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Recensione : These Hands Conspire – Sword Of Kohan

Un album che si rivela affascinate dalla prima all'ultima nota, anche se la proposta è dura da digerire se non si è innamoratissimi di quelle sonorità old school che su Sword Of Kohan vengono glorificate.

These Hands Conspire – Sword Of Kohan

Album che traspira un’attitudine old school che più underground di così non si può, completamente devoto ad un hard & heavy epico che rinnega ogni tipo di modernità e si tuffa in atmosfere doom ed arcane, questo risulta essere il debutto dei tedeschi These Hands Conspire.

Con un demo uscito nel 2013 il quintetto proveniente da Berlino, infatti, propone un heavy metal che si aggira tra l’hard rock ed il doom classico: atmosfere, produzione e copertina profumano di naftalina tanto il sound è invecchiato (bene) in bauli scoperti in soffitta dove riposano i vinili polverosi di Black Sabbath, Manilla Road, Thin Lyzzy e qualche dimenticato lavoro di sconosciute band della new wave of british heavy metal (giusto per non nominare i soliti Maiden).
Ne esce un caleidoscopio di sonorità hard & heavy, che con sagacia il gruppo mescola a dovere, tra riff rocciosi e pesanti come il granito, sfumature settantiane e qualche veloce sprazzo di metallo pesante.
Il cantato evocativo del singer Felix avvicina ancor di più il sound della band al doom classico, il tutto condito da una vena psichedelica nel dna dei gruppi di quell’epoca, così che Sword Of Kohan risulti il più old school possibile.
Con quarantacinque minuti immersi nella più totale atmosfera epico lisergica, accompagnati da questi cinque ecclesiasti dell’hard & heavy, l’album si dipana tra fughe chitarristiche, lenti passaggi doomy, accenni a piccole ma evidenti jam dal concept sci-fi con buona presa, anche se il lavoro va lavorato, specialmente se non siete ascoltatori abitudinari di questo tipo di sonorità.
Magica e arcana, la musica dei These Hands Conspire, senza tempo per i fans, oltremodo obsoleta e datata per i fruitori del metal moderno, ma senza dubbio colma di fascino, si esprime in brani costruiti su riff pesantissimi come The Beast Cometh, l’energica ed epicissima The Battle Of Sur e la psichedelica Son Of Kohan.
Un album che si rivela affascinate dalla prima all’ultima nota, anche se la proposta è dura da digerire se non si è innamoratissimi di quelle sonorità old school che su Sword Of Kohan vengono glorificate.

TRACKLIST
1. Intro
2. Praise To The Nova Rider
3. The Beast Cometh
4. The Inner Core Of The Middle Sun
5. The Battle Of Sur
6. Ambush At Antarox IV
7. Son Of Korhan
8. Outro

LINE-UP
Paul – Bass
Sascha – Drums
Tom – Guitars
Stefan – Guitars
Felix – Vocals

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