iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : The Selecter – Subculture

Un suono molto dolce, per una sottocultura che non muore mai, che vive sottoterra e ogni tanto torna a galla, con il suo habitat naturale nei palchi bui dei pubs e dei piccoli teatri.

The Selecter – Subculture

Dodicesimo disco ufficiale, anche se qui si potrebbe obiettare e molto, per i Selecter, la leggendaria banda ska inglese, protagonista dell’era 2 Tone.

Questo disco è il primo dopo quattro anni di silenzio discografico, intervallati da numerosi concerti in giro per il mondo, perché i Selecter hanno sempre avuto un grosso e fedele seguito.
I Selecter sono stati uno dei migliori prodotti della scena revival ska inglese, anche perché hanno saputo coniugare lo ska con il pop di matrice inglese creando sempre ottime melodie.
Non hanno perso la loro classe e il loro stile, producendo un buon album come Subculture che è una perfetta traiettoria ska pop, meno spigoloso di certe loro prove, molto piacevole e divertente.
I Selecter, spalleggiati da Prince Fatty che si occupa del missaggio, e da Neil Pyzer alla produzione, danno alle pubblicazioni un tipico album di ska inglese, contaminato da rocksteady e reggae nella giusta misura, e con il pop sopra di tutto.
La produzione mette in luce gli aspetti più antichi del loro suono, facendolo suonare come un disco degli anni ottanta e tutto ciò in maniera molto naturale, senza artefazioni.
La classe dei Selecter è tanta e non è stata affatto sminuita dal passare del tempo, il trono è loro e lo sarà ancora a lungo.
In un’epoca di eterni ritorni i Selecter sono un gruppo che ha invece portato avanti un discorso magari non sempre assiduo, ma spesso di qualità, regalando buone prove come questa, fatta sia per i nostalgici sia per i neofiti che cercano un dico ska reggae di qualità, e che qui lo possono trovare.
Un suono molto dolce, per una sottocultura che non muore mai, che vive sottoterra e ogni tanto torna a galla, con il suo habitat naturale nei palchi bui dei pubs e dei piccoli teatri.

Tracklist:
1. Box fresh
2. It never worked out
3. Open goal
4. Breakdown
5. Karma
6. See them a come
7. Because the night
8. Stone cold sober
9. Walk the walk
10. Babble on
11. Hit the ground running
12. Still i rise

Line-up:
Pauline Black – Voce
Arthur ‘Gaps’ Hendrickson – Voce
Winston Marche – Batteria
Will Crewdson – Chitarra
Luke Palmer – Basso
Lee Horsley – Tastiere
Neil Pyzer-Skeete – Sax Tenore
Orlando LaRose – Sax Baritono e Flauto

THE SELECTER – Facebook

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
Nessun commento

Invia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Virgin Prunes – A new form of beauty 1-4

Virgin Prunes – A new form of beauty 1-4: Uno dei capolavori di un gruppo che stupisce ancora a decenni di distanza e che mostra molto chiaramente la forza di un periodo musicale e non solo che aveva e che ha ancora tantissimo da dire e da farci sentire.

#Riascoltiamoli Sublime

L’omonimo disco era la terza avventura del gruppo californiano Sublime, composto da Eric Wilson al basso, Floyd “Bud” Gaugh alla batteria e Bradley Nowell alla chitarra e voce.