In Your Eyes nasce nel ormai lontano 1999, dopo varie esperienze su fanzine cartacee. Nasce e continua a svilupparsi nell’idea di poter dare una mano a band, scrittori o chiunque voglia esprimersi sotto qualsiasi forma.
In Your Eyes è totalmente slegata da logiche e dinamiche editoriali: i nostri collaboratori si occupano anche dell’aspetto grafico e della diffusione in rete della stessa, in pieno spirito diy.
In Your Eyes è legata a concetti dell’autoproduzione e dell’ indipendenza assoluta.
In Your Eyes ha come unico scopo di diffondere la propria passione e di saziare il nostro bisogno comunicativo
In Your Eyes non recensisce tutto quello che riceve, è a sua discrezione la pubblicazione online dei contenuti
In Your Eyes non ha regole o dogmi da seguire, noi esprimiamo il nostro punto di vista.
Un grazie a Tatoosa Creative per la realizzazione del sito web e per la grafica dello stesso.
Il Santo alias Luca ovvero il secondo (o il primo,fate voi) urlatore alla sbarra,a proposito tutti sul podcast ad ascoltarci.Il sopranome l’ho adottato non per motivi religiosi, ma ispirandomi al miticopersonaggio interpretato da Roger Moore nello splendido telefilm Simon Templar.MI piace ascoltare musica,leggere,il gioco del calcio,pensare con la mia testa.Mi piace il sublime e il terribile, il rock’n’roll piu’ semplice ma anche un sacco di altre cose. Mi piacciono le persone che non si fanno di inutili menate per questo mi piacciono Simone e Loriana e per questo scrivo e sostengo In your eyes.
Da sempre appassionato di musica, tanto che ne ha fatto una religione fin da adolescente… Ha in cantiere di scrivere una silloge poetica, ma assorbire musica in tutti i modi possibili è quello che gli riesce meglio.
Ha lavorato in una web radio agli albori della nuova decade conducendo una rubrica letterario/musicale con Nicoletta Bartolini (scrittrice e sperimentatrice di format comunicativi) gestendo altresì con lei un sito di scrittura amatoriale “scrivolare.it”.
Marco Valenti [La Spezia 1971]
megadirettore galattico di Toten Schwan Records
racconta i suoi deliri sul magazine aperiodico Tritacarne
parla di musica nella sua rubrica “L’ora del lupo” su Fango Radio
perde il suo tempo guardando vecchi incontri di wrestling
“Appassionato della musica indipendente e rumoristica. Analiticità e criticismo fanno parte della mia attitudine, attraverso anche il culto del localismo. Direttore di Nikilzine”.
” Io sono un vuoto a perdere, uno sporco impossibile, un marchio registrato, un prodotto di mercato. Io sono un punto fermo, una realtà di base, un dato di fatto, un dato per perso. Non ho codici segreti né codici cifrati, non cerco centri di gravità permanenti. Io sono una pratica evasa, io sono una vertenza chiusa, un vicolo cieco, un pozzo senza fondo. Non sono come tu mi vuoi. “
sono nato a Pontedera (PI) nel 1979 e poi me ne son pentito. Attualmente suono la chitarra e canto negli Orrendo Subotnik. In passato ho suonato con: Santa Sangre (non quelli indie rock di Genova)), Magdalene (non quelli nu metal delle Filippine), Klam (non quelli che… vabbè i nomi dei gruppi non sono il mio forte). Di musica capisco qualcosina, il resto me lo invento.
Boomer, musicista, docente, ascoltatore decisamente saturo, dai tempi dei 45 giri nel mangiadischi al presente dei file scaricati con torrent.
In generale non ama molto il rock – a meno che non sia “in opposition” – e l’elettronica spesso lo annoia.
Legge prevalentemente saggi e ne ha pure pubblicato uno ma ogni tanto si concede qualche romanzo, sempre degli stessi 7 o 8 autori.
Negli ultimi vent’anni è diventato anche un cinefilo casalingo incallito, cui il lockdown ha dato il colpo di grazia.
Il suo blog di condivisione di materiali musicali è: aldezabal.blogspot.com
Più diffusamente conosciuto con lo pseudonimo Deca, con cui ha firmato la quasi totalità della sua discografia, si è affermato soprattutto come autore di musica elettronica e musica ambient, accostandosi poi ad altri ambiti come quello teatrale, multimediale e televisivo. E’ autore di musiche per la RAI da oltre un decennio. Le sue prime incisioni su vinile sono diventate ricercati pezzi di alto valore collezionistico. Buona parte delle sue produzioni oggi è distribuita nel mondo attraverso i cataloghi di EMI e APM.
Da tempo ha fatto della dimensione onirica la chiave di volta della sua vita personale ed artistica. Ha coltivato una vena narrativa firmando alcuni romanzi di genere fantastico e surreale, nonché fumetti e graphic novel.
È stato a suo tempo tra i fondatori e promotori del Manifesto del Distonirismo.
Inadatto a vivere, cerco di tirare avanti dividendomi tra amore per la musica, devozione per la filosofia e paura per il domani
Ollie Mikse is a lonely Aruban (some would say The Lonely Aruban) living in New England where he spends his time doing research at Dana-Farber, writing for various websites, recording music, doodling, and finding the nearest air-conditioned space. He lives in Chatham, Cape Cod with his two Jack Russell Terriers Duke and Shempy. He would also like to point out that if your cancer does somehow get cured by the content of this website, it is merely coincidence. You should get treatment.
Emily Yoder is a writer and nonprofit professional living in Boston with a (the?) lonely Aruban and two cats. Her interests include: antiques, feminism, remote islands, joining too many book clubs, and (unsuccessfully) teaching magic tricks to the aforementioned cats.
Studentessa di Communication Design presso il Politecnico di Milano.
Inguaribile musicofila ed appassionata di fotografia alla ricerca di un futuro (in)stabile.
21 anni – Milano
Bruno Ercole, classe 1997, studente del Liceo Scientifico di Savona, amante dell’ Indie. “Sono alto e bello a detta di mamma. Tengo la barba per sembrare un accattone o un original hipster in base ai casi. Suono pianoforte e chitarra. Sono stonato.”
Della grigia Torino racconto solo i contorni che la nebbia permette di ancora vedere.
Per questo motivo i miei disegni sono in bianco e graffite, con qualche sfumatura carica
e qualche altra sbiadita.Frequento L’accademia albertina dove non mi viene permesso di
frequentare il corso di incisione per saturazione posti per ben 3 anni ( su 7)
Decido allora di prendere in mano la matita e scoprire le gioie e i dolori del tratteggio e del
puntinato. A4, A3,70×50, 70×100,5×1,50 e 20 x 2 metri, alla ricerca di spazio per poter espletare
i miei ricami mentali.
Horror vacui ? No, mancanza di spazio vitale, effettivo, pratico, logistico, emotivo, affettivo e
sociale, non chè espressivo.
Nicolamaria Plescia (Termoli (CB), 1976 – ? ) è un musicista-dj-ingegnere malato di rock’n’roll, garage e punk. Attualmente risiede in provincia di Salerno ed è il chitarrista fondatore (insieme al cantante Albino Cibelli) dei “The Bidons”, lasciati a fine 2014, e del dj-duo “Joe & Frank”, insieme a Luigi Sabino, con il quale condivide anche la punk’n’roll band “The Dead Flints”. Nel 2015 fonda i “The Nitroglycerine”, band garage blues con nome ispirato da un brano dei The Gories. Nello stesso anno fonda i “Superslots Terrible Smashers” band garage punk. Colleziona strumenti vintage, vinili e veicoli d’epoca. E’ interessato a tutto ciò che appartiene al periodo ’50-’70 e che da esso sia stato direttamente o indirettamente influenzato, passione che lo ha portato a collaborare con Think UP!, IYEzine e la rivista cartacea Sottoterra per la stesura di recensioni e report dei live di band di settore. Recensisce garage, punk, rock ‘n’ roll, glam e hard rock
Se interessati, scrivete a: [email protected] (Joe Swindle)
Mr. Cigarette Butt è nato in mezzo al nulla in un villaggio nuragico, cresciuto tra leggende e paganesimo camuffato, si nutre di cassette : R’n’R, PUNK, HC e BLUES per la maggiore, crescendo capisce che quella è la strada della perdizione e ci si butta di testa. Trasferitosi nel continente continua per la sua strada, organizzando concerti ovunque e mettendo dischi (non suonandoli!!). che dire? : “Blues is the teacher Punk is the preacher” .
Lorenzo Piazza, aspirante bassista di gruppi ska-punk-rock’n’roll a cavallo del nuovo millennio, cresciuto nella florida fauna musicale ligure, si è ormai riciclato come architetto a Parigi. Non ha perso il vizio di ascoltare musica indipendente e neppure di divertirsi a scrivere recensioni e commenti parziali e talvolta ignoranti, ma in buona fede e appassionati. Per questo è fiero di far parte di IYE
Kime o Madkime (si legge Chime però mi raccomando..)
è lo pseudonimo di Claudio Chimenti artista grossetano classe 1984
Cerca di sviluppare uno stile di comunicazione personale,che è andato sempre di più ad abbracciare l’illustrazione.
L’influenza del lavoro di grafico è molto forte, nella continua sintesi di forme e colori verso l’essenziale.
Non incline alle forme d’arte più tradizionali, crea soggetti ironici dai tratti vivaci e sintetizzati con colori privi di sfumature,che realizza su ogni tipo di supporto, e con varie tecniche.
Una vita di passione per il metal in tutte le sue svariate forme e la fiamma brucia ancora!!!
La mia passione per la musica, nasce da piccolo, da molto piccolo.
Grazie all’ascolto di radio Ulisse di Pisa e alla comparsa, nei primi anni
ottanta, nell’edicola di paese della rivista Rockerilla. Ma sarà con la
scoperta della scena “antagonista” pisana che riesco a leggere le prime
zine. TVOR e GDHC, quelle che meglio riescono a descrivere il mondo che sto
scoprendo. Alla fine degli anni ottanta i primi tentativi di collaborazione
con qualche fanzine. Dal 1993 al 2003, costruiamo e sviluppiamo, la versione
cartacea della fanzine Cagnara. Da alcuni anni siamo tornati come semplice
pagina Facebook. Spero con la passione di sempre.
Francesco Orazzini, atista visivo e autore satirico italiano,ha realizzato illustrazioni per giornali, magazine , libri per l’infanzia, conceptual e graphic design per compagnie.Pubblicato da Moleskine e Feltrinelli associate, ha partecipato alla biennale d’arte di Dakar nel 2010, collaborate con il collectivo d’arte Sguardo Contemporaneo. Al Gallery New World Stage di New York City, dal Settembre 2012 al Gennaio 2013, e’ comparso in mostra assieme a illustratori del New York Times, The New Yorkers, The Washington Post, The Wall Street Journal ed altri ancora.Ha collaborato come assistente in studio di Nancy Lorenz, pittrice, designer e fine artist americana di fama mondiale.Collabora col musicista Matteo Lenzi dal 2010. I loro lavori sono stati mostrati in musei come il MACRO Testaccio e a festivals come Les Filmfestival di New York City, Sans Diego Filmfestival di New York City, Festival Internazionale Cinematografico di Toluca ,Mexico, Animasão Festival di Rio de Janeiro, Festival di Cinespacio di Colombia e al Golden Orchid International Filmfestival di Philadelphia.
Ascolto qualsiasi genere musicale applicando il pensiero “la cultura è una sola” così da ricercare la novità, quell’artista o band che mi emozionino fin dal primo ascolto
Decoussau è nato sulle rive del Po in una caldissima estate di fine anni ’70. Dopo aver vagato per circa trent’anni come un’anima in pena, ha trovato nei libri tutto ciò che gli serve. Ora vive di stenti e scrive romanzi.
Cresciuto per motivi anagrafici a pane e prog, a differenza di molti miei coetanei non passo il tempo a piagnucolare sostenendo “cosa vuoi sentire ora, quello che viene pubblicato ai giorni nostri è tutta spazzatura” …
Invecchiando ho allargato invece i miei orizzonti musicali e oggi sono essenzialmente un appassionato patologico di funeral/death doom, oltre che ascoltatore compulsivo di metal in ogni sua svariata forma, senza per questo disconoscere (ci mancherebbe altro) tutta la grande musica prodotta negli anni ’70.
Nato all’ombra della lanterna il 9 luglio del 1977 è costretto ad emigrare in Padania ancora in fasce. Stabilitosi definitivamente sulle desolate sponde del Po matura già dalla tenera infanzia una certa insofferenza verso il grigiore, la nebbia e l’umidità dell’ambiente . Laureatosi in filosofia a Genova entra trionfalmente nel mondo del precariato svolgendo le più svariate professioni partendo dal telefonista, passando per il Mc Donald’s fino a spiccare il grande salto come cameriere nei matrimoni degli industrialotti padani. Sprofondato in questo humus per troppo tempo decide di mettere la testa a posto e di farsi una famiglia. Da dicembre del 2010 è il papà di Veronica che lo costringe a lunghe e indimenticabili veglie notturne generosamente condivise con la compagna Michela.Grande appassionato di cinema e di lettura ama visceralmente la commedia all’italiana e i suoi interpreti, su tutti Gassman, Tognazzi, Sordi e Manfredi. Successivamente s’imbatte in fortunate conoscenze quali Truffaut e Romher, Bunuel e Almodovar e per quanto riguarda il cinema anglosassone Kubrick, Scorsese, i fratelli Cohen, Woody Allen e Spike Lee. Legge voracemente autori più o meno moderni ed è sempre alla ricerca di nuovi titoli e nuovi scrittori. Tiene sempre al suo fianco vecchie glorie come Moravia, Buzzati oltre che Izzo, Murakami e John Fante solo per citarne alcuni.Spinto da un’insopprimibile e masochista inquietudine che lo costringe a seguire le alterne fortune del Genoa è un grande appassionato di corsa, recentemente decide d’intraprendere il cammino del vegetarianesimo.
Marco è un giovane ragazzo che abita nella ridente Varazze, appena diciottenne, che frequenta le superiori.E’ appassionato dalla musica e dal surf.Principalmente ascolta punk per poi dirigersi verso ogni cosa che sia di suo gradimento.Il suo motto è “Vivi e lascia vivere”.
Un ragazzo in perenne conflitto con l’esterno e con qualche velleità fotografica e musicale. Conla scoperta della musica locale (dal vivo) mi si è aperto un mondo nuovo ma già da tempo seguocon interesse la scena indie internazionale. Nelle mie recensioni troverete per lo più i ‘dischetti’indie rock destinati a cadere nel dimenticatoio alla scadere dell’anno ma che, quando li ritrovate inmacchina o nell’ipod, vi fanno salire il buonumore. Insomma, hominem recensiones nostrae sapiunt.
Sono nato a Sassari un mese prima del concerto dei Cramps al Napa State Mental Hospital. Nutro una propensione maniacale per i live, suono il basso in due band locali. Nei primi anni del liceo rivolgo la mia attenzione verso il punk rock e l’hardcore californiano. Poi, in ordine sparso, arrivano anche l’elettronica, il grunge, il brit pop, il folk irlandese, il primo indie rock americano, il math rock. Lascio un pezzo di cuore per Dead Kennedys, No Means No, Husker Du, Fugazi, Beatles, Sonic Youth, Primal Scream, Blur, Pearl Jam, Dinosaur Jr., e negli ultimi anni Trail of Dead, Arcade Fire, Black Lips, Modest Mouse, The Strokes, The Pogues e Bright Eyes. Faccio anche l’architetto, e nel frattempo faccio biglietti per i prossimi festival.
Ho scritto per Musicboom (inutile che cerchiate il sito, non esiste più nulla, purtroppo), ho fatto alcuni mesi su Rockit e faccio parte della DreaminGorilla Records.
Nato e cresciuto ad Acquaviva delle Fonti tra le pietrose e aride Murge, durante l’infanzia e l’adolescenza è affetto da timidezza patologica e trova in fumetti, libri e film la via di fuga da un mondo che gli sembra ostile o terribilmente noioso; a nove anni scopre per caso i racconti di H.P.Lovecraft e R.E.Howard e a quattordici legge il Pasto Nudo di Burroughs, rimanendone folgorato in entrambi i casi.Vinta la timidezza di cui sopra, intraprende le esperienze più diverse e inverosimili. Gira il mondo, si avvicina a religioni improbabili, pratica innumerevoli e poco redditizi lavori, sempre sospinto da una curiosità insaziabile e un’insoddisfazione perenne, che gli impediscono di continuare a fare le stesse cose per più di due o tre anni.Periodicamente, infatti, è preda di fasi maniacali in cui si fissa su un unico argomento fino a sviscerarlo nei suoi più minimi dettagli: dal gioco degli scacchi alla fantascienza classica, dai manga giapponesi al cinema italiano di genere degli anni ’70.Unica costante, il suo amore per la letteratura e il giornalismo, che lo spingono a leggere e scrivere quotidianamente, in maniera quasi ossessiva. Collabora con diversi periodici locali, siti d’informazione online e siti letterari come “Liberi Di Scrivere” e “Sugarpulp”. È impegnato a promuovere lo sviluppo della sua terra e organizzare iniziative come il Festival Letterario “A Testa in Sud”.Scrive anche narrativa e alcuni suoi racconti sono stati selezionati per riviste letterarie e antologie come “Mahayavan” e “365 Storie Cattive”.Ama le belle donne, il cinema di serie B, il rock alternativo e la musica elettronica, il vino Primitivo, le brasciolette di carne di cavallo e le cipolle rosse acquavivesi.
Maurizio “ScarWeld” Landini ha iniziato a comporre poesie nel 1986, ispirato dalla musica di Jean Michel Jarre. Appassionato di fantascienza militare, scrive la sua prima storia di genere (Schermi Neri) nel 2007 aggiudicandosi la quarta edizione del premio nazionale Space Prophecies. Ha scritto per le riviste “Continuum”, “Delos Science Fiction”, “Next”, “Short Stories” ed è presente in diverse raccolte di racconti come la terza antologia del movimento letterario del Connettivismo “Avanguardie Futuro Oscuro” (Edizioni Diversa Sintonia/Kipple Edizioni). Attualmente sta collaborando con il blog “Liberi di Scrivere” e approfondendo il tema della narrazione di guerra nell’immaginario fantascientifico.
Nato nella primavera del 1982 sotto il segno del Toro,sta ultimando gli studi all’ Accademia di Belle Arti a Genova.Umorale, istintivo, nostalgico ???????, avverso alla forma, innamorato dei contenuti;ha suonato in diversi gruppi, ma attualmente milita nei Japanese Gum,dove dà adito alle sue pulsioni indie-nerd-troniche e in un side-project dedito al post-rock ( ammesso che esista).Ascolti dichiarati: Nick Cave and the Bad Seeds, Godspeed You! Black Emperor, Joy Division, My Bloody Valentine, CCCP, Black Dice.Letture dichiarate: Fëdor Michajlovic Dostoevskij, Albert Camus, Emil Cioran, Bertold Brecht, Jonathan Coe, Michail Afanasievic Bulgakov.Visioni cinematografiche dichiarate: Sergej Mikhajlovic Ejzenstejn, David Lynch, Pier Paolo Pasolini, Woody Allen, Darren Aronofsky, Richard Kelly. Visioni artistiche dichiarate: Willem De Kooning, Marina Abramovic, Gustave Courbet, Anselm Kiefer, Anton Corbijn, Damien Hirst.
Approfittando del caos calmo che ci attraversa i sensi, come il vento caldo ed atomico che da qui a poco investirà di brutto, volenti o nolenti, gli animi, e riprendo volentieri quest’immagine dal testo dei Righeira, il duo electro synth pop italiano in voga nei primi eighties, “Vieni sulla spiaggia. Tutti col sombrero/ c’è il vento radioattivo che spettina un po’ “, m’è sorta l’idea di porre una serie di domande, direi puttosto un aperto dialogo conoscitivo ed illustrativo col referente, nonché boss del magazine on line su cui scrivo da circa tre anni, Simone Benerecetti, della varazzina (SV) In Your Eyes ezine.
Di lui si sa poco, non è un personaggio molto in vista, se si escludono quelli che circolano nel circuito underground della pubblicistica on line in riguardo principalmente alla musica. Simone assurge (lo è di fatto) ad incarnare il perno redazionale adibito a far ruotare, seguendo la filosofia DIY, l’ingranaggio funzionale alla fruizione e diffusione di molti contenuti musicali appartenenti o meno alla scena corrente…
E sì, ciao Simone, partiamo proprio dalla musica. Dall’alto della tua lunga esperienza, credo primariamente di ascoltatore (poi non so se hai anche suonato musica nel concreto), quand’è che essa si è tramutata in passione tanto da muoverti a scriverne e a parlarne?
– La passione nasce, penso, da quando ho sfogliato uno dei primi numeri di Velvet, mensile dal quale poi discenderà anche Rumore. Esisteva allora un altro sentire, un altro modo di esprimersi alternativo a quello delle top ten, alla musica da classifica. Inizialmente ho provato a non rimanere un semplice ascoltatore, ma dopo aver visto che non ero portatissimo (diciamo) a suonare uno strumento, assieme ad alcuni amici ho provato a descrivere il tempo che vivevamo mettendo su una fanzine cartacea, Uniduila. La passione sta tutta lì: la voglia di descrivere, di descriversi attraverso la musica, ma non solo questo.
Il nome della tua prima fanzine è curioso, vuol dire qualcosa in particolare?
– C’era un allenatore a Varazze abbastanza famoso, che durante gli allenamenti continuava a dire “Passila. Tirila. Uniduila (indicando il rapido scambio ‘uno-due’ fra i giocatori), questo tormentone ha segnato in modo divertente le nostre menti; comunque essenzialmente ci piaceva molto la musicalità di quell’espressione.
Quali sono i tuoi gusti musicali, avendo vissuto pure in periodi nei quali la musica era ancora un valente fenomeno generazionale d’aggregazione; raccontaci succintamente, lanciati in una breve panoramica di ricordi, se possibile…
– Se parto con i ricordi, ne usciamo con una treccani online. Diciamo che i miei vent’anni sono stati caratterizzati musicalmente da molti estremi: Negazione, Descendents, De la Soul, Public Enemy, Soundgarden.
Resta il fatto che mi piaceva la musica in generale, come ancora adesso. In tutta sincerità, alcuni dischi troppo pensanti dell’epoca (HC punk italiano: Indigesti, Raw Power e anche roba U.S.A. sul tipo Uniform Choice) sono già diversi anni che non li ascolto più, non saprei dirti se ciò sia imputabile ai cambiamenti dell’età o alle trasformazioni dovute ai tanti ascolti.
Come inquadri la tua attività, il tuo ruolo nella gestione e nella vita di questa creatura affascinante?
– Sono molto fiero di quello che iyezine ha raggiunto ed altrettanto di quello che iyezine sta diventando. Il mio ruolo, come tu ben sai, è di capo assoluto!
A parte gli scherzi, ci vuole tanta passione; è da equilibristi ritagliarsi tempi e momenti liberi per poterla seguire, e ti posso assicurare Bob che è una vera impresa dibattersi tra vita privata, lavoro e contrattempi vari.
So che tieni molto alla grafica e che te ne occupi personalmente. Passare dal cartaceo al digitale come ti è parso: pregi, difetti, impressioni.
- Della grafica se n’è sempre occupato Mauro Ferrando, adesso più preso da lavoro e famiglia; così, per supplire a ciò, cerco di far da solo. Sono sempre stato dell’idea che la bella presentazione di buoni contenuti sia importante, pur tenendo conto della famosa User Experience.
Spostiamoci un po’ sulla struttura della rivista on line e quale spazio ricopre sui social?
– A livello personale ne sarei uscito da anni dall’universo social, non me ne frega una mazza di sapere se la sciura Carmela ha fatto jogging, tanto per farti capire. Ti dico che all’inizio fb portava al nostro sito molto traffico; attualmente, secondo gli ultimi udpdate, il suo apporto raggiunge circa il 20% di quello totale, il resto proviene da google (grazie all’ottima indicizzazione, e qui la mia modestia si annulla) o da utenti diretti. Al momento utilizziamo i tre maggiori social: fb, instagram e twitter.
Oltre alla musica e alle interviste di genere musicale, quali argomenti tratta iyezine?
– Iyezine si interessa di tutto quello che ci permette di esprimerci. Musica? Libri? Racconti? Mailart? Qualsiasi soggettività esposta deve sottolineare passione e cuore, non di certo perorare il portafoglio.
So che c’è anche un iyezine esclusivamente metal, questa fa sempre capo a te, oppure hai altri stretti collaboratori nella cerchia vicina?
– Metaleyes è nata qualche anno fa per volontà di alcuni collaboratori di avere uno spazio dedicato prettamente al metal e a tutte le sue derivazioni. Purtroppo qualche mese fa hanno deciso di sospendere, perchè cosi va la vita. Intanto, però, iyezine ha da pochi giorni ripreso a pubblicare recensioni metal.
Altri spunti sono presenti nel vasto mondo di iyezine: facciamo il punto sulla creativa iniziativa generata dalla ragguardevole Netlabel, dal pittoresco merchandising e da quant’altro di bello si ‘spaccia’ sulla zine…
– La Netlabel è un progetto che porto avanti con Massimo Argo e Fabio Battistetti. Rappresenta una ramificazione laterale della fanzine. Ci piace l’idea della condivisione, dell’arte condivisa; questo è lo scopo prediletto in generale dalle netlabel, mettere on line, quindi a disposizione degli utenti, tutte le produzioni in download gratuito. Siamo on line da 5 anni e abbiamo superato i 2000 download…
Invece, il merchandising nasce dalla nostra voglia di portare in giro iye. Le prime volte lo realizzavamo esclusivamente per noi collaboratori, dopodiché abbiamo iniziato a vendere qualche prodotto ed approssimativamente in circolo penso ci siano almeno 250 pezzi griffati ‘IYE’ , tutto ciò identificandosi anche nel personale, della zine, esiguo sistema di sostentamento.
Che tipo di oggettisca comprende il merchandising e naturalmente chi elabora i disegni…
– Abbiamo stampato magliette e qualche felpa, ma in vista di ristrettezze economiche, il budget non copre le spese necessarie, constatando pure la modesta richiesta, la cosa per forza di cose rimane un fenomeno contenuto, anche se spesso mi è venuto in mente di diversificare la vetrina dei gadgets. I disegni sono stati eseguiti da artisti che ci hanno aiutato a costo zero: Mauro Ferrando e Mad Kime.
Mettiamo il caso che abbia registrato in home made un album solo e coltivassi aspirazioni di diffusione del materiale sonoro composto; quindi, avendo avuto notizia della Netlabel, IN YOUR EARS, mi rivolgessi a voi. Nel particolare che tipo di sostegno mi offrireste, quali strategie mettereste in pratica. In quale maniera si svolgerebbe il rapporto col musicista.
– Qualsiasi materiale ci giunga, esso verrà ascoltato sempre e comunque. Se io o un collaboratore lo ritenessimo interessante, per noi degno di nota, a quel punto scatterebbe la recensione; in sostanza è questo l’iter.
Nessuna tariffa da pretendere per le recensioni, benché tanti siti la richiedano a fronte del servizio offerto.
Caro Bob, e cari lettori, sappiate che noi ci cimentiamo in questa attività semplicemente perché ci diverte, evadendo dal lato lucroso privilegiamo assolutamente l’aspetto ludico e creativo, nutrendo l’aspirazione di sponsorizzare buona ed inedita musica proveniente dal buio sottobosco, esattamente come fossimo dei talent scout.
Va da sé che se aveste intenzione di approcciare ad una linea decisamente professionale, beh, per quello esistono agenzie apposite; ed un progetto occupazionale, nettamente preparato e competente in tal senso, è attivo da pochissimo tempo dal nostro team: pr.iyezine.com
Ma riprendendo il filo della Netlabel, il passo successivo di questa mediazione si conclude con la recensione on line e la comunicazione all’artista di poterla condividere sul proprio sito.
Ottima cosa, lodevole, divertente. E in bocca al lupo per la neoimpresa di promozione, d’altronde è plausibile che da una passione nasca un mestiere, di solito funziona così! Bene, boss, continuiamo ad esplorare la zine!
Ah! Scusa, Simone, ho visto però nella pagina relativa allo SHOP che ci sono anche copertine di dischi prezzati a basso costo, oltre alle foto delle curiose T-Shirt col ‘gorilla romantico’ in effige e delle divertenti shopping bag.
– La sezione SHOP è in fase di ottimizazione, i prodotti tessili sono certamente acquistabili, come pure i CD; circa i dischi devo però aprire una parentesi. Roberto Sacco, della capiente fanzine cartacea TUTTI PAZZI, ed amico di lunga data con cui in passato abbiamo organizzato qui nel savonese diversi concerti rock, si appoggia a noi per la vendita di materiale sonoro underground (per conto proprio e delle band) sotto l’ala della sua piccola casa di distribuzione.
Direi, un’altra buona occasione per visitare questa sezione!
Le novità che scopro sono notevolmente accattivanti, credo che IYE cominci ad essere tentacolare al pari di una creatura mostruosa abitante gli abissi marini. E questo passaggio ci serve per immetterci nella sezione VALIS…
– Valis nasce da un’idea mia e di Stefano Spataro (che tra l’altro ha pubblicato di recente il suo primo libro di fantascienza, ‘Attis’, su Prospero Editore) e raccoglie la cooperazione con altre realtà artistiche – ad esempio il collettivo del magazine Ronin per la fumettistica – incentrando quale argomento cardine la fantascienza. Per adesso il segmento è in standby, a causa di alcuni problemi, ma il materiale presente è corposo e numeroso; ci trovi interviste, recensioni a libri e film, racconti a puntate. E’ una ‘stazione spaziale’ varia ed eterogenea, senza dubbio.
Naturalmente speriamo di ripartire presto con nuovi input stimolanti e capacissimi di vivacizzare l’attenzione e la partecipazione.
Invece dell’attività radiofonica che alberga sul sito alla voce ‘PODACAST’, cosa puoi dirci in merito. Ho ascoltato delle fighe compilation de Il Santo…
– Un paio di anni fa si è cercato di mettere in pratica un’emittente web radio; all’entusiasmo e alla foga iniziali sono succeduti gli stop dovuti ai limiti imposti dalle realtà di realizzazione, connessi soprattutto con la macchina burocratica (licenze, diritti, tasse) e il poco tempo disponibile per dedicarvisi; così abbiamo dovuto ripiegare e accorciare il tiro sfruttando le potenzialità della rete, mettendo a punto dei podcast radiofonici che inglobano il lavoro di competenti speaker come Alberto Calandriello (Championship Vinyl) e Luca Calcagno (aka Il Santo). Trasmissioni registrate ed ottime compilation sonore da gustare comodamente avviando il player virtuale della puntata visibile in vetrina. Tuttavia la diretta la riserviamo per rari eventi, di certo utilizzando fb; saggiamente preferiamo non fare cose abbozzate ma meglio elaborate.
I sogni restano comunque diversi, mi sarebbe ad esempio piaciuto avere uno spazio fisico di condivisione e di ascolto della musica. Un luogo culturale, o controculturale, dove mettere in condivisione libri e molto altro, logiche che tengono troppo conto dell’aspetto monetario di cui non disponiamo.
Mi piace molto menzionare la presenza di IYE fisicamente, con tanto di stand ornato di magliette e merch esposto ai passanti, sparando buona musica tutt’attorno tramite DJ’s ed elargendo aspetti coloriti e di contatto reale, partecipativo e di scambio con l’ezine: quando, dove e perché uscite allo scoperto in piazza?
– Il nostro stand, a cui teniamo molto, viene utilizzato per alcune date fisse durante l’anno: vedi 25 aprile a Savona e l’8 dicembre al Rude Club. Se fossimo stati più giovani d’età saremmo girovaghi tutto l’anno, e sai che spasso, Bob! Ti dico che solitamente portiamo le t-shirt e le shopping bag in promozione, mentre sta diventando consuetudine regalare fotocopie di un nostro best in pieno stile diy!
Scendendo poco più giù con la rotellina del mouse dalla parte superiore del sito, che visualizza i contenuti ultimi pubblicati, incontriamo un grande banner (si può dire così?) che espone il ‘MAIL ART PROJECT 2020’, sottolineando tutta la freschezza della recente ideazione. Si tratta di un concorso, di un lavoro artistico comune? So che il grande critico musicale Vittore Baroni è appassionato artista della mail art. Da dove spunta fuori questa novita?
– A dire il vero iye aveva già sviluppato un progetto di mail art (https://www.iyezine.com/poster-parade-2007-mail-art-project-2) nel 2007. Come avrai capito a iye piace molto l’arte dal basso, la cosiddetta street art. Mail art si definisce un movimento artistico populista che usa il servizio postale come mezzo di distribuzione, tramite l’invio di opere generalmente di piccolo formato, creando così un feed-back tra mittente e destinatario.
Ovviamente, su tali premesse, crediamo molto in questi eventi, con la possibilità in futuro di poterli anche esporre in qualche piccola mostra.
Sono contento che per contrastare e diversificare questi limitanti tempi imposti dalla obbligata quarantena (noiosi da passare in casa) e che corrono imprevedibilmente su uno sfondo drammatico, il che è dir poco, si sia pensato di inserire sulla home page una nuova occasionale striscia… FROM MY WINDOWS è redatto come un diario preposto a raccontare la quarantena di chi ne volesse dar notizia in modo personale, spontaneo, divertente, artistico ed alternativo. Ed è aperto ad ogni collaborazione e partecipazione. Occorre farci un salto su per rendersi conto degli originali contenuti esposti sulla bella striscia, in ogni caso il materiale che vorrete sottoporci, ed eventuali domande, ricordate di inviarcele col tramite mail: [email protected]. Quindi fatevi sotto, vi riceveremo amichevolmente!
Davvero grandioso! Quindi, avendo a cuore pure la divulgazione libera di opinioni nella sezione ‘ARTICOLI’, entro cui transitano differenti temi di attualità e non solo, vedo che dai risalto alla poesia, ai racconti e agli haiku di Claudio Spinosa – la sua è presenza fissa sulle vostre pagine.
L’ultimo sguardo vorrei posarlo lungo la sezione più eccitante, parlo per me, della rivista, detta IyeLab.
Cose pazzesche vi ho letto là dentro e lo testimonio addirittura con la presenza di qualche mio scritto ‘sopra le righe’. Possiamo dire che è un’estensione a innumerevoli moduli espressivi, è così, Simone?
– Sì, potremmo chiamarla in questo modo, una lavagna dove ognuno può scrivere ciò che vuole e con la tecnica preferita; il mezzo non fa differenza, è la voglia di esprimere, di esprimersi a cui si da risalto.
Gli Haiku li trovo sempre molto interessanti, sintetici, poetici. Essenziali.
Ringraziamo Simone Benerecetti per la sua lungimiranza e tenacia, rendendo possibile questa intervista che ha visto la luce rubando molti attimi di tempo improvvisati, ma che ci fa consci del poter contare su una fanzine che come visto travalica la semplice funzione di rivista di settore on line, fondata per dare voce a chi non la ha e riservando uno spazio ottimale teso a dare impulso partecipativo delle tante cose che ci ruotano intorno.
Chi passa di qui ci lascia il cuore, poiché questa è una creatura a cui si vuol bene.
Tale positività alimenta il motore che ne genera la continua trasformazione, con filosofica oculatezza di tempo e di mezzi.
In Your Eyes ezine raccoglie una significativa esperienza filtrando fin nel quotidiano; la sua attitudine non è rivolta meramente a raccontare, ma nel proprio intimo a creare, a fare, ad esercitare la mente e lo spirito critico nella sacrosanta ottica Do It Yourself. Complimenti a Simone e al valoroso staff dei collaboratori, che attraverso il loro lavoro sono assolutamente ripagati della fedele dedizione e attenzione dimostrata dai numerosi fans, permettendo a tutto tondo, ancora, di poter dare un senso alla parola libertà.
Grazie Bob!
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