietro all’album. Continuiamo la nostra lezione di anatomia: in “A Moment” una Adja romantica ci illustra i muscoli delle gambe, spiegandoci che fermarsi ogni tanto non è un male, e se a sorreggere un corpo stanco sono più di due gambe ancora meglio. Le mani sono mani che stringono in “Unfriend”, ma che imparano anche a lasciare andare. “Your friendship oh nothing but sand in my palms / I spread my fingers and slowly yet at once, you were gone” sussurra sulle ultime note, tra il pianoforte delicato e l’assolo di tromba finale. “Better Bitter” è forse il momento più vulnerabile del progetto: la facciata malinconica dell’artista ci mostra il suo tallone d’achille, un bagaglio di amarezza e rammarico che si porta dietro da tutta la vita e di cui come la Bag Lady di Erykah Badu non riesce a disfarsi. L’interlude sono i polmoni dell’album, “il suono di una madre” figurativa, una madre natura che sembra respirare a fatica soffocata dal peso del mondo che non si cura più di lei.

All’improvviso Adja si arrabbia. Si può già dedurre dal titolo, “Sucking on my Emphatitties”, quale parte del corpo associare: Adja è stanca di essere usata, prosciugata fino al midollo del suo altruismo. Urla per tutta quella rara categoria degli empatici, di portar loro rispetto e non sfruttarli solo per scaricare le proprie frustrazioni su qualcuno. La base è rock, la voce è soul, il pezzo è uno dei migliori del disco. Purtroppo l’ora di anatomia sta giungendo al termine, ma non senza averci raccontato dell’organo più importante senza il quale tutto il resto non funzionerebbe. Il cuore dell’album è la title track, “Golden Retrieve Her”: in un minuto e cinquantatre di puro jazz Adja dipinge un quadro realistico della sua vita ora, mentre cerca disperatamente di tenere insieme tutti i pezzi senza dimenticare niente per strada. “I’m trying to retrieve a sense of kindness” canta nel ritornello, cercando di mantenere quella gentilezza che non deve mai mancare, anche nei momenti difficili. L’ultima traccia, “Rest our Hearts”, scorre lenta come il sangue che rimargina le ferite più profonde, accompagnata solo da una chitarra su un pezzo di guarigione emotiva. “Oh yes in life, we trust / That if we rest our hearts / It′ll find it’s way back to us” dice quasi cercando di convincere sè stessa.

“Golden Retrieve Her” è un viaggio catartico nel corpo e nella mente di Adja, un’operazione a cuore aperto senza anestesia per salvarsi la vita. Jazz, soul e l’R&B sono sono bisturi e pinze che Adja utilizza al meglio per analizzarsi, smontarsi, osservarsi da fuori e poi ricucirsi con una nuova consapevolezza.  Ci sono la raffinatezza di Solange, la spiritualità di “Baduizm”, la vocalità di Joni Mitchell, tutto filtrato da una sensibilità unica costruita tra la poesia, il teatro e la meditazione. Di artiste come Adja non ce ne sono molte, forse solo Kelsey Lu o Liv.e da oltreoceano si avvicinano al profumo di esoterico che emana. Non è un album facile, ma se ascoltato al momento giusto, con la giusta attenzione, senza perdersi neanche una parole, potrebbe davvero cambiare il modo in cui vediamo il mondo.

Adja – Happiness and Butterflies (live at AB)

Adja – Golden Retrieve Her tracklist

01 Happiness And Butterflies 02:25

02 Package Delivered By Tomorrow 03:48

03 A Moment 03:46

04 Unfriend 02:39

05 Better Bitter 05:10

06 The Sound Of A Mother (Interlude) 04:15

07 Sucking On My Emphatitties 04:29

08 Golden Retrieve Her 01:53

09 Be Patient (Outro) 01:37

10 Nook 05:26

11 Rest Our Hearts 03:43

 

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