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Recensione : Synthesis – A New Romantic Age

Band e album sopraffini: la scena metal italiana ancora una volta non tradisce, confermandosi capace di dire la sua con album eleganti come questo.

Synthesis – A New Romantic Age

Dopo essermi immerso nelle atmosfere malmsteeniane del notevole “Second Act”, disco solista di Giulio Rossi, eccomi qui a perdermi nel raffinato class metal dei Synthesis, band della quale Giulio è tuttora il chitarrista, in uscita con questo quarto, bellissimo album nei primi giorni dell’anno.

Il nuovo lavoro del gruppo ternano, i cui primi passi risalgono addirittura al 1978, arriva sei anni dopo “A Wider Space”, portando alcune modifiche alla line-up: Alessandro Mechelli (chitarra) e Giuseppe Maniaci (basso) non sono più della partita, rimpiazzati da Roberto Casini, al suo rientro, e dal cambiamento di ruolo di Max Evangelisti, che passa al basso e alla seconda voce.
La band parte alla grande con uno strumentale, The Return, che funge da presentazione al disco, con tutti i musicisti sugli scudi; si passa ad una ritmica hard rock per Never Forget You, dove appare la voce di Stefania Capponi a duettare con Roberto Casini.
You Don’t Need Me, aperta da un bel giro di basso, è un brano metal tout-court dove Giulio Rossi ci regala un assolo da brividi e cede il passo alla ballad One Step Closer, riuscita song dal tocco drammatico e con una altro assolo che sprigiona pathos dai rimandi epic.
Class metal americano è ciò che ci propongono i Synthesis con la bellissima Young And Free, radio rock a palla e tuffo negli anni ottanta, per una delle song più riuscite del disco; Tarantarock è un intermezzo di un minuto nel quale la chitarra di Rossi corre veloce su una base di taranta, ma si torna subito a viaggiare sulle già battute strade del class metal più raffinato con Tears In My Eyes e Kriminal World, altro grande brano che mi ha ricordato a tratti gli americani Survivor.
L’album si chiude con The Racing, dove spicca un altro notevole assolo del chitarrista ternano, e dalla ballad Sending’out The Love, cantata con trasporto dal vocalist e chiusa da ariosi synth, oltre che da uno splendido giro acustico.
In conclusione, band e album sopraffini: la scena metal italiana ancora una volta non tradisce, confermandosi capace di dire la sua anche in generi magari datati, ma che hanno ancora molto da dare alla causa, soprattutto con album ben fatti ed eleganti come questo, impreziosito dalle prove di musicisti che non hanno nulla da invidiare ai colleghi stranieri.

Tracklist:
1. The Return
2. Never Forget You
3. You Don’t Need Me
4. One Step Closer
5. Young and Free
6. Tarantarock
7. Tears in My Eyes
8. Kriminal World
9. The Racing
10. Sendin’ Out the Love

Line-up:
Roberto Uccellini – Drums
Giulio Rossi – Guitars
Massimo Evangelisti – Vocals, Bass
Roberto Casini – Vocals

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