iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : October Tide – Winged Waltz

Pur in presenza di una serie di canzoni ineccepibili formalmente e dotate di notevoli spunti, il disco si adegua ad un andamento che, se non delude, neppure ricrea il pathos raggiunto con lo splendido brano d'apertura.

Gli October Tide, quando mossero i loro primi passi alla fine del secolo scorso, attirarono su di loro una certa attenzione essendo di fatto una sorta di costola death doom dei ben più noti Katatonia, grazie alla presenza in formazione di Fredrik Norrman e di Jonas Renkse.

Peraltro la bontà di lavori come Rain Without End, uscito subito dopo Brave Murder Day, anche se la sua genesi va fatta risalire a qualche anno prima, e Grey Dawn, che arrivò invece subito dopo la coppia di capolavori Discouraged Ones e Tonigth’s Decision , giustificò ampiamente l’attenzione loro riservata da appassionati e addetti al lavori.
Dopo diversi anni di oblio Fredrik Norrman, successivamente alla sua uscita dai Katatonia, decise di ridare nuovo impulso alla band riportandola agli onori della cronaca con due lavori che videro la luce all’inizio di questo decennio, A Thin Shell e l’ottimo Tunnel Of No Light
Questo Winged Waltz, quindi, veniva atteso come una sorta di spartiacque in grado di stabilire quale fosse l’attuale status degli October Tide, ma la risposta a tale quesito credo debba essere rinviata alla prossima occasione: la band, infatti, spara subito la propria cartuccia migliore, Swarm, brano coinvolgente e dalla qualità che non a tutti è concesso raggiungere, ma poi, pur in presenza di una serie di canzoni ineccepibili formalmente e dotate di notevoli spunti, il disco si adegua ad un andamento che, se non delude, neppure ricrea il pathos raggiunto con l’opener.
Ciò che lascia perplessi, negli October Tide, è che solo a tratti riescono e trasmettere le emozioni che chi ascolta questo genere si attende, tanto più quando ad essere coinvolto è, come in questo caso, un musicista come Norrman, oggettivamente di levatura superiore alla media e con alle spalle una storia così importante.
Detto questo, affermare che Winged Waltz non sia un buon disco sarebbe quasi disonesto intellettualmente, perché di rado è dato ascoltare musica così ben eseguita e prodotta, ma qui la tensione drammatica si palesa in maniera troppo intermittente, compressa tra un incedere per lo più ritmato e talvolta relativamente catchy (A Question Ignite) e qualche limpida apertura chitarristica il cui afflato melodico non viene poi sfruttato come si potrebbe.
Alexander Högbom alla voce conferma le buoni impressioni destate in Tunnel Of No Light, Fredrik Norrman è chitarrista sopraffino, ben coadiuvato da Emil Alstermark , dal fratello Mattias al basso e da Jocke Wallgren alla batteria, ma resta il fatto che, oltre alla già citata Swarm ed alla “katatonica” Lost in Rapture, gli October Tide non riescono ad infondere le suggestioni emotive con la continuità che sarebbe lecito attendersi.
Ma forse sono io ad essere troppo esigente nei confronti di un musicista come Norrman, al quale posso essere solo grato per essere stato partecipe di alcuni dischi che hanno fatto la storia; probabilmente chi si porrà nei confronti di Winged Waltz con diverse aspettative potrebbe restare, invece, oltremodo soddisfatto.

Tracklist:
1. Swarm
2. Sleepless Sun
3. Reckless Abandon
4. A Question Ignite
5. Nursed by the Cold
6. Lost in Rapture
7. Perilous
8. Coffins of November

Line-up:
Alexander Högbom – vocals
Fredrik Norrman – guitars
Mattias Norrman – bass
Emil Alstermark – guitars
Jocke Wallgren – drums

OCTOBER TIDE – Facebook

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Treni ad Altra Velocità – Intervista con Fabio Bertino

Una conversazione con Fabio Bertino, autore in tempi recenti di due libri in cui racconta le proprie esperienze di viaggio lungo il nostro paese, percorrendo linee secondarie o utilizzando per gli spostamenti solo i più “lenti” treni regionali.

Amarok – Resilience

La cifra compositiva degli Amarok è piuttosto personale in quanto, rispetto al più canonico sludge doom, la band californiana non teme di rallentare i ritmi fino a sfiorare un’asfissia scongiurata dal mood atmosferico e melodico che pervade buona parte di un lavoro riuscito come Resilience.

Abysskvlt – mDzod Rum

Gli Abysskvlt, con mDzod Rum, propongono un’opera di grande spessore, sia dal punto di vista spirituale che strettamente musicale, ma non si può nascondere che tali sonorità siano principalmente rivolte a chi possiede un’indole incline alla meditazione.