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Recensione : Vv.aa. – La Ciudad Secreta. The Experimental Sounds Of Barcelona 1971 – 1991

Inestimabile documento di una scena autosufficiente ed impermeabile alla commercializzazione.

Alla fine degli anni sessanta a Barcellona si respirava un buon fermento musicale, anche perché la città è sempre stata una delle più vivaci a livello musicale nella penisola iberica.

La filiazione più famosa di questa situazione fu il movimento prog rock di Barcellona, con gruppi come Maquina !, Om, Musica Dispersa e tanti altri. Questo accadeva in superficie.
Nella città di sotto, la parte nascosta di Barcellona, vi era un insieme di persone, gruppi ed esperienze, molto più sperimentale e prolifica, una capillare rete di musica underground.
Al suo interno free jazz, improvvisazione, noise rock, elettronica, cantautorato e molto altro.
Non era una vera e propria scena, essendo più un insieme eclettico di individui che erano impegnati nella ricerca musicale al di fuori della commercializzazione.
Infatti uno dei punti salienti di queste musiche era la completa auto sufficienza dei musicisti, ovvero
il non ricercare il consenso del pubblico e della critica.
Tutto ciò portò molti di questi musicisti ad essere ostracizzati dal pubblico, sia per la loro musica non spendibile commercialmente, sia per la loro diffidenza verso l’industria musicale.
Uno dei periodi di maggior splendore di questa situazione furono le Jornadas Liberataris Internacionales del 1977, uno degli ultimi congressi anarchici della storia e che riportava Barcellona al centro di quel mondo dopo la lunga estate dell’anarchia durata dal 1936 al 1939. In quell’occasione molti artisti che si riconoscevano in quelle idee si riunirono e portarono in superficie un sacco di esperienze diverse ed interessantissime.
In questo caso gli artisti misero in mostra la loro capacità di resistere in un ambiente ostile.
Questo disco testimonia tutto ciò, in un lasso di tempo di vent’anni, nell’epoca che precedette poi le altre mille esperienze musicali barcellonesi a venire, come il festival Lem e tanto altro.
Si possono ascoltare musiche interessantissime e musicisti davvero validi, tra free jazz, improvvisazione ed elettronica. Il tutto con modalità do it yourself di produzione e diffusione.
Questa documentata in 3 lp/cd è musica davvero diversa, non alternativa (che è davvero un brutto concetto) bensì una corrente culturale spontanea e di vera ricerca che non voleva fare proselitismo ma solo “fare”.

Tracklist:

CD1 (1971-1976)
1. Bueyes Madereros- Núvol de fum
2. Eix de Baf- Live in Trocadero
3. Perucho’s- Tumor
4. Eduardo Polonio- Me voy a tomar el Orient Express
5. Suck Electrónic Enciclopèdic Ciéncia ficció
6. Macromassa – Primeras impresiones.
7. La propiedad es un robo – Cunit directe

CD2 (1976-1979)
1. Neuronium- Catalepsia
2. J aume Cuadreny- Au, vest’en a dormir
3. Klamm- Working Italia
4. Los Psicópatas del Norte – Suicidio
5. Adictonía – La màquina trans-memoriam
6. Tropopausa – Amílcar Abarca
7. Xeerox- Evasion du future
8. Albert Giméne z- Raga de Barcelona
9. Tendre Temble s- Kalahari

CD3 (1979-1991)
1. Koniec- Ensayo de costumbres en los últimos tiempos (80’s)
2. Error Genético- A
3. Dial- Impop
4. Entr’acte- No es deixi vestir per una màquina
5. El grito acusador- La chacha robótica
6. Melodinamika Sensor- Rngie
7. Tres- Panodrama
8. RSP- Agonía bereber
9. 32 Guajar’s Faragüit- Transuetra Express
10. Camino al desván- La escarcha / Enseñanzas oblícuas
11. Avant-Dernières Pensées- Masturbación
12. Naïf- La sombra de un sombrerero
13. Moisés, Moisés- Anita Miasma se pasa al bondage

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