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Recensione : Omar Rodriguez Lopez – Saber, Querer, Osar Y Callar

Omar Rodriguez Lopez - Saber, Querer, Osar Y Callar: Inutile ripercorrere la carriera e la discografia del buon Lopez: lavoro infame, troppo complicato, stante la lista inte...

Omar Rodriguez Lopez – Saber, Querer, Osar Y Callar

Inutile ripercorrere la carriera e la discografia del buon Lopez: lavoro infame, troppo complicato, stante la lista interminabile di dischi rilasciati dal nostro con le sue band (At The Drive-In e Mars Volta su tutte), i dischi solisti (con questo fanno 21, se non erro), le collaborazioni varie, il tutto all’insegna di una varietà che riesce difficile pensare essere uscita dalla testa di unico essere umano.

Molto meglio concentrarsi sul disco e cercare di penetrare il mood, per nulla solare e di facile impatto, che lo ha generato e che lo morde dall’interno. Meglio mettere le cose in chiaro fin dall’inizio: “Saber, querer, osar y callar” non è un capolavoro, e forse nemmeno un grande disco: questo genere di cose il Nostro sembra averle riservate, almeno per quanto riguarda il sottoscritto, per la carriera degli At The Drive-In e, forse, dei primi Mars Volta. È sicuramente una spanna sopra a tante sue prove soliste, troppo sperimentali e cervellotiche, ma manca ancora di quel qualcosa che potrebbe fare dell’estetica di Lopez una roba strabiliante: sua santità l’Immediatezza.

Saber è un tuffo al buio in un oceano di suoni elettronici (synth, drum machine, sequencing, mellotron e Wurlitzer) che travolge ad ondate una base pop-rock fluttuante, creando un suono pastoso e acido che avvolge le membra lasciandole a vegetare. Lopez prova ad accontentare un po’ tutti, regalando pezzi dall’appeal più rock (“Spellbound”), soffusi rock acidi immersi nell’elettronica (l’iniziale “Home Lost” e “Compartir (Sharing A Bus)”) e dolci melodie elettro-ambient in estasi lisergica (“Fear Eats The Soul”). Ma l’album non riesce a convincere del tutto, alla fine dei conti: la pazienza si accascia ai piedi dello sperimentalismo elettro-jazz di “Better To Hang A Dead Husband Than To Lose A Living Lover” e dello psych-pop sussurrato di “Decided?”, due pezzi dal feeling così acido da risultare corrosivi. E pure noiosi, per dire. Ecco, è un po’ questo il punto: la noia. Perché nonostante qualche buona intuizione “Saber” è un disco che stanca. E che non lascia traccia di sé.

TRACKLIST:
1. Home Lost
2. Habits
3. Gentle Umbrellas
4. Spellbound
5. Fear Eats The Soul
6. Better To Hang A Dead Husband Than To Lose A Living Lover
7. Tentaculos
8. Decided?
9. Compartir (Sharing A Bus)
10. Angel Hair

- Omar Rodriguez Lopez - Saber, Querer, Osar Y Callar

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