Abbiamo incontrato i ragazzi di Tritacarne e abbiamo fatto due chiacchiere. Ecco il risultato.
IYE: Tritacarne nasce nel ? e con quale obiettivo se cosi possiamo dire…
Tutto nasce nel momento in cui all’interno di Toten Schwan abbiamo sentito la necessità di raccontare quello che stavamo facendo o meglio quello che cercavamo di fare. Inizialmente abbiamo mandato in giro la newsletter periodica, convinti che fosse la strada giusta. Dopo una manciata di numeri [compreso un numero zero di prova, che abbiamo comunque distribuito] l’idea della newsletter ha cominciato a starci stretta e abbiamo virato sulla fanzine. Era l’inverno a cavallo tra il duemilatredici ed il duemilaquattordici. A partire quindi dall’uscita numero cinque prende vita il Tritacarne. In formato digitale, scaricabile direttamente dal sito di Toten Schwan in pdf. Non c’era ancora l’idea del cartaceo. Al tempo pensavamo a come organizzare la cosa al meglio, puntando ai contenuti più che a diventare una moderna versione dei ciclostile con cui eravamo cresciuti. Solo successivamente, anche sotto la spinta di chi scaricava e commentava con noi ciò che pubblicavamo, abbiamo deciso di passare al cartaceo.
L’idea come detto era quella [almeno inizialmente] di raccontarci attraverso una manciata di pagine. Strada facendo poi però, vista la mole di interazioni che avevamo messo in atto, si è reso necessario allargare il tiro e dedicarci a tutto quello che restava sommerso in ambito controculturale, schiacciato da tutto quel nulla che gravita online senza motivo. Da organo ufficiale dell’etichetta il Tritacarne si è divincolato fino ad emanciparsi in modo quasi totale. Chiudiamo con un’autocitazione. “che cosa trovate all’interno del Tritacarne? Brandelli, rimasugli, avanzi, frattaglie, lembi, come nella migliore macelleria umana. Ma anche e sostanzialmente quello che ci piace e che riteniamo di pubblica utilità per quella da troppo tempo auspicata e mai avvenuta svolta sociointellettiva.”
IYE: con qualche cadenza annuale riuscite a pubblicare e quante copie?
La cadenza è purtroppo condizionata da eventi del tutto indipendenti dalle nostre volontà. La stragrande maggioranza di chi interagisce con noi e che ci deve inviare il proprio contributo non riesce a rispettare quelle che sono le scadenze. È un male del tutto italiano ed in particolare di chi si sente alternativo. Non c’è modo quindi di riuscire a rispettare i tempi previsti. Se a ciò sommiamo il fatto che oltre al Tritacarne, a Toten Schwan, a Cameraoscura ho una vita reale dove lavoro in ambito sanitario capisci bene che capita che anche il sottoscritto finisca nel calderone dei ritardatari. Diciamo che statistiche alla mano andiamo in stampa ogni tre mesi, contando anche i ritardi dovuti alle festività e alle ferie. Stampiamo [per scelta] cinquanta copie. Alla faccia dei ritardatari. Non ci interessa una pletora di lettori ampia ma che concretamente non interagisce con noi. Preferiamo un pubblico selezionato ma attivo, anche perchè lo spirito è quello di suscitare una reazione in chi ci legge portando verso un confronto.
IYE: fanzine cartacea, in vecchio stile, quali sono i vostri principali canali di distribuzione?
Non ci sono grosse alternative. Le copie le potete recuperare soltanto in due modi dal momento che non abbiamo distributori ufficiali in giro. Ci sono alcune realtà che ne prendono più di una copia per averle nelle proprie distribuzioni insieme ai dischi e alle cassette, ma non è niente di definito a priori, capita, è capitato e capiterà ancora, ma tutto quanto in modo più che spontaneo. A parte questi casi limite potete farlo direttamente da noi di Toten Schwan oppure dalle ragazze del collettivo di Golena Edizioni sul sito della casa editrice. Da quando è cartaceo infatti il Tritacarne ha potuto giovarsi della collaborazione con Golena, con cui condivide idee e strategie controculturali. Ciò ci ha permesso di meglio relazionarci con l’ambiente editoriale oltre che usufruire dei consigli da parte di chi da molti anni prima di noi ha deciso di combattere la propria battaglia culturale con la carta stampata. Per cui chiunque tra quelli che stanno leggendo può scegliere come preferisce. Non ci sono differenze nella modalità di reperire le copie, siamo due realtà esattamente sovrapponibili. Scrivete quindi indistintamente a noi [toten.info@gmail.com] oppure a loro [info@golenaedizioni.com], non fa differenza. Se vi capita di incontrarci a qualche concerto dei nostri gruppi potete prenderle direttamente da noi e magari scambiare qualche chiacchiere con il sottoscritto.
IYE: fanzine cartacea e ventenni le leggono?
Sinceramente non è un qualcosa che ci interessa. Non scriviamo per diventare un target delle nuove generazioni. Scriviamo perchè abbiamo qualcosa da dire. Che poi ci leggano a venti o a quaranta non importa. Ciò che conta [dal nostro punto di vista] è che chi ci legge lo faccia con attenzione cercando di interiorizzare quanto sottoponiamo alla sua attenzione. Non siamo una lettura d’evasione, da sfogliare nella sala d’aspetto del dentista per non ascoltare in sottofondo il rumore del trapano. La domanda avrebbe potuto essere formulata [in altro contesto] chidendo: i ventenni leggono? Questa è una questione su cui possiamo discutere cercando di capire per quale motivo le nuovi generazioni hanno un rapporto coi libri piuttosto conflittuale. Che si legga poco in Italia [e che si comprino ancora meno libri] non lo dico io ora. È un argomento su cui ogni anno ci ritroviamo a discutere. Credo che i giovani leggano poco volentieri il Tritacarne come leggono poco volentieri qualunque cosa che determini “una perdita di tempo”. Sono i rappresentanti di una generazione “di corsa” che, legata alla velocità con cui tutto si muove nella rete, non ha la predisposizione per approfondire i contenuti. Leggono tutto ma si fermano ai titoli. Questo è il vero problema. Anche se fossimo una webzine e non andassimo su carta crediamo che chi vive incollato allo schermo del proprio iPhone non cambierebbe le proprie abitudini. Si salta da un contenuto all’altro ma a fine giornata non è stato messo da parte niente che non sia nozionismo spicciolo su argomenti di nessuna rilevanzia socioculturale.
IYE: secondo voi ha ancora senso scrivere recensioni nel 2019 quando ormai tutto è in streaming, ed ognuno puo’ sentirsi direttamente i dischi?
Lo streaming non incide sulla recensione. Anzi favorisce l’ascolto di quello che tu consigli. Rispetto ad un tempo quando dopo aver letto di un disco dovevi andare in un negozio di dischi ora c’è la possibilità di confrontarsi con quanto appena letto. Inoltre recensire è un metodo per scremare. La rete permette a tutti di pubblicare i propri dischi, ma ciò nel corso degli anni ha determinato un appiattimento del livello qualitativo. C’è un eccesso di offerta. Con conseguente sovraesposizione. È qui che secondo me entra in gioco la recensione. Se vedo che X mi suggerisce un tot di dischi che poi si rivelano effettivamente in linea con quelle che sono le mie preferenze sonore continuo a fidarmi del suo giudizio. Perchè non farlo. Perchè posso ascoltare da solo il disco? Non regge. Tanto per cominciare dovrei sapere che tale disco è uscito, cosa che, come detto sopra, nel mare magnum delle uscite discografiche non è affatto semplice. Oltre al fatto che non si può materialmente ascoltare tutto. Qualcosa finisci per perdertelo per forza. A meno che tu non abbia niente da fare tutto il giorno.
IYE: mettete dei paletti ai gruppi per poter essere recensiti nella vostra fanzine? solo indie, no major etc…
Scegliamo noi che cosa recensire. Indipendentemente dal fatto che un album ci venga sottoposto o meno. Abbiamo scelto di non pubblicare recensioni negative [o anche soltanto interlocutorie]. Non ci interessa parlare male di un disco. Preferiamo esaltare la bellezza anzichè denigrare il suo opposto. Se abbiamo 15 pagine da dedicare alle recensioni perchè sprecarne anche soltanto una per parlare di un disco che secondo noi non merita attenzione? Meglio utilizzare lo stesso spazio per sottolinearne uno che a nostro avviso è meritevole. Non stiamo invitando le gente a non mandarci il proprio materiale. Ma stabiliamo sin da subito che nel caso i loro dischi non ci piacciano non ne parleremo. Non abbiamo preclusioni di genere. Un disco ci deve piacere, ci deve trasmettere qualcosa che permetta di entrare in simbiosi con l’ascolto. Per questo abbiamo deciso di andare a cercare direttamente ciò che ci stimola. Ogni volta che chiudiamo un numero vorremmo avere più spazio per parlare di tutto ciò che ci ha conquistato ma ci vediamo sempre costretti a tagliare qualcosa rimandandolo al numero successivo. È sempre doloroso rinunciare a qualcosa ma è purtroppo inevitabile. Dobbiamo per esigenze di stampa restare al di sotto delle cinquanta pagine a numero altrimenti dal punto metallico passiamo alla brossura e il prezzo di stampa non giustifica più la spesa.
IYE: dite quello che volete grazie….
Non c’è molto da aggiungere. Abbiamo detto forse anche troppo. Come fare per recupare le copie del Tritacarne lo sapete. Mancava giusto da specificare che il costo di ogni singola copia è di 5€ se la comprate direttamente dalle nostre mani, a cui dovete aggiungere un euro se invece volete riceverla a casa. Resta aperta la possibilità di contribuire con noi. Il Tritacarne è una sorta di open space dove tutti possono dare il proprio contributo. Non solo recensioni, ma anche approfondimenti, retrospettive e qualunque altra cosa pensiate possa meritare maggiore visibilità di quella che ha ottenuto e/o sta ottenendo. Ovviamente, è bene specificarlo, nessuno è mai stato e mai sarà retribuito per quanto fatto. Non ne facciamo una questione economica. Non sporchiamo anche il Tritacarne con il denaro. Si tratta di diffondere controcultura, non di rimediare qualche euro. Per cui se volete far parte del carrozzone siete i benvenuti ma scordatevi le palanche.
1 Comment
Bob Accio
Posted at 15:28h, 20 MarzoNon ho niente da fare tutto il giorno.