iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Rocket From The Tombs – Black Record

Rocket From The Tombs - Black Record: “What The World Needs Now” – tanto per rubare il titolo al nuovo album dei PIL – non è certo un nuovo album dei ...

Rocket From The Tombs – Black Record

“What The World Needs Now” – tanto per rubare il titolo al nuovo album dei PIL – non è certo un nuovo album dei Rocket From The Tombs (e nemmeno uno dei PIL, se è per questo).

David Thomas se ne fotte altamente, e ricomposta la band dopo le defezioni importanti di Cheetah Chrome e Richard Lloyd – sostituiti dai peraltro ottimi Buddy Akita e Gary Siperko – ci riprova con questo “Disco Nero”, a quattro anni di distanza dal pavido e scarso “Barfly”.
E il risultato sembra dargli ragione. Certo, l’ennesimo rifacimento di Read It and Weep e Sonic Reducer (già apparsa, quest’ultima, su “Rocket Redux” del 2004 e in versione più che definitiva su “Young Loud & Snotty” dei Dead Boys nel 1977) e la cover di Strychnine dei Sonics poteva anche risparmiarsele, il vecchio David, ma non è che la loro porca figura non la facciano comunque (soprattutto Sonic Reducer, rivestita per l’occasione di una bella patina hard oscura). E il resto è un buon disco, alla fine dei conti. Un disco dalle atmosfere belle cupe (Waiting For The Snow), retto in piedi, nel suo peregrinare tra garage punk, rock blues e art rock, da un basso duro e bello presente, dalle chitarre graffianti e tendenti all’heavy dei due nuovi arrivati e dalla voce istrionica e pagliaccesca di Thomas.

Tra i nuovi pezzi spiccano Welcome To The New Dark Ages, Coopy e Hawk Full of Soul, nella quale David è accompagnato alla voce da un altro Thomas: Lamont (Bassholes, Compulsive Gamblers, Obnox). Poi, qualche gradino più su c’è Nugefinger, sulla quale quel buontempone di Thomas va raccontando in giro storie assurde di un fantomatico incontro, avvenuto durante un concerto di Ted Nugent in una Frat House negli anni ’70, tra lo stesso Nugent e Captain Beefheart; il “Capitano Cuore di Manzo” avrebbe fatto parte di una sezione fiati che si unì a Nugent per il concerto, che venne registrato e finì su un bootleg e questo nella mani di Thomas, il quale vi avrebbe scovato dentro questa autentica gemma. Ora, storielle a parte, il punto è che Nugerfinger riesce a fare esattamente quello che Thomas sostiene essere accaduto allora, e se non basta questo a convincervi della bontà dei nuovi RFTT non so proprio cosa farvi.

TRACKLIST
1. Waiting For The Snow
2. Welcome To The New Dark Ages
3. Strychnine
4. Sonic Reducer
5. I Keep A File On You
6. Nugefinger
7. Spooky
8. Coopy (Schrodinger’s Refrigerator)
9. Hawk Full of Soul
10. Read It and Weep
11. Parking Lot At The Rainbow’s End

LINE-UP
David Thomas – vocals
Buddy Akita – guitar
Gary Siperko – guitar
Craig Bell – bass
Steve Mehlman – drums

ROCKET FROM THE TOMBS – Facebook

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
Nessun commento

Invia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Emma Tricca - Aspirin Sun_cover

Emma Tricca – Aspirin Sun

Emma Tricca – Aspirin Sun : «Aspirin Sun» è un disco mattutino: di folk psichedelico mattutino, forse un po’ insonne. È folk cinematografico, se mi passate il termine, ideale colonna sonora di un vecchio film

Deerhoof - Miracle-Level_cover

Deerhoof – Miracle-Level

Tolti i testi, di cui la maggior parte di noi non capirà un acca, la musica è quella dei Deerhoof che abbiamo imparato ad amare, appena appena più pop e diretta di quella fuoriuscita dalle prove precedenti, ma sempre piacevolmente unica e bislacca.

Pamplemousse - Think of It_cover

Pamplemousse – Think of It

Think of It è un disco noise rock in bianco e nero, analogico fin dalla coperta, costruito su fondamenta di accordi in minore, riff fuzzosi che si avvolgono e si svolgono in continuazione come quelli di chi sapete voi, accompagnati da un battito preciso e minimale, che dà un solido contributo a sostenere l’architettura e dare groove alla materia.

Tropical Fuck Storm - Submersive Behaviour_cover

Tropical Fuck Storm – Submersive Behaviour

È qui e richiede attenzione, perché i Tropical Fuck Storm hanno dimostrato più volte di saper far bene, di saper maneggiare il rock (alternativo, indie, noise, quello che volete) meglio di tanti altri – ma direi di quasi tutti.