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Recensione : Sankt Otten Tote Winkel

Con "Tote Winkel" il duo tedesco Sankt Otten prosegue il suo viaggio sonoro lungo le linee astratte del krautrock e della kosmische musik, offrendo un album che è al tempo stesso un tributo, una reinvenzione e una meditazione.

Con “Tote Winkel” il duo tedesco Sankt Otten prosegue il suo viaggio sonoro lungo le linee astratte del krautrock e della kosmische musik, offrendo un album che è al tempo stesso un tributo, una reinvenzione e una meditazione.

Rilasciato da Denovali Records, etichetta che da anni coltiva con coerenza e coraggio i territori più sofisticati dell’elettronica sperimentale, Tote Winkel (in tedesco, “angoli ciechi”) rappresenta il quattordicesimo lavoro in studio della coppia di Osnabrück, attiva dal 1999 e fedele a una poetica strumentale in continua evoluzione.

L’EP si compone di quattro tracce lunghe e immersive, nate da un lavoro in studio del tutto nuovo per Sankt Otten. Per la prima volta hanno utilizzato uno studio esterno (Mühle der Freundschaft, Bad Iburg) e hanno rispolverato sintetizzatori analogici vintage.

Il risultato? Un suono più organico, vivo, quasi improvvisato, che dà nuova energia alla loro musica.

Qui si riconoscono chiaramente le influenze di giganti come Kraftwerk, con i loro battiti elettronici, Tangerine Dream e la loro magia sequenziale, e i Can, con le loro atmosfere più rilassate e cosmiche. Senza dimenticare la scuola elettronica di Berlino, che si sente nelle trame e negli intrecci sonori.

Il titolo stesso, “angoli ciechi”, sembra evocare quei momenti in cui l’orecchio si perde nel dettaglio di un’oscillazione, nel battito lento di un arpeggiatore analogico, in un’eco di Düsseldorf o in un riverbero proveniente dalla foresta cosmica della Bassa Sassonia.

Tote Winkel è una sorta di esplorazione sonora che riesce a rinnovare un genere storico, senza tradirne le radici.

 

TRACKLIST
1. Geweint wird nur zum Schluss 09:23
2. Toter Winkel (Klick, Klick, Klick) 04:43
3. Es wird wieder schlechtere Tage geben 05:07
4. Die gute Fee war schon da 03:13

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