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Recensione : Lilith Velkor – Lone

Incredibile lavoro per questo giovane trio di Brooklyn che fonde grunge, noise e tanta rabbia.

Incredibile lavoro per questo giovane trio di Brooklyn che fonde grunge, noise e tanta rabbia.

I ragazzi vengono da Brooklyn e prendono i lmeglio dal grunge quello più cattivo e lo fondono con il noise punk degli Unwound, degli Unsane e degli Helmet, essendo comunque sempre di New York.
I Lilith Velkor hanno una grande forza ed una grande urgenza nel suonare e nel dire le cose, facendole arrivare dritte al cuore e alla faccia dell’ascoltatore. Chi ha qualche anno oltre i trenta ed apprezzava il grunge non può che stuprisi di fornte a questo suono, che è davvero molto forte e potente e che soprattutto rimanda ad un suono che si credeva superato.
Ma questa non è affatto una mera operazione di nostalgia, ma una forma estremamente attuale di suonare e di dire le cose.
In tutto il disco gira una specie di rabbia mista a malinconia, mixata a grande tenacia che davvero non ti lascia.
Lone è un disco che non può lasciare indifferenti e si inserisce tra i dischi più belli di quest’anno. Anche se fosse uscito negli anni novanta questo sarebbe stato un gran disco.
Dentro vi è quel gusto rumoristico che si può definire l’hardcore del noise, dove le distorsioni ci sono ma non così preponderanti e dove la rabbia è sopra a tutto.
Un esordio decisamente positivo e prepotente.

Tracklist:
1. Blue Mourning
2. Scratch and Bite
3. Summerland
4. I Don’t Care
5. Ground Me
6. Foiled
7. Ink
8. Denied
9. The Waiting
10. More Than This
11. Aggroculture
12. Sore Soaring

Line-up:
Mando – Chitarra, Voce
Veep Reekins – Batteria
Paul – Basso

LILITH VELKOR – Facebook

Scratch and Bite

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