Tesseract – Polaris
Una band di levatura superiore ma che non incide come potrebbe, esibendo solo ad intermittenza abbacinanti lampi di classe e preferendo per lo più specchiarsi nella propria perfezione formale.
Una band di levatura superiore ma che non incide come potrebbe, esibendo solo ad intermittenza abbacinanti lampi di classe e preferendo per lo più specchiarsi nella propria perfezione formale.
“Feel the Misery” ricolloca i My Dying Bride al posto che loro compete, ovvero quello di guida e riferimento per chiunque si cimenti un settore musicale che fornisce linfa e nutrimento spirituale a quel nugolo ben nascosto di anime sensibili, romantiche ed inquiete.
I nove brani degli Othismos non lesinano rabbia e una giusta dose di violenza incanalata in un sound sporco, dall’istinto quasi animalesco, nel quale convivono in cattività sludge, hardcore, punk e postmetal.
Non si può che restare piacevolmente stupiti dal manifestarsi di questa nuova splendida realtà musicale, protagonista di una delle prove più convincenti ascoltate di recente.
A fronte di ritorni improbabili di band imbolsite e francamente ormai superflue, i Pentagram danno un segnale di vita forte e chiaro, comunicando a tutti l’intenzione di camminare al nostro fianco ancora per molto tempo.
Una dimostrazione di sensibilità ed eleganza tutt’altro che scontata per Mario Grönnert e i Mondfish.
Quest’opera prima dei Grieving Mirth va ascoltata tutta d’un fiato, lasciandosi sommergere da un flusso musicale di rara intensità e da un impatto lirico esasperato, per un risultato finale affascinante e disturbante allo stesso tempo.
Un black dalle sfumature thrash ed una spiccata propensione a sfornare buone linee melodiche, sepolte da un drumming martellante, è tutto ciò che ci si deve attendere da questo disco e non è affatto poco.
I Beborn Beton denotano una classe cristallina e probabilmente verranno accolti con tutti gli onori dagli appassionati più fedeli al genere, mentre per chi giunge all’ascolto con un background sonoro più robusto la suadente leggerezza del lavoro potrebbe rivelarsi non del tutto gradita.
Magnifico questo split album pubblicato dalla solita Kaotoxin, che riunisce due delle migliori band europee dedite al funeral death doom, ovvero gli olandesi Faal e gli inglesi Eye Of Solitude.
“Adam” offre circa tre quarti d’ora di musica rivolta ad ascoltatori dalle vedute piuttosto aperte e comunque abituati a districarsi in generi dalla struttura non convenzionale, ma questo non deve costituire un deterrente per chi si voglia avvicinare a quest’opera dei Lvtvm.
Gli Ashes Of Nowhere prediligono un black dal mood malinconico che porta sovente il sound a lambire territori post metal, andando ad arricchire non poco una proposta che non mostra crepe.
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