iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Ashes To Ashes – Borderline

L’atteggiamento più onesto da tenere nei confronti degli Ashes To Ashes è quello di prendere questa loro prima fatica discografica proprio per ciò che rappresenta, ovvero un punto di partenza oltremodo incoraggiante.

Ashes To Ashes – Borderline

La giovane band genovese Ashes To Ashes appare ben decisa a bruciare le tappe e lo testimonia la decisione di volare fino a New York per registrare il disco di debutto Borderline.

Una scelta che denota ambizione, certo, ma non presunzione; la band è evidentemente conscia di possedere un potenziale notevole e, giustamente, non lascia nulla di intentato per sfruttarlo pienamente.
Borderline, nonostante le parti vocali siano affidate interamente ad una ragazza, nella persona di Marta Vassallo, rifugge i consueti stilemi gotici privilegiando sonorità cosiddette alternative, ovvero un metal moderno, dalla cospicua componente melodica ma nel contempo capace di improvvise accelerazioni e di ruvidezze ai confini del metalcore.
La perfezione non è di questo mondo e gli Ashes To Ashes non fanno eccezione a questa antica verità, tanto più che il disco in esame è un esordio nel quale le luci prevalgono comunque, e di gran lunga, sulle ombre; la voce di Marta, che sorprende per incisività quando utilizza il growl, con ben poco da invidiare a tipe toste come Karyn Crisis o Maria Brink, non sempre riesce ad integrarsi, a livello di tonalità pulite, con le variazioni di ritmo messe in atto dai compagni.
Del resto, quella che potrebbe apparire una debolezza, si trasforma quasi d’incanto in un punto di forza, grazie al contrasto violento che si crea tra le urla ferine e la voce pulita, come accade nella title-track, in Paradox Of Perfection e Fire Of Desire.
Borderline è comunque un disco davvero ben congegnato, in cui brani orecchiabili come l’opener Alice’s Song spiccano quanto altri dalla costruzione molto più intricata quali Hydra.
Detto questo, credo però che l’atteggiamento più onesto da tenere nei confronti degli Ashes To Ashes sia quello di prendere questa loro prima fatica discografica proprio per ciò che rappresenta, ovvero un punto di partenza oltremodo incoraggiante: il lavoro mostra in alcuni frangenti una certa dispersività e proprio l’approdo a una maggiore compattezza stilistica potrebbe rivelarsi in futuro la scelta vincente.
La ricerca del pelo nell’uovo nei confronti del quintetto che vive all’ombra della Lanterna è dovuta essenzialmente a due motivi: il primo, meno importante, è che anch’io sono genovese e quindi la tipica sindrome del “maniman” mi affligge puntualmente non appena mi trovo a che fare con qualcosa di potenzialmente positivo che riguarda la mia città, mentre il secondo, parlando più seriamente, è che se questi ragazzi vogliono puntare davvero in alto devono anche essere consci che la strada da fare è ancora lunga ed insidiosa, sebbene la direzione presa sia sicuramente quella giusta.
I numeri ci sono, eccome, e sistemati alcuni particolari non mi meraviglierei di vedere gli Ashes To Ashes all’altezza dei nomi di punta della scena nostrana già a partire dal prossimo disco.

Tracklist:
01. Alice’s Song
02. Ballad Of The Wolf
03. Borderline
04. Sleep
05. Paradox Of Perfection
06. Hydra
07. Change
08. Fire Of Desire
09. Empty Bottles And Tears
10. Vain
11. Home

Line-up:
Marta Vassallo – Voce, Tastiere
Paolo Schiavi -Chitarra
Enrico Cabona -Chitarra
Stefano Anentodio – Basso
Paolo Di Lorenzo – Batteria

ASHES TO ASHES – Facebook

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

My Dying Bride – A Mortal Binding

A Mortal Binding è un lavoro tutt’altro che scontato e superfluo e testimonia quanto una band come i My Dying Bride che, piaccia o meno, ha fatto la storia, abbia tutto il diritto di continuare a riproporre con grande dignità, competenza e coerenza quel sound peculiare che, parafrasando la copertina di un noto periodico italiano, “vanta innumerevoli tentativi di imitazione”.

Eventide – Waterline

Gli Eventide offrono una versione dell’ambient drone intrisa da corpose sfumature jazz e sempre in grado di attrarre l’attenzione rifuggendo ogni stucchevolezza.

Faal – Fin

Fin merita d’essere ascoltato e apprezzato quale prova delle capacità di una band la cui fine lascia più di un rimpianto, non solo per l’irreparabile perdita umana ma anche perché, per il potenziale espresso, avrebbe meritato maggiore attenzione rispetto a quella ottenuta lungo una quindicina d’anni di attività.

Hamferð – Men Guðs hond er sterk

Il sound della band di Tórshavn è talmente peculiare da sfuggire ad ogni tentativo di sommaria classificazione: il tutto avviene senza il ricorso a chissà quali soluzioni cervellotiche in quanto gli Hamferð mettono il loro smisurato talento al servizio di un lirismo che, oggi, è appannaggio solo di pochi eletti.