Ereb Altor – Fire Meets Ice
Gli Ereb Altor non deludono offrendo un disco perfetto per chi predilige le sonorità epiche ispirate dalla mitologia norrena.
Gli Ereb Altor non deludono offrendo un disco perfetto per chi predilige le sonorità epiche ispirate dalla mitologia norrena.
I finlandesi Velvet Cut , attivi da oltre un decennio, con questo loro quarto lavoro paiono aver trovato la giusta consacrazione, quanto meno in patria, a livello commerciale.
Dire Siberia e rabbrividire per un attimo anche in piena estate è un tutt’uno, così come lo è immaginare che i musicisti provenienti da quelle parti possano essere naturalmente predisposti a sonorità tutt’altro che solari.
E’ difficile credere che gli autori di un disco dai tratti raffinati come The Crow’s Lullaby abbiano dato alle stampe, solo qualche anno fa, un lavoro intitolato “ORA”, dedito ad un ben più roccioso death/thrash,
Davvero uno splendido lavoro, consigliato senza alcuna remora a chi nella musica ricerca emozioni capaci di protrarsi nel tempo.
I quaranta minuti di questo disco hanno il grosso pregio di non annoiare mai, grazie ad una sufficiente incisività dei riff e della ritmica
The Crystal Throne non è un lavoro disprezzabile, considerando anche che si tratta di un esordio, ma proprio per questo viene da pensare che il passo effettuato sia stato un po’ prematuro
Una prova sorprendente per qualità e chiarezza delle idee riversate in questa cinquantina di minuti che volano via in un amen, proprio grazie alla capacità dei finnici di comporre brani dotati di profondità, pur senza rivelarsi eccessivamente ostici ai primi ascolti.
Grandissimo e per certi versi inatteso, questo esordio su lunga distanza dei danesi Whelm, autori di uno sludge/doom dai tratti disperatamente cupi e intensi.
“Fragments: A Mythological Excavation” è uno split album, nato dalla collaborazione tra le due label tedesche Prophecy Productions e Vàn Records, che vede impegnate due band forse non troppo conosciute dalle nostre parti ma sicuramente di grande spessore artistico.
Qui c’è tanta musica di buona qualità e una tale quantità di idee che, se meglio focalizzate, potrebbero consentire in futuro alla band palermitana di ritagliarsi spazi importanti all’interno della scena alternativa.
“Manas” è un irrinunciabile viaggio, musicale e mistico, in un’epoca remota e in luoghi lontani, non solo geograficamente; un disco come questo non può passare senza lasciare alcuna traccia, concedetegli una possibilità e ne resterete fatalmente incantati …
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