iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Doom:vs. – Earthless

"Earthless" si rivela un regalo quasi inatteso per chi ha adorato "Saturn In Ascension" ma è, soprattutto, la conferma del talento cristallino di Johan Ericson.

Doom:vs. – Earthless

Il progetto funeral/death doom di Johan Ericson, Doom Vs., arriva al terzo album toccando quello che, probabilmente, è il punto più alto di una discografia già contraddistinta da prove di assoluta eccellenza.

Difficile da credersi, infatti, per chi ha considerato “Aeternum Vale” uno dei dischi migliori mai pubblicati in questo genere, eppure il mastermind dei Draconian riesce nell’impresa, avvalendosi della collaborazione di un pezzo da novanta quale Thomas A.G. Jensen.
Operazione, questa, che paradossalmente si portava appresso i suoi bravi rischi, visto che il ricorso a una voce così caratterizzante come quella del singer danese avrebbe potuto portare ad un inevitabile “saturnizzazione” del sound, facendo così perdere ai Doom:Vs buona parte della loro peculiarità.
Ericson, al contrario, si svincola dai paragoni con un nome così ingombrante come quello dei Saturnus, privilegiando l’aspetto drammatico delle composizioni rispetto a quello malinconico anche se, in maniera analoga al modus operandi dei maestri danesi, il lavoro melodico è affidato a una chitarra che sa toccare i meandri più reconditi dell’anima e, alla fine, il fatto che a macinare accordi struggenti sia Johan piuttosto che Rune Stiassny fa poca differenza.
Resta il fatto che Earthless si rivela sì un regalo quasi inatteso per chi ha adorato “Saturn In Ascension” ma è, soprattutto, la conferma del talento cristallino del musicista svedese, che dopo un album perfetto dal punto di vista formale ma inferiore al suo predecessore dal punto di vista del coinvolgimento emotivo come “Dead Words Speak”, ritorna a parlare direttamente al cuore degli appassionati con una manciata di lunghi brani, convincenti sia nei loro preziosi spunti melodici sia nell’alternanza tra il growl e il caratteristico recitato di Thomas, il tutto integrato dalle efficaci clean vocals a cura dello stesso Johan.
Cinquanta minuti di qualità impagabile, di puro godimento per le anime sensibili che si crogiolano in queste sonorità, con picchi di rara bellezza rinvenibili nella più saturniana A Quietly Forming Collapse, nel dolente lirismo di White Coffins e nella conclusione capace di indurre lacrime liberatorie affidata a The Slow Ascent.
Un’altra gemma di inestimabile valore estratta da quella miniera inesauribile chiamata doom.

Tracklist:
1. Earthless
2. A Quietly Forming Collapse
3. White Coffins
4. The Dead Swan of the Woods
5. Oceans of Despair
6. The Slow Ascent

Line-up:
Johan Ericson – All Instruments, Vocals (clean)
Thomas A.G. Jensen – Vocals

DOOM:VS – Facebook

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Eventide – Waterline

Gli Eventide offrono una versione dell’ambient drone intrisa da corpose sfumature jazz e sempre in grado di attrarre l’attenzione rifuggendo ogni stucchevolezza.

Faal – Fin

Fin merita d’essere ascoltato e apprezzato quale prova delle capacità di una band la cui fine lascia più di un rimpianto, non solo per l’irreparabile perdita umana ma anche perché, per il potenziale espresso, avrebbe meritato maggiore attenzione rispetto a quella ottenuta lungo una quindicina d’anni di attività.

Hamferð – Men Guðs hond er sterk

Il sound della band di Tórshavn è talmente peculiare da sfuggire ad ogni tentativo di sommaria classificazione: il tutto avviene senza il ricorso a chissà quali soluzioni cervellotiche in quanto gli Hamferð mettono il loro smisurato talento al servizio di un lirismo che, oggi, è appannaggio solo di pochi eletti.