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Recensione : Giulio Rossi – Second Act

Un album ottimamente suonato e cantato, offertoci da parte di un artista magari poco conosciuto ai più, ma meritevole senz'altro di una maggiore attenzione, specialmente da parte di chi apprezza questo tipo di sonorità.

Giulio Rossi – Second Act

Secondo album per l’ex chitarrista dei Synthesis, Giulio Rossi che, come nel primo capitolo, si avvale della collaborazione di una manciata di vocalist, da Alex Evangelisti (anch’egli nei Synthesis), ad Aldo Caprini e Stefano Firmani (ex Glory Hunter), Alessandro Zephyr (Zephyr) e Frank Marino degli Afterburner.

L’album è un piacevole tuffo nel passato del metal neoclassico, con brani che ricordano il glorioso periodo nel quale Yngwie Malmsteen ci deliziava con album straordinari come “Rising Force”, “Trilogy” e “Marching Out”, e regalandoci sprazzi di hard rock ottantiano in alcuni brani del disco.
Si parte alla grande con il primo pezzo, dal titolo Comes a Time, grande esempio di metal con assolo neoclassico dove l’ispirato Giulio sciorina un assolo malmsteeniano elegante e raffinato.
C’è Aldo Caprini dietro al microfono per Anything Make Me Blind, dall’incedere cadenzato che lascia spazio allo strumentale Dream to Open Eyes, dove l’hard rock prende il sopravvento: il chitarrista non cade nel tranello dei soliti brani fatti dii scale senza senso ma, anzi, ci consegna una song piacevole, prima della bellissima Stazzema (Victims of Horror), brano prevedibilmente dalle atmosfere drammatiche cantato in maniera splendida dal teatrale Alessandro Zephyr.
Arrivati a metà del lavoro il metal neoclassico riconducibile al talento svedese prende per mano il songwriting del collega italiano e veniamo travolti dalle sonorità che hanno entusiasmato gli appassionati di tutto il mondo: Classic Fire, Before the Light, sono tuffi nel passato accompagnati dalla voce di Max Evangelisti, prima che Electric Caprice Orchestra ci travolga con le sue squisite divagazioni orchestrali e Giulio dia sfoggio della sua ottima tecnica.
Non poteva mancare, ovviamente, la cover di un brano malmsteeniano, e Giulio sceglie il meglio: Rising Force esplode in tutta la sua bellezza affidata all’ugola di Frank Marino, a far le veci di Jeff Scott Soto, una cover riuscitissima per la quale va fatto un plauso a tutti i musicisti coinvolti.
Chiude l’album Passion at Sunset, altro strumentale dalle atmosfere ariose, la chiusura perfetta di un buon album, ottimamente suonato e cantato, offertoci da parte di un artista magari poco conosciuto ai più, ma meritevole senz’altro di una maggiore attenzione, specialmente da parte di chi apprezza questo tipo di sonorità.

Tracklist:
1. Prelude
2. Comes a Time
3. Anything Make Me Blind
4. Dream to Open Eyes
5. Stazzema (Victims of Horror)
6. Classic Fire
7. Before the Light
8. Electric Caprice Orchestra
9. Rising Force (Y. J. Malmsteen Tribute)
10. Passion at Sunset

Line-up:
Giulio Rossi – Chitarra,Tastiere

Stefano Firmani – Voce traccia 2)
Aldo Caprini – Voce (traccia 3)
Alessandro Zephyr – Voce (traccia 5)
Max Evangelisti – Voce (traccia 7), Basso (traccia 1)
Frank Marino – Voce (traccia 9)
Cristian Susanna – Tastiere (tracce 1,8,3,5,10)
Alex Silvestrelli – Tastiere (traccia 2)
Francesco Briotti – Tastiere (traccia 9)
Joe Chirchirillo – Basso
Emiliano Catalano – Batteria

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