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Recensione : Space Fisters – Vol.1

Gli Space Fisters non inventano nulla di nuovo, ma il canovaccio lo migliorano e fanno un gran disco coinvolgente e divertente.

In Francia sembra che sia scoppiata un’epidemia di fuzz pesante. Il suono grasso, distorto e potente ha preso fieramente radice in Francia come possiamo sentire nel bel debutto di questo trio francese. Il disco è ambizioso vola e fa volare alto, con una suono diretto e molto analogico.

Gli Space Fisters non inventano nulla di nuovo, ma il canovaccio lo migliorano e fanno un gran disco coinvolgente e divertente.
La loro dimensione è sicuramente quella della jam, il potere esprimersi liberamente, saturando lo spazio disponibile come le valvole degli ampli in fiamme.
Tutto il lavoro è fortemente anni settanta e dalla durezza dello stoner si passa allo space rock molto frequentemente, ovviamente il tutto rimanendo nell’ambito della musica pesante.
Vol. 1 va considerato nella sua interezza, nei suoi 36 minuti di lunghezza psichedelica e psicotropa. Il tutto è finalizzato all’esperienza dal vivo che sicuramente loro sanno rendere al meglio. Prima di esordire su disco il trio ha supportato i Red Fang, i Kadavar, gli Earthless e i Stoned Jesus fra gli altri.
Una bella botta di fuzz potente e distorto, rovente e magmatico.

Tracklist:
1. Short Daze
2. Yellow Hills
3. Goddess of Love / Priestess of Pain
4. Bozz

Line-up:
Clement Baltassat – Basso e Voce
Robin Prouchon – Chitarra
Leo Mo – Batteria

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