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Recensione : The Devils – Iron Butt

Tremate anime pavide i Diavoli sono tornati

The Devils – Iron Butt

Ci sono volte nelle quali mi chiedo per quale motivo mi ostini ad ascoltare, a più riprese e persino volentieri, un gruppo come i Devils? Sono caotici, blasfemi e fanno una musica che tocca i miei nervi scoperti creandomi disagio e agitazione.

Ma quando per l’ennesima volta mi ritrovo a mettere sul piatto un loro disco capisco perché li abbia eletti a mio gruppo di culto di questi ultimi anni ed anche perché tendano a dividere l’uditorio underground di casa nostra. La risposta è semplice sono diversi da tutto ciò che si ascolta in giro.

Migliori? Peggiori?

No semplicemente loro imperfetti, tecnicamente latenti ma veri e diretti come nessuno sa essere. Ed eccomi quindi a parlare di questo nuovo album un disco che non poteva che confermare il mio amore nei loro confronti, amore che nasce dall’averli ascoltati decine e decine di volte, dall’averli visti dal vivo dimensione nella quale sanno dare il meglio di loro stessi e dall’averli conosciuti di persona potendo constatare quanto siano simpatici e disponibili.

Diamo però giusto qualche coordinata su quella che si ascolta addentrandoci nei solchi di questa seconda fatica del nostro dinamico duo; si comincia con Put Your Devil Into My Ass che oltre ad avere un gran titolo fa capire con poco più di un minuto e mezzo di furore a cosa state (stiamo) andando incontro, seguita a ruota da Red Grave il pezzo preferito dalla band e solo ascoltandolo potrete capire il perché.

Il brano al quale più sono legato io è invece White Collar Wolf e lo è perché finalmente dopo un album e mezzo i Devils mi danno un attimo di pace! Proseguendo troviamo Don’t Tell Jesus in bilico fra evocatività e parossismo, Big Is Our Sin un pezzo che inciderebbe Little Richard se si trovasse catapultato nel 2017, Radio Maria Anthem (di nuovo un grande titolo) uno strumentale da brividi teso e cattivo come le onde magnetiche della nota emittente radiofonica per chiudere con The People Suite un blues da dopo bomba, qualsiasi sia la boma caduta.

Se qualcuno vorrà accostarsi a loro vedendo l’etichetta per la quale escono i loro dischi e per chi si prende la briga di produrli dico loro che non si potrebbe fare errore più grande perché i nostri sarebbero dei grandi anche se le loro uscite fossero autoprodotte e registrate alla cazzo di cane (francesismo). Si è capito che per chi scrive stiamo parlando di uno degli album più belli, imperdibili e significativi dell’anno?

ETICHETTA
Voodoo Rhythm Records

TRACKLIST
1) Put Yuor Devil Into My Ass,
2) Red Grave,
3) Pray Your Parrots,
4) Guts Is Enough,
5) White Collar Wolf,
6) Don’t Tell Jesus,
7) Big Is Our Sin,
8) Radio Maria Anthem,
9) The Devil’s Trick Is Not A Treat,
10) The People Suite

LINE-UP
Gianni Pregadio – Chitarra e Voce
Erica Toraldo – Batteria e Voce

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