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Recensione : Corpsefucking Art – Quel Cimitero Accanto Alla Villa

Nuovo capitolo della saga horror/splatter dei Corpsefucking Art.

Corpsefucking Art – Quel Cimitero Accanto Alla Villa

Nuova uscita discografica per i veterani della scena death estrema nazionale, i capitolini Corpsefucking Art, band votata al brutal e protagonista, con questo massacro horror/splatter, di quello che nel genere (per il sottoscritto) è uno dei più riusciti lavori dell’ultimo anno.

Per chi ancora non conoscesse questo seminale gruppi romano, ricordo che è attivo da una ventina d’anni e che l’esperienza accumulata fa sì che la loro musica, pregna di testi grotteschi e dall’impatto gore, sia sempre controllata, mai fine a se stessa e piacevolmente “estrema”.
Una band di tale portata merita assolutamente un accenno alla sua ventennale storia e allora: nascono nell’ormai lontano 1993 sotto il monicker Enthralment, con il quale licenziano un demo, modificandosi poi in Corpsegod e facendo uscire nel 1996 l’album “Opinion About Sorrow; l’esordio come Corpsefucking Art avviene nel 1999, dopo varie vicissitudini e diversi cambi di line-up, con il debutto “A Puzzle of Flesh”.
Il brutal death della band arriva fino ai giorni nostri passando tramite tre full-lenght: “Splatter Deluxe” del 2003, “War of the Toilet Gear” del 2005 e “Zombiefuck” del 2008, intervallati da una compilation, un singolo ed uno split con i Goretrade.
Il nuovo album, dal titolo in lingua madre, tributo al nostro mai troppo elogiato Lucio Fulci,regista di culto che ha influenzato una marea di registi e sceneggiatori nel mondo dell’horror, è un massacrante tuffo nel mondo dei Corpsefucking Art, una devastante immersione nello splatter/gore, dove i testi sempre estremi ma con quel tocco grottesco tra il blasfemo e l’ ironico, fanno da contraltare ad un serissimo brutal.
Quel Cimitero Accanto Alla Villa, tanto per citate nomi conosciuti, va ad insidiare la leadership di compagnie brutali come Cannibal Corpse e Autopsy, con l’aggravante di provenire dall’Italia, paese dove, oltre a giocare a calcio (neanche troppo bene,visti i recenti risultati), si è capaci di fare horror come pochi al mondo in tutti i campi e questo nuovo lavoro della band romana ne è l’esempio più lampante.
I Corpsefucking Art girano a mille e la mezz’ora di massacro vi sembrerà un attimo, presi a colpi di mannaia dal potentissimo growl del malefico Claudio (Rabid Dogs), dalla potentissima sezione ritmica composta da Marco De Ritis al basso e dall’inumano Eddie Vagenius alle pelli, praticamente il Jason di “Venerdi 13″ che sfoga i suoi istinti picchiando sul drum kit; puntuale come un orologio, poi,  la chitarra di Andrea Cipolla, capitano del vascello Morbo del quale ho avuto piacere di parlare riguardo al debutto di pochi mesi (“Addiction to Musickal Dissection”, bellissimo esempio di death old school).
Con una copertina da Oscar ed un ulteriore omaggio al maestro Fulci nella devastante Cat in the Brain, l’album è da avere senza riserve, assolutamente obbligatorio per i fan del death metal che troveranno pane per i loro denti in questo massacrante lavoro creato dai Corpsefucking Art.

Track list:
1. Sympathy for the Zombie
2. Cemetery by the House
3. Night of the Chicken Dead
4. Cat in the Brain
5. Blood Everest
6. Centrifuged, Washed and Strangled
7. The Mask of Mr. Daisy
8. The Song with No Name
9. Voracious Tomatoes
10. The Meaning of Death

Line-up:
Andrea Cipolla – Guitars
Marco De Ritis – Bass
Eddie Vagenius – Drums
Claudio – Vocals

CORPSEFUCKING ART – Facebook

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