Il trio torinese Drink To Me torna quartetto e replica all’ottimo Brazil di due anni fa con un terzo LP, “S”, in uscita sempre sotto l’etichetta indipendente bolognese Unhip Records.
Come il gruppo stesso ci aveva fatto notare quando li abbiamo intervistati quest’estate, se il secondo disco era già una tappa di per sé delicata, il terzo sembra esserlo ancora di più: tradizionalmente è questo uno dei momenti in cui anche le band più forti rischiano di capitolare.
In “S” si resta sempre nell’ambito di quell’elettronica vivace, dai ritmi forti e sostenuti, in cui gli strati sonori sono molti ma ben armonizzati, ma con una piacevole rielaborazione degli stilemi propri del gruppo: più che in passato, ci si concede infatti excursus verso lidi elettronici più vicini alla scena chillwave o dream pop. Sonorità più rarefatte e decisamente più dream che confermano come il ricambio di idee e spunti all’interno del gruppo sia un processo continuo e ininterrotto iniziato anni fa con l’esordio.
I brani più vicini e simili al predecessore conservano tuttavia quell’energia, ricca di synth e percussioni, dalle forti venature electro-pop (soprattutto “L.A. 13 pt.1” e “Henry Miller”, tra i momenti migliori del disco), ma spostandosi anche su qualche vago accenno hip-hop, per lo più nella scelta dei beat (“The Elevator”), o alternando voce eterea e ritornelli corali ad abbondanti clap e percussioni (“Future Days”), a cui si aggiungo anche synth in 8 bit in “Disaster Area”. Una breve parentesi più strumentale e acustica nell’epilogo “Airport Song”, traccia all’inizio lenta e sussurrata ma che diventa presto esagitata, in cui sono gli strumenti a corda a predominare sull’elettronica. Più martellanti e giocate sulla ripetitività invece “Dig a Hole with a Needle” e “Picture of the Sun”, la seconda aggiungendo anche atmosfere a base di archi.
La caratteristica più vistosa sembra essere proprio la qualità media generale, che si mantiene infatti sempre molto alta e ben distribuita per tutta l’estensione del disco. Piuttosto che la solita trama di alti e bassi, qui sembra dominare un continuo di atmosfere azzeccate che, pur gravitando intorno alla stessa anima elettronica, non accusano mai stanchezza, risultando difficile anche solamente individuare momenti più interessanti di altri.
Un terzo lavoro caratterizzato da una ‘matura leggerezza’ in cui Drink To Me, pienamente padroni di un’ormai rodata capacità nel comporre trame musicali, giocano sottilmente con le varie sonorità e atmosfere, confezionando un disco che racchiude dentro di sé il coinvolgimento e la freschezza di un esordio. “S” va consumato ascolto dopo ascolto, godendosi ogni volta le sue minime ma numerose sfumature.
1. Henry Miller
2. The Elevator
3. Picture of the Sun
4. Future Days
5. Space
6. Dig a Hole with a Needle
7. L.A. 13 pt. 1
8. L.A. 13 pt. 2
9. Disaster Area
10. Airport Song
Voto: 8+
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