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Recensione : The Queen Is Dead Volume 111 – Spectral Wound, Metal Church, Skyeye

Spectral Wound, Metal Church, Skyeye: èuntata molto metallosa e poco petalosa, si parte dal Quebec con del black metal, poi in Usa per il thrash metal di un gruppo epico, e si chiude con un gran bel disco heavy metal sloveno.

Spectral Wound, Metal Church, Skyeye

The Queen Is Dead Volume 111 – Spectral Wound, Metal Church, Skyeye

Puntata molto metallosa e poco petalosa, si parte dal Quebec con del black metal, poi in Usa per il thrash metal di un gruppo epico, e si chiude con un gran bel disco heavy metal sloveno.

SPECTRAL WOUND

Nuovo disco per gli Spectral Wound da Montreal in Quebec, si intitola “Songs of blood and mire” ed esce per Profund Lore. Gli Spectral Wound sono uno dei gruppi black metal che vanno per la maggiore in questi ultimi anni, si sono costruiti una solida base di ascoltatori grazie ad un black metal molto debitore a quello delle origini, potente e con molti elementi dell’atmospheric black metal, con una sintesi originale e molto godibile.

Il suono è furioso ma mai privo di melodie che lo rendono anche sognante ed etereo in alcuni suoi tratti. Nello scorrere del disco si ha la netta impressione che il gruppo non sbaglia una canzone, e tutto il disco presenta un’organicità ben definita.

Il canone scelto è quello scandinavo anche se è fortissima l’impronta del black metal canadese e in special modo quello del Quebec che è ad oggi una della maggiori scende mondiali. “Songs of blood and mire” è un disco granitico e al contempo molto godibile, e possiede quelle stimmate da grande disco, grazie ad una composizione superiore e molto coinvolgente, grazie anche ad una varietà difficilmente riscontrabile nel genere.

Questo lavoro è fra il meglio che il black metal odierno possa offrire in termini di qualità e di fruibilità, poi ovviamente se un ocerca il raw balck metal lo-fi qui non lo trova, e certamente molti criticheranno questo gruppo, ancora di più con u disco di questa qualità. Black metal di grande spessore, tutto funziona benissimo.

METAL CHURCH

I Metal Church sono uno dei maggiori gruppi thrash metal degli anni novanta, e in questi giorni pubblicano per The Reaper Entertainment “The final sermon”, un live registrato in Giappone a Kawasaki durante la promozione per il disco “Damned if you do”, l’ultimo della loro discografia.

La bellissima avventura musicale del gruppo americano si è in pratica conclusa con la morte nel 2021 del cantante Mike Howe, uno dei principali protagonisti del gruppo, con la sua voce particolare e thrash al mille per cento. Il gruppo ha poi continuato con un altro cantante dando alle stampe un seppur buono “Congregation of Annihilation”, ma conHowe era un altro sentire.

Questo disco dal vivo cattura tutta l’energia, la potenza, e la tecnica di un gruppo che non ha mai smesso di macinare ottimo thrash metal, anche se ascoltando il disco si capisce molto bene che sebbene il thrash metal sia la cifra principale il gruppo sia proprio metal nella sua essenza.

La scaletta dell’esibizione giapponese racchiude i loro maggiori successi e qualche pezzo dal penultimo disco del 2018, ed è davvero di ottima fattura, regalando l’immagine di un gruppo che ha sempre avuto ben presente la propria traiettoria musicale e che dopo decenni spacca ancora i culi. Pezzi come “Beyond the black” rappresentano la storia del thrash metal e del metal in generale, e come quando da piccoli i più grandi ci consigliavano mitiche cassette da ascoltare, questo live è assolutamente da consigliare a chi volesse ascoltare ottimo thrash metal di qualità garantita.

Non solo un’operazione nostalgia o un più che doveroso tributo a Mike Howe, ma un gran bel disco di metal dal vivo.

SKYEYE

Dalla Slovenia tornano gli Skyeye, heavy metal classico, potente e suonato molto bene. Questo loro terzo disco “New horizons” esce per Reaper Entertainment ed è un gran bel disco metal. Il gruppo sloveno aveva già fatto sentire ottime cose con i due dischi precedenti, e con questo nuovo lavoro conferma quanto di buono e vanno ancora oltre, definendo maggiormente il loro suono, proponendosi come una delle migliori realtà metal in Europa e non solo.

Ogni brano del disco è incalzante, ben suonato, fresco e moderno ispirandosi ai mostri sacri del genere come gli Iron Maiden, Judas Priest e altri, trovando una via personale ed originale, proponendo sempre soluzioni sonore stimolanti e che invogliano l’ascoltatore a rimanere incollato. Molti dischi metal sono un po’ di maniera, magari ben suonati ma per rispettare i canoni del genere si rimane impanatati, ma qui non succede questo, anzi, si prende la rincorsa per spiccare un salto e volare ancora più in alto.

L’heavy metal degli Skyeye è realmente un ponte che unisce, passato, presente e futuro in una sintesi molto ben riuscita, grazie ad un suono che è di ottima qualità e che regala molta soddisfazione all’ascoltatore. Si percepisce molto chiaramente che questi sloveni amano il genere, lo rispettano e apportano un loro notevole contributo.

Un buon disco a tutti gli effetti, il migliore della loro discografia, heavy metal di ottima fattura.

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