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D’ambra Sono I Tuoi Baci Scassati

D’ambra Sono I Tuoi Baci Scassati

Erano 3-6 ore che aspettavo di morire di senti e d’eroina quando all’improvviso ho sentito un rumore lì in fondo all’armadio.

Mi sveglio da morto crepato e capisco che era un ratto famelico…

Mi sono avvicinato e me lo sono mangiato ovviamente,perché non mi fa schifo nulla neanche me medesimo.

Il richiamo del selvatico che è in te o meglio della bestia stramazzata di scopate in testa si faceva sentire sempre più spesso del solito è vero che l’eroina gioca con me ma anche con te che non ti sei mai fatto e strizzi l’occhio come una suora smaliziata e pervertita anzi e di più,ma mi ascolti scusami?

Non è affatto piacevole sedermi qui e tu che mi fissi inebetito,si lo so neanche per te è un piacere ma sai a volte ci si illude o meglio non si ha nessuno con cui spettegolare e allora eccoci qui con le nostre banalità tritate da mille volgarità pessime come il tuo puzzo;oggi la macchina non mi partiva è ovvio che ci ha pisciato qualcuno come al solito,forse quella del palazzo accanto che proprio ci odia e ci segherebbe a pezzi ,eh però è una seccatura ogni volta che poi mi tocca chiamare il meccanico e sono soldi.

Certa gente dovrebbe morire si eh se solo funzionassero le mie maledizioni,l’umanità tranne me e te escluso sarebbe estinta,sai che bello….nessuna rottura di balle ,vederti estinto,non il caro estinto in questo caso cioè te,nessun caro affatto,perché non sei stato caro mai per me.

Vabbè la sincerità non è mai stato il tuo forte,ma farmele in faccia così senza nessun ritegno,sei un poveretto,questo sei,perciò si che auguro pure a te oltre che alla vicina che mi piscia la benzina adulterandola col suo ph acidissimo.Il mese prossimo è il mio compleanno e perciò quel cazzo di giorno mi prendo il permesso,ora ti dico quello che mi mangio ,allora non lo so ancora e mi stufo anche a farti morire d’invidia e di diabete che ce l’hai grazie al cielo,intanto non so neanche che faccio,l’ideale è starmene al letto davanti alla tv ad abbuffarmi,bere e drogarmi,questo è il programma,sul menù che cazzo ne so,voglio dolci,parmigiana,salami vari,e pecorino,patate,pasta alla carbonara.No musica non ne voglio no,solo bere e abbuffarmi.

Se resta qualcosa te la lascio in frigo ok?

Erano ragni rossi e grossi come patate quelli che avevo trovato sotto le lenzuola,li avevo uccisi quasi tutti a calci e tallonate,c’erano le lenzuola ridotte da vomitare ma ho dormito ,ci ho dormito dentro lo stesso ,sono troppo pigro e poi chi se ne frega domani le metto in lavatrice .E’ strano accorgermi solo ora di tutte le cose splendide che non ho vissuto con te.

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3 Comments
  • Avatar
    Epi
    Posted at 23:59h, 12 Luglio Rispondi

    Leggendo ” I baci scassati ” di Claudio giungo alla conclusione di essere un imbecille, un perfetto imbecille.
    Un imbecille sono perche’ mentre colgo a fondo ( presuntuosamente ) il senso di questi non sensi, l’ esplosione caotica dell’ inconscio ribelle che vuole rivoltolarsi nella accidia piu’ disperata aggrappandosi ad essa quasi come l’ultimo significato di quella puzzolente insignificanza che chiamano ” esistenza umana ”
    Claudio vorra’ perdonarmi se nella mia imbecillita’ non so vedere, scoprire, capire il movente culturale, sociale, storico e psicologico di queste sue fughe surreali.

    E cerco di spiegarmi.

    Finita la grande follia della prima guerra mondiale migliaia e migliaia di ex soldati sono finiti nei manicomi urlando il caos delle loro menti scovolte dal terribile non senso della guerra e della vita.
    ( Un mio nonno e’ tornato cieco ed un’ altro e’ tornato muto, e per 50 anni, sino alla morte, non ha piu’ parlato ).
    E da questa terribile insensatezza umana che Tristan Tzara, Hans Arp, Duchamp, ed altri danno voce al grido di dolore e ribellione di milioni di disperati della vita, della fede, delle ideologie fondando un movimento inneggiante il ” non senso, la follia, la incomprensibilita’ dell’ agire umano “, che chiamano ” dada ” prendendo a caso una parola aprendo un giornale.
    E per alcuni anni il ” dadaismo ” imperversa nell’ arte, nella letteratura, nel cinema, nella filosofia e persino nelle ideologie.
    Poi, dopo qualche anno, l’ oblio ha ridato un nuovo senso alla vita, quel tanto da far venire la voglia a milioni di esseri umani di rituffarsi nel non senso, nella follia di una altro devastante massacro di 60 milioni di persone.

    E poi ancora la Corea, il Vietnam, l’ Iran, l’ Afganistan, ecc, ecc…
    E dopo tutte queste follie ho visto riempirsi manicomi di milioni di esseri distrutti nella psiche e sorgere movimenti ” dada “, ribelli, disillusi, disperati, fuggitivi dalla realta’.

    La letteratura undergraund e l’ arte occidentale degli anni 50 e 70 trabocca di testi tanto simili ai ” baci scassati ” di Claudio.

    E il mio essere imbecille sta proprio in questo :
    – nel non avvertire, nel non leggere, nel non soppesare la vastita’ la gravita’ della alienazione che pervade la societa’ e la psiche di milioni di persone che si rifugiano nel non senso, nella accidia espressiva e comportamentale per almeno sopravvivere.
    Perche’ si sentono circondati dalla follia che rifiutano di chiamare VITA !
    Claudio invece, o forse, sente e sa cogliere a fondo la verita’, la necessita’ , l’ improrogabilita’ della manifestazione, del grido della follia, del non senso
    che oggi ancora deve sopravanzare le grammaticali regole della societa’ cosidetta ” civile ”

    Ed io rimango…miope,… a trastullarmi ancora
    frugando fra questi non sensi, ..queste follie umane, alla ricerca di cio’ che ancora mi pervade :
    LA BELLEZZA !

  • Avatar
    CLAUDIO PARENTELA
    Posted at 13:37h, 13 Luglio Rispondi

    caro carissimo,grazie/&ancora grazie.Spero che presto chissà potremo confrontarci e conoscerci.Il confronto reale è bello e l’amicizia ancora di più no?Un abbraccio

  • Avatar
    Bob Accio
    Posted at 21:33h, 16 Luglio Rispondi

    A me invece viene da commentare con una cosa che scrissi tanto tempo fa…

    C’era una volta una ragazza che ricordava al mondo che non era una ragazza, ma il ricordo di qualcosina di più peloso: una ragazza-ragnetto. Il mondo la osservava con curiosità, dato che era invaghito di lei; in fondo, ci sapeva fare, era simpatica, cordiale, ma anche tosta (soprattutto quando indossava alle zampette gli stivaletti); comunque sia, non ci si capacitava di quella metamorfosi che lei tanto vantava di voler far credere.
    Sinché un bel giorno, o brutto per qualcun altro…,, tessé una tela di ragnetto su tutto il mondo e lo mangiò pezzetto per pezzetto nei secoli a venire.
    La morale è questa, se un ragno dice di essere ragno, tu offrigli una mosca.

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