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Recensione : The Queen Is Dead Volume 61 – Indus Valley Kings / Mirror Queen / Fatso Jetson / Deep Space Mask

Puntata psichedelica e di musica onirica. Si comincia con i newyorchesi Indus Valley Kings e il loro gran bel stoner metal. continuando con l'hard rock psichedelico venato di NWOBHM dei concittadini Mirror Queen. Ci spostiamo poi in California a Palm Desert da dove sono partiti i Fatso Jetson, qui catturati dal vivo in Italia nel 2013.

The Queen Is Dead Volume 61 - Indus Valley Kings / Mirror Queen / Fatso Jetson / Deep Space Mask

Puntata psichedelica e di musica onirica. Si comincia con i newyorchesi Indus Valley Kings e il loro gran bel stoner metal. continuando con l’hard rock psichedelico venato di NWOBHM dei concittadini Mirror Queen.

Ci spostiamo poi in California a Palm Desert da dove sono partiti i Fatso Jetson, qui catturati dal vivo in Italia nel 2013.

Indus Valley Kings

Possente ritorno sulla lunga distanza per i newyorchesi Indus Valley Kings con il nuovo “ Origin “, un disco uscito in autoproduzione. Chi frequenta le nostre pagine li conosce dal precedente disco omonimo del 2021, con il quale avevamo scoperto un trio coriaceo, ferocemente underground e con un suono molto ben definito.

I nostri fanno uno stoner metal duro e con risvolti psych. Con i loro riffs costruiscono un muro sonoro che va a cozzare contro la realtà nella quale viviamo, portandoci da un’altra parte in un mondo antico e che la razza umana conosce molto bene, dato che è quello della nostra alba della vita.

L’immaginario del gruppo è quello classico del desert stoner, sentire antico e musica moderna. Il suono degli Indus Valley Kings è distorto, pesante il giusto e molto spesso prende la bella via delle jams libere, cosicché la musica fluisce libera e il trio inventa sempre cose molto interessanti, pur tenendo un’intelaiatura molto minimale e scarna che viene valorizzata al meglio. “ Origin “ è un disco molto interessante e vario che si farà amare dalle teste fumate che cercano il giusto refrigerio per la mente.

Personalmente ho un grande debole per i gruppi come il loro, persone che amano la musica per davvero, e ne fanno di ottima, sono ulteriormente cresciuti rispetto al disco precedente che era già buono, un disco ben costruito con dolce distorsioni che parlano alla parte più antica del nostro cervello.

Un gruppo che sta facendo cose notevoli e si candida a disco dell’anno, non solo pera la musica.

Mirror Queen

L’americana Tee Pee Records è un’etichetta da tenere molto d’occhio, poiché regala sempre ottima musica ai suoi seguaci. Questa volta è il turno dei Mirror Queen, un gruppo con un suono molto molto particolare.

Il loro quarto disco ” Inviolate “ è un lavoro dalle sonorità molto anni settanta, con molto hard rock e venature Nwobhm, e anche tanta psichedelia. Il risultato è molto originale e riporta il gruppo sulla mappa. Nati dalle ceneri dei newyorchesi Kreisor il gruppo ha cominciato a girare nel 2011 con il loro debutto “ From earth below “, che li fece conoscere anche in Europa.

La loro proposta musicale è molto ricercata, è una miscela di suoni cin armonia fra loro, e sia come temi che come atmosfere ci si avvicina molto alla magia dell’epos medioevale, delle favole che dopo il loro termine non sai se hai sognato o se sei ancora sveglio e cosciente. Le melodie sono costruite molto bene, la musica è davvero ben composta e si può notare una grande cura delle loro canzoni.

Le sette canzoni sono tutte ben bilanciate e hanno un forte gusto anni settanta, e hanno la calma delle cose fatte con un certo criterio musicale. La loro musica è dilatata e dilata le nostre percezioni e si ha l’impressione di essere di fronte a dei moderni cantastorie.

“ Inviolate “ è un disco fatto molto bene, particolare e con un suono tutto, e questo quarto disco è forse il punto più alto dei Mirror Queen ,e non è ancora finita.

Fatso Jetson

Disco registrato dal vivo in uscita per la Go Down Records in Italia al Maximum Festival del 2013, svoltosi presso il locale Altroquando a Zerobranco in provincia di Treviso. Lo storico gruppo californiano di Palm Desert è stato uno dei padri putativi del desert stoner e del desert rock, con le sue atmosfere lascive ed incandescenti.

Il gruppo californiano si è formato nella stessa città di un altro gruppo fondamentale per questo genere i Fu Manchu.

I die gruppi hanno condiviso il primi palchi a Palm Desert, e non poteva essere che quella città a battezzare i nostri. Rispetto ai Fu Manchu e ai Kyuss i Fatso Jetson hanno avuto meno successo di vendite e sono meno conosciuti, ma sono molto apprezzati dagli amanti del genere, se non addirittura preferiti ai gruppi di cui sopra.

Il perché lo potete scoprire anche voi ascoltando questa registrazione di un concerto al di sopra delle righe, dove i Fatso Jetson buttano tutta la loro essenza, dove il rumore si mischia a riffs che ti entrano in testa, e ci si comincia a muovere come un verme del deserto.

Le distorsioni sono al massimo, gli amplificatori stanno per scoppiare e i Fatso Jetson fanno rock and roll per davvero. Ascoltando “ Live at the Maximum Festival “ si può anche apprezzare la continua evoluzione di questo gruppo, che col passare degli anni ha saputo incorporare dentro al suo suono tanta psichedelia, elementi compositivi del free jazz e anche hard rock. In questo disco i Fatso Jetson sono al loro apice, e sono stati catturati dal vivo con una bella resa, inoltre la Go Down Records ha incluso nella confezione digisleeve del cd il poster del concerto che merita tantissimo già lui da solo, e i codici per scaricare in Hd il video del concerto.

Grande testimonianza dal vivo di un gruppo che ha nel concerto il suo orgasmo totale, una creatura impazzita e molto meno ingessata di tante altre del suo genere.

Deep Space Mask

“ In tenebris “ per Argonauta Records è il secondo disco per il mostro musicale creato dal francese Raymz ex cantante e bassista dei Fiinky Pie.

Il suono è un doom metal a tematiche occulte, molto incisivo e corrosivo, potente e coinvolgente. Il suono è abbastanza minimale, batteria, basso e chitarra, il tutto è amalgamato molto bene e lascia un’ottima impressione. Rispetto al già buon debutto “ Songs from the dark light “ del 2021, questo disco è maggiormente strutturato e si avvicina maggiormente al suono doom metal della costa est americana, con i suoi tempi dilatati ma sempre molto vicini alle proprie radici metal. “ In tenebris “ è un disco che mette in mostra le capacità compositive di Raymz, che riesce a convogliare molte cose nella stessa traccia, riuscendo a mettere insieme cose più veloci con quelle più melodiche, tenendo sempre come timone nella sua navigazione il doom metal.

Gli assoli di chitarra sono al posto giusto e riescono a dare maggiore pathos alle tracce, che dovrebbe essere lo scopo dei virtuosismi con le sei corde, che non dovrebbero mai essere fini a loro stessi. Il suono di Deep Space Mask è molto scenico e potrebbe benissimo essere usato come colonna sonora per film horror o weird.

Inoltre si scorgono anche momenti di punk hardcore in stile Misfits che non guastano mai, anzi. Un bel secondo disco per una creatura musicale da seguire.

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