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Recensione : Shabda – The Electric Bodhysattva

Mantra moderni che racchiudono un antichissimo segreto, aperture della mente in direzioni diverse, droni che non uccidono e fughe infinite.

Shabda – The Electric Bodhysattva

La musica dei Shabda non ha fine, perchè in quella musica non c’è inizio, vi è solo creazione. Shabda è il suono, l’unità base di esso dal quale viene formato il mondo, ed è anche la radice di ogni mantra. La musica di The Electric Bodhisattva non può venir giudicata secondo i nostri termini comuni ed usuali, non dovrebbe neanche essere giudicata, va semplicemente ascoltata. Questo disco è un viaggio, e le sue tappe sono cinque in senso fisico, molte di più in senso metafisico. Gli Shabda ci portano lontano, senza troppi effetti o fronzoli, con sitar, chitarra e laptops, ma soprattutto con l’immaginazione. Marco Castagnetto e Anna Airoldi sono le basi dello Shabda, e vengono supportati dal chitarrista Riccardo Fassone. Insieme esplorano il tantrismo, il taoismo e l’esoterismo occidentale. I summenzionati erano anche i musicisti dei Thee Maldoror Kollective, gruppo già molto all’avanguardia. Qui non ci sono confini, né fisici, né tantomeno sonori. La ripetitività diviene mantra, e il mantra si schiude nel piacere. 60 minuti che saranno ripetuti più e più volte dal vostro lettore. Presentato in una splendida copertina, in 200 esemplari soltanto.

Tracklist:
1.Canone del Termine del Tempo
2.Satyarth Parkash
3.Goldspermhumus
4.Samadhi Nirvikalpa
5.The Um-Lah Tiger, Devourer of Void

Line-up:
Marco Castagnetto
Riccardo Fassone
Anna Airoldi

SHABDA – pagina Facebook

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