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Stefano Cavanna

Come la maggior parte dei nati negli anni Sessanta, la mia formazione musicale, come ascoltatore, è stata segnata principalmente dal progressive rock, almeno fino al decennio successivo, quando ho iniziato ad essere attratto da sonorità più cupe; da lì si è aperta una galassia di note fino ad allora sconosciute, con la scoperta della darkwave e del gothic rock. Ma il vero colpo di fulmine è arrivato dall'ascolto di Forest Of Equlibrium dei Cathedral, l'album che ha spalancato le porte dei sepolcri da cui sono scaturite prima le sonorità gotiche dei primi Anathema e My Dying Bride, e poi quelle più funeree provenienti dalla Finlandia con Shape Of Despair e Skepticism, un passo decisivo e irreversibile verso quegli abissi sonori che non ho più smesso di frequentare. Questa passione si è concretizzata con la scrittura del libro "Il Suono del Dolore - Trent'anni di Funeral Doom", pubblicato da Tsunami Edizioni nel 2023.
https://facebook.com/stefano.cavanna.1
Recensioni

Sinister – The Unborn Dead

L’ampia sufficienza è motivata esclusivamente dall’aspetto musicale, in virtù del fatto che la classe non è acqua e che i due brani proposti sono oggettivamente ben eseguiti, però immaginiamo che agli estimatori dei Sinister ciò che prema maggiormente sia riascoltare quanto prima del materiale inedito.

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Recensioni

Nfd – Waking The Dead

Cinquanta minuti abbondanti di splendido gothic rock d’autore, cupo, ritmato e con una non trascurabile anima metallica che traspare dal lavoro delle chitarre.

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Nangilima – The Dark Matter

“The Dark Matter” si rivela un’opera prima davvero riuscita, alla quale forse manca ancora qualcosina per attestarsi ai piani più alti della scena death-doom, ma la strada per giungervi non sembra né troppo lunga né particolarmente impervia per i bravi Nangilima.

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Oktor – Another Dimension Of Pain

“Another Dimension Of Pain” mostra una band che, probabilmente, avrebbe avuto bisogno di qualche altra uscita su distanza ridotta prima di cimentarsi in un lavoro vicino all’ora di durata.

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Lachrimatory – Transient

“Transient” offre oltre un’ora di funeral-death doom di grande qualità, con una produzione magari perfettibile ma tutto sommato accettabile e, soprattutto, ricco di grande pathos.

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Arthedain – Arias Exalted

“Arias Exalted” ha un solo difetto, quello d’essere un breve Ep, perché quando, dopo meno di un quarto d’ora, si spegne l’ultima nota del lavoro, si vorrebbe ascoltare ancora qualcos’altro dagli Arthedain.

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Desecrate – Orpheus

La bontà di tutte le tracce fa sì che “Orpheus” appaia come un lavoro di grande compattezza, senza che nei suoi quaranta minuti si indulga in passaggi interlocutori

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Recensioni

Elettronoir – E Che Non Se Ne Parli Più

Un album che spinge a rivangare temi, storie e personaggi che la memoria molto corta dell’italiano contemporaneo ha già riposto nel dimenticatoio: se poi, tutto questo avviene tramite una proposta musicale di tale livello è davvero difficile, allora, non apprezzare e supportare una realtà come gli Elettronoir

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