iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Raum Kingdom – Raum Kingdom

Questo EP dei Raum Kingdom è davvero un piacevole ed inatteso regalo per i fan dello sludge metal

Raum Kingdom – Raum Kingdom

I Raum Kingdom si manifestano al pubblico nel migliore dei modi in occasione del loro EP d’esordio autointitolato.

La band irlandese propone infatti un convincente post hardcore-sludge che poco ha da invidiare ai nomi più in voga della scena, rispetto a quella che, in certi casi, è divenuta solo una riproposizione didascalica e formale di queste sonorità.
Colpisce l’intensità che scaturisce da ogni traccia e che non si traduce solo in rabbia ottundente ma trova il suo compimento in strutture ricche di pathos e capaci di tenere incollato l’ascoltatore pur nell’oggettiva difficoltà di fruizione dei brani proposti.
La traccia iniziale Wounds, come il titolo suggerisce, apre una prima ferita sulla quale verrà cosparso ulteriore sale, passando per l’invettiva di Cross Reference, fino ad arrivare al brano cardine del disco, quella title track che si rivela uno degli episodi più profondi ascoltati nel genere di recente e capaci di squassare i timpani in un finale difficilmente descrivibile a parole, con le sue distorsioni devastanti volte ad erigere un definitivo muro di incomunicabilità.
Non è un caso, ritengo, che le band irlandesi riescano puntualmente a proporsi in maniera molto peculiare anche in generi nei quali il più pare essere stato detto e fatto, e non credo dipenda neppure dalla particolare aria che lì si respira, quanto da quel senso di orgoglioso distacco dai vicini britannici che pare spingere gli abitanti dell’isola verde a fare le cose in maniera non necessariamente migliore, ma sicuramente diversa.
Questo EP dei Raum Kingdom è davvero un piacevole ed inatteso regalo per i fan dello sludge metal, a questo punto sarà interessante scoprire cosa potrà avere in serbo il quartetto irlandese in occasione del primo passo su lunga distanza.

Tracklist:
1. Wounds
2. Barren Objects
3. Cross Reference
4. These Open Arms
5. This Sullen Hope

Line-up:
Ronan Connor – Bass
Mark Gilchrist – Drums
Andrew Colohan – Guitars
Dave Lee – Vocals

RAUM KINGDOM – Facebook

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
Nessun commento

Invia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Post Luctum – Seasons Greavings

Se dal punto di vista musicale l’ep risulta davvero efficace e vario, avvicinandosi in certi frangenti ai mai abbastanza lodati Daylight Dies, fondamentalmente appare più ritmato e incalzante rispetto ai quanto offerto dai Post Luctum nei due ottimi full length realizzati in precedenza.

Grey Skies Fallen – Molded by Broken Hands

I Grey Skies Fallen rispetto a molte altre band del settore possiedono una forte indole progressive e una spiccata propensione alla forma canzone, il che li rende tutto sommato abbastanza peculiari e meno inquadrabili.

Mood Hoover – Alone and Forgotten

Questo primo approdo al funeral da parte di Nre, fino ad oggi coinvolto soprattutto in progetti di matrice depressive black, testimonia quante e quali siano le affinità tra i due sottogeneri più laceranti e luttuosi del metal; Alone and Forgotten è il viatico ideale per rendere il nome Mood Hoover degno della massima attenzione nel prossimo futuro.

Shades of Deep Water – Cold Heart

Se nella ricca discografia dei Shades of Deep Water a prevalere è sempre stato un funeral doom atmosferico e alquanto evocativo allo stesso tempo, Cold Heart si rivela invece un lavoro che spiazzerà parzialmente chi si sarebbe atteso il logico seguito allo splendido Deluge Towards Its Close ma va detto che, comunque, il buon talento musicale del musicista finlandese pone tutto ciò in secondo piano.