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Recensione : Grave Babies – Holographic Violence

Un album di istantanee volutamente decadenti e magnifiche, con una musica davvero di alto livello, e tante storie dentro.

Tempo, fluttuare nel suo cilindro di minuti e secondi che svaniscono, perdendosi lontani.

Sedersi e degustare un disco, tenendo vicino la meraviglia che può scaturire nell’ascoltare un disco fuori dal tempo come questo Holographic Violence dei Grave Babies di Seattle.
Questo è un oscuro disco anni ottanta composto e registrato nella nostra epoca, un grido di aiuto e di speranza che si contrappone a questo futuro distopico.
I Grave Babies sono alla seconda opera e sono un gruppo che ha ben precisa la propria direzione, si prendono tutto il tempo che ci vuole per fare un disco e ne vale molto la pena.
Sono passati cinque anni dal debutto “Deathface” e due da “Crusher”, il fondatore e compositore Danny Wahlfeldt ha affinato ulteriormente la già ottima scrittura, e queste canzoni sono ben costruite anche se spontanee, con una cifra stilistica assolutamente personale.
Volendo ricercare paragoni potremmo andare a pescare nella scena new wave, forse meglio darkwave degli anni ottanta, quel sapore di sconfitta con stile, quel vivere dentro l’eroina che deforma le cose, rendendole anche dolci. Bisogna prendersi tempo per perdersi in questo labirinto nebbioso, in questo dolce lasciarsi andare, nella bellezza del momento appena precedente la dolce morte del sonno, un bacio scambiato a fior di labbra, forse l’ultimo.
I Grave Babies sono un gruppo unico nel panorama mondiale e piaceranno a chi ha un certo gusto ed un indole solitaria, ma sono anche una realtà di gran valore.
Un album di istantanee volutamente decadenti e magnifiche, con una musica davvero di alto livello, e tante storie dentro.

Tracklist:
1. Eternal ( On & On )
2. Beautiful Lie
3. Try 2 Try
4. Something Awful
5. Punishment ( Only a Victim )
6. Metal Me
7. Pain Iz Pleasure
8. Positive Aggression
9. N2 Ether
10. Concrete Cell
11. War

Line-up:
Claire
Mark
Bryce
Danny

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