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Sirgaus – Intervista

Abbiamo avuto la gradita opportunità di porre qualche domanda a Mattia Gosetti, chitarrista e leader dei Sirgaus, protagonisti lo scorso anno con il bellissimo "Sofia's Forgotten Violin".

Sirgaus – Intervista

Abbiamo avuto la gradita opportunità di porre qualche domanda a Mattia Gosetti, chitarrista e leader dei Sirgaus, protagonisti lo scorso anno con il bellissimo Sofia’s Forgotten Violin, un concept capace di unire gothic metal e rock con risultati notevoli, tanto da risultare, a mio avviso, uno dei migliori album del 2013.
A distanza di un anno Mattia fa il punto sulla sua band e ci illumina sul suo nuovo lavoro solista, l’opera teatrale “Il Bianco Sospiro Della Montagna”, senza farci mancare una serie di osservazioni e riflessioni sicuramente interessanti.

iye Ciao Mattia, è passato più di un anno dall’uscita di Sofia’s Forgotten Violin, lo splendido esordio dei tuoi Sirgaus; quali riscontri ha ottenuto tra pubblico e addetti ai lavori?

“Sofia’s Forgotten Violin” è un disco che mi ha regalato molte soddisfazioni, ha raccolto molti pareri positivi e mi ha dato la possibilità di conoscere meglio il “sottomondo” del rock-metal italiano ,sia per quanto riguarda gli ascoltatori che i “colleghi”. Tutto questo mi ha permesso per la prima volta di ascoltare il mio lavoro con orecchie esterne e poter capire altri punti di vista, quindi crescere e delineare meglio il mio percorso per un’ulteriore crescita artistica come autore. I miei obiettivi rimangono sempre gli stessi e, nonostante talvolta abbia trovato delle vere e proprie barriere, non cambierò il mio approccio con la musica; tuttavia dietro questi blocchi (così come fra i consensi) si nascondevano spunti per nuove idee che forse svilupperò nei miei prossimi lavori..

iye Come scrissi nella recensione, l’album ha la particolarità di unire nello stesso spartito i classici suoni gothic con una spiccata propensione al rock americano: come siete arrivati a tale alchimia?

Il nostro sound nasce per accompagnare la trama e i concept sviluppati nei vari brani, credo che sia questo che sta alla base delle nostre scelte stilistiche, in ogni caso ognuno di noi mette nei nostri pezzi il suo gusto personale e per questo forse il mix è cosi particolare. “Sofia’s Forgotten Violin” era una storia tetra e oscura che avevo iniziato a scrivere molto tempo fa, questo ha reso la musica così gotica, il resto siamo noi che ne suoniamo la colonna sonora.
Non ne sono ancora sicuro, ma il mio legame con la musica gotica si sta lentamente sciogliendo, ultimamente grazie ad i miei figli ho riscoperto una nuova gioia di vivere e siccome le mie storie nascono per l’appunto da esperienze personali, credo che la mia musica sarà influenzata da ciò..

iye I suoni del vostro lavoro fanno pensare a molteplici ascolti e influenze, quali sono i vostri generi preferiti e le band di riferimento?

Abbiamo moltissime influenze, siamo tutti appassionati di musica da molti anni ed è difficile definirci all’interno di un determinato genere: a Sonja piace ogni genere di ascolto dal punk al grunge e dal rock al metal, Valerio è un grande appassionato di hard rock, Massimo era sicuramente influenzato dal blues e dal progressive rock-metal ed io … faccio veramente fatica a scegliere; sicuramente se c’è una cosa che mi ha portato verso questo mondo sono le colonne sonore del cinema, ma è indubbio affermare che i miei ascolti power-rock-metal influenzano certamente le mie composizioni.

iye Nel frattempo c’è stato un avvicendamento all’interno della band, ce ne vuoi parlare?

Certo, abbiamo cambiato il nostro chitarrista. La separazione con Massimo è avvenuta nel momento nel quale dovevamo portare il nostro progetto dal vivo, avevamo idee diverse su come proporre la nostra musica e questo inevitabilmente ha portato ad un contrasto che abbiamo pacificamente risolto con una divisione. Il tutto è finito nel migliore dei modi, siamo ancora in contatto e non nego che in futuro mi piacerebbe ancora collaborare saltuariamente con lui per qualche piccola esperienza, è un musicista davvero molto valido, preciso e dal gusto raffinato. Questa scelta ci ha portato a dover cercare un nuovo chitarrista che ci potesse inizialmente aiutare per i concerti dal vivo e in seguito che volesse collaborare con noi per la preparazione di nuova musica: abbiamo cosi trovato Valerio, un musicista davvero in gamba, molto rapido nell’assimilare i nostri pezzi (che conosceva a memoria già dopo poche settimane) e molto disponibile. Il suo gusto decisamente più hard-rock ha anche dato un aspetto ancor più particolare alla nostra musica.

iye In pratica il fulcro della band siete tu e tua moglie Sonja, splendida interprete dietro al microfono: il vostro lavoro avviene del tutto in coppia oppure i vostri ruoli sono ben definiti ai fini della stesura della musica dei Sirgaus?

Esattamente come hai detto tu Sonja è la mia interprete (oltre che la mia musa..), i nostri ruoli sono assolutamente definiti: io scrivo la trama dei racconti, la musica, le parole e creo tutto il contorno, lei interpreta la sua parte, come fosse la mia attrice protagonista. Durante la fase di creazione del progetto e di successiva composizione della musica, mi isolo quasi completamente dal mondo circostante, così facendo riesco ad immedesimarmi nella storia ed a viverne le emozioni che poi, nello stadio successivo, diventano musica ed infine parole. Faccio sentire tutto a Sonja man mano che scrivo i pezzi, lei se li ascolta in separata sede e grazie a questo passaggio mi può aiutare a capire se la trama è coerente e comprensibile. Quindi interpreta la sua parte sulle mie linee vocali che il più delle volte sono già state scritte in fase di composizione. Il suo approccio stilistico mi stupisce ogni volta, riesce a dare un anima ad i miei brani e a renderli emotivamente molto coinvolgenti.

iye Siete riusciti nel frattempo a portare la vostra musica in sede live?

Si, abbiamo fatto qualche concerto quest’estate in piccoli festival locali. Una bella esperienza per cercare di capire quando la nostra musica (così particolare e sicuramente meno diretta rispetto ad altre realtà) possa arrivare al pubblico. C’è ancora molto lavoro da fare in questo settore, le esibizioni sono andate bene, ma il mio obiettivo è decisamente molto più ambizioso ed esula un pochino dal comune concetto di concerto live. In futuro lavorerò per poter offrire al pubblico un vero e proprio spettacolo che riassuma tutto quello che è la musica dei Sirgaus e cercherò di evitare situazioni nelle quali la mia creatura cerca timidamente di somigliare ad un “complesso da sagre campagnole”..

iye Ho avuto modo di ascoltare “Lo Straniero Silenzioso”, brano tratto dalla tua opera teatrale “Il Bianco Sospiro Della Montagna”, di imminente uscita: da dove nasce l’idea per un’opera del genere?

Qui devo fare un importante precisazione: l’esperienza in teatro per me è iniziata molti anni fa, molto prima della creazione dei Sirgaus, questa per l’esattezza sarà la mia quarta operetta teatrale; la prima “The Golden Lyre Opera” la scrissi nel 2006 e riempì la maggior parte dei teatri della mia provincia nel 2007, fu un vero e proprio piccolo successo. La mia band è nata per dare un ulteriore crescita alla mia esperienza come autore musicale e per permettermi di sviluppare quella passione per la musica rock-metal che ho sempre avuto fin da ragazzo. Oggi condivido due realtà, una delle due mi permette di farmi conoscere anche all’estero e di avvicinare le mie composizioni ad una grande fetta di pubblico grazie alla “commercialità” del genere che sta alla base, l’altra invece è la vera espressione di me stesso e di tutta la mia essenza artistica, anche se purtroppo decisamente meno commerciale per via della complessità del progetto e della lingua scelta per i testi (l’italiano) che, per quanto sia più calzato e poetico in questo contesto (considerando soprattutto che mi permette di esprimermi in un modo più convincente), taglia tutta una serie di ascoltatori, sia all’estero che in casa (dato che molti puristi della musica sono convinti che il solo inglese sia la lingua adatta a determinati “generi musicali”).

iye Quali sono le difficoltà che si incontrano successivamente nel riuscire poi ad arrivare alla finalizzazione di una simile operazione , ovvero alla sua rappresentazione teatrale?

Uno spettacolo teatrale in genere è molto ricco di elementi: ci sono attori, cantanti, ballerini, musicisti, costumisti, truccatori, tecnici del suono e delle luci e fortunatamente amici aiutanti
… Nonostante le molte persone coinvolte non ci sono tante problematiche.
Così come per tutto quello che rientra nel campo della musica (e non solo) le difficoltà sono laddove noi stessi ce le creiamo: oggi esistono molti stereotipi che i piccoli artisti vogliono emulare a tutti i costi e nel momento in cui si presentano gli ostacoli che si frappongono tra loro ed i loro obiettivi, nascono quelle stesse “difficoltà”: gli esempi classici sono “la crisi del mondo discografico” (cioè la gente che non acquista più i cd), l’assenza di pubblico ai concerti (a meno che non si proponga musica di un certo spessore storico) ed il territorio (cosi limitato e “retrò” il più delle volte), in poche parole il problema sono sempre gli altri che invece che ascoltare ciò che piace dovrebbero ascoltare noi e supportarci dal vivo (indipendentemente dall’originalità e dalla qualità della nostra proposta).
“Opera Teatrale” è un nome, una definizione come tante e, secondo me, le definizioni (ed i conseguenti stereotipi) non sono importanti, è fondamentale invece fare ciò che si vuole realmente e se, alla fine, si dovesse riassumere il tuo lavoro con una parola si potrà … ma solo alla fine.
Non ho mai avuto difficoltà a creare le mie operette, ne ho avute sicuramente molte meno che con la band, gli artisti coinvolti hanno lavorato con passione e si sono molto divertiti, molte associazioni hanno supportato e finanziato il nostro lavoro, il pubblico ha sempre risposto con gradimento davanti ad un esperienza nuova ed appassionante ed io ho conosciuto molte persone, molti amici e perfino mia moglie!

iye A livello di metodo compositivo sono molte le differenze tra il dover creare musica per un contesto come l’opera teatrale piuttosto che per una rock band?

Sinceramente non so rispondere a questa domanda, ma per quanto mi riguarda per me il processo compositivo è lo stesso per entrambi i miei progetti: prima scrivo la trama del racconto, poi lo divido in capitoli (praticamente in brani), scrivo testi e linee vocali e infine arrangio il pezzo perché suoni nel migliore dei modi, allo scopo di rievocare nell’ascoltatore (o nello spettatore) le emozioni che ho provato mentre componevo l’opera. Credo che per quante differenze si possano trovare tra queste due realtà, alla fine dei conti per me sono forse la stessa cosa, cioè il mio modo di fare e di vivere la musica.

iye La scena italiana a mio avviso non è mai stata così florida, regalando ottimi artisti un po’ in tutti i generi del rock e del metal: qual è la tua impressione al riguardo?

Oggi abbiamo una scena davvero molto ricca di artisti validi, musicisti eccellenti, dalla tecnica spaventosa e talvolta anche dalle eccellenti idee a livello di composizione. Tutto ciò è decisamente un bene per gli appassionati del genere rock-metal, quando ero adolescente non c’era di sicuro tutta questa proposta e ricordo che era facile annoiarsi aspettando che quelle band scrivessero qualche cosa di nuovo.
In ogni caso, secondo me oggi manca la voglia di voler uscire dai nostri stereotipi, molti giovani artisti vivono con l’intento di cavalcare i miti del passato, cercando quindi di fare lo stesso percorso (disco, casa discografica, concerti promozionali, tour.. ecc..) e cosi facendo non si rendono conto di somigliare talvolta troppo alle band dei “mitici” 80′ (ed è questo credo che sia alla base della crisi discografica). Se c’è una cosa veramente importante che ho imparato nel piccolo della mia esperienza è che le idee, quelle vere che accendono la passione in noi e in chi ci ascolta, stanno molto spesso al di la delle barriere imposte da tutta questo voler appartenere ad un “genere musicale”.

iye Quando pensate di dare un seguito al vostro bellissimo esordio? Hai già scritto qualcosa per i Sirgaus?

Sicuro, al momento siamo in pausa per permettermi di ultimare la creazione dello spettacolo teatrale “Il Bianco Sospiro della Montagna”, comunque abbiamo molto materiale già pronto e inciso; il nuovo disco dei Sirgaus promette veramente molto bene, sia la storia che la musica sono un ulteriore crescita verso il futuro della nostra band! Vorrei ancora una volta chiedere l’aiuto di un grande artista di fama internazionale e ancor più del precedente sarà ricco di elementi ambientali e narrativi. Queste due esperienze musicali che sto vivendo si arricchiscono fra loro a vicenda e questo mi permetterà di proporre un lavoro sicuramente più maturo. Fra l’altro abbiamo anche una sorprendente novità dietro le pelli che siamo ansiosi di annunciare..

iye In conclusione ti lascio la parola per fornire un buon motivo ai nostri lettori per ascoltare la musica dei Sirgaus …

La nostra musica nasce per sognare, vi avvolgerà in un atmosfera coinvolgente e carica di sentimento.. Se anche voi come me credete che accendere lo stereo e infilarsi le cuffie sia un modo per mettersi in comunicazione con se stessi, per scavare fra le sensazioni più interiori della nostra anima e vivere così esperienze uniche, che vibrano dentro di noi in comunicazione con il nostro spirito, allora credo che la musica dei Sirgaus sia in grado di darvi ciò che state cercando.

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