Abaton & Viscera/// – Diade(ms)
Un buon viatico per le prossime uscite di queste due ottime band italiane
Un buon viatico per le prossime uscite di queste due ottime band italiane
L’ampia sufficienza è motivata esclusivamente dall’aspetto musicale, in virtù del fatto che la classe non è acqua e che i due brani proposti sono oggettivamente ben eseguiti, però immaginiamo che agli estimatori dei Sinister ciò che prema maggiormente sia riascoltare quanto prima del materiale inedito.
Una prova interessante, nel suo complesso, che pone le basi per un’ulteriore progressione della band danese.
Cinquanta minuti abbondanti di splendido gothic rock d’autore, cupo, ritmato e con una non trascurabile anima metallica che traspare dal lavoro delle chitarre.
Un ottimo split album che conferma lo status raggiunto dai My Shameful e che, invece, fa presagire qualcosa di molto interessante per il futuro in casa degli Who Dies In Siberian Slush
“The Dark Matter” si rivela un’opera prima davvero riuscita, alla quale forse manca ancora qualcosina per attestarsi ai piani più alti della scena death-doom, ma la strada per giungervi non sembra né troppo lunga né particolarmente impervia per i bravi Nangilima.
Operazione interessante che mette in luce le buone potenzialità dei The Lumberjack Feedback.
“Another Dimension Of Pain” mostra una band che, probabilmente, avrebbe avuto bisogno di qualche altra uscita su distanza ridotta prima di cimentarsi in un lavoro vicino all’ora di durata.
“Transient” offre oltre un’ora di funeral-death doom di grande qualità, con una produzione magari perfettibile ma tutto sommato accettabile e, soprattutto, ricco di grande pathos.
“Arias Exalted” ha un solo difetto, quello d’essere un breve Ep, perché quando, dopo meno di un quarto d’ora, si spegne l’ultima nota del lavoro, si vorrebbe ascoltare ancora qualcos’altro dagli Arthedain.
La bontà di tutte le tracce fa sì che “Orpheus” appaia come un lavoro di grande compattezza, senza che nei suoi quaranta minuti si indulga in passaggi interlocutori
Un album che spinge a rivangare temi, storie e personaggi che la memoria molto corta dell’italiano contemporaneo ha già riposto nel dimenticatoio: se poi, tutto questo avviene tramite una proposta musicale di tale livello è davvero difficile, allora, non apprezzare e supportare una realtà come gli Elettronoir
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