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Recensione : Antea – Trepverter

Dischi come questo richiedono ascolti molteplici e approfonditi, per poter assaporare meglio e capire, quasi dovessero essere lasciati decantare, come un vino possente, o come certe frasi da comprendere in diverse fasi lunari.

Antea – Trepverter

Trepverter è il termine yiddish per indicare una particolare frase usata per controbattere ad una provocazione, ma arrivata ormai fuori tempo massimo e quindi inutilizzabile. A parte la perfezione della lingua yiddish, qui abbiamo un disco di grande valore.

Il lavoro è, per ammissione degli stessi Antea, se non un concept album, comunque un disco con sette pezzi che sono molto vicini fra loro per intenti.
Gli Antea sono insieme dal 2001, ma solo dal 2008 iniziano a scrivere musica con convinzione, e da allora hanno fatto molti concerti prima di approdare a Trepverter, loro disco d’esordio.
La loro musica è un post metal con molte sfumature e vari indirizzi. Se dovessi cercare un paragone per farvi capire cosa intendo, direi tra Isis, Neurosis ed Intronaut, con qualcosa in più di un mero incrocio a sette note.
Il tutto è progressive, nel senso che va sempre avanti alla ricerca di qualcosa senza mai fermarsi, ma vi è anche una forte impronta grunge.
Nell’impasto del post metal il grunge è forse la parte più essenziale, essendo un ingrediente che permea molte cose. Certi stacchi di questo disco, certe melodie, certe atmosfere ne vengono da lì.
Trepverter è un disco molto alto e robusto, forte e dolce al tempo stesso, che ci fa conoscere un gruppo che ha molti talenti ma anche tanti e tanti giusti ascolti alle spalle e davanti.
Pezzi come Shift o la terminale Arkys sono cose davvero rare e fantastiche da sentire, ma tutto il disco è un gioiello di varietà di stili e registri.
Il punto fermo è il viaggio, il lasciarsi cullare da una musica che arriva sia dal basso che dall’alto. Certamente gli Antea hanno dei punti fermi e forti influenze, ma riescono a rielaborare il tutto in una cosa diversa e molto allettante.
Dischi come questo richiedono ascolti molteplici e approfonditi, per poter assaporare meglio e capire, quasi dovessero essere lasciati decantare, come un vino possente, o come certe frasi da comprendere in diverse fasi lunari.
E a differenza della sua etimologia yiddish, Trepverter non è assolutamente fuori tempo, ma percorrerà molte strade insieme a noi.

Tracklist:
1. Tiberian
2. No One’s Coming
3. Laon
4. Down There
5. Room 13
6. Shift
7. Arkys

Line-up
Francesco Calzona – Chitarra
Davide ‘Pink’ Colombino – Voce, Synth
Davide Bellotti – Batteria
Luca Serra – Basso, Elettronica live

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