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Recensione : Mytra – Beta

Gli ungheresi Mytra ci portano con loro in questo girovagare nell'iperspazio sulle note di questo stupendo "Beta".

Mytra – Beta

Un altro gioiello perso nell’oceano dell’underground arriva  questa volta dall’Ungheria, nato dal talento dei Mytra ed intitolato Beta, un affresco di progressive metallizzato con una bellissima voce femminile e nove brani deliziosi.

La band è attiva dal 1996, ma solo nello scorso decennio ha lasciato tracce dal punto di vista discografico producendo tre demo e, finalmente, approdando quest’anno al primo album.
Direi senz’altro buona la prima, vista la qualità del lavoro proposto dai cinque musicisti magari, protagonisti di un prog metal tecnico ma molto suggestivo, cantato divinamente da Viktoria Hocza, anche funambolica tastierista del combo e quindi assolutamente protagonista di tutto l’album.
Non da meno si dimostrano i suoi compagni che, con prove convincenti, regalano bellissimi momenti di musica, dalle sei corde in mano alla coppia Gábor Nyerják e Robert Hocza, alla coppia ritmica formata da László Zabari alle pelli e Roland Lovas al basso.
La quarantina di minuti scarsa di musica che compone Beta si rivela un bel connubio tra il Lucassen “spaziale” del progetto Star One e di “Actual Fantasy” del 1996 e le vorticose digressioni progmetal dei Dream Theater: le tastiere, sempre con un’impronta futurista, ricamano melodie perse nello spazio, tra nebulose e asteroidi, trascinando gli altri strumenti in un “black hole” di note mozzafiato, con la vocalist a troneggiare con la sua voce, in grado di assecondare i nostri nel viaggio tra pianeti ove si trovano gli spartiti musicali dei quali essi sono i custodi.
Non una nota fuori posto in un lavoro nel quale ogni brano riesce a coinvolgere, grazie a una durata relativamente contenuta per il genere ma, soprattutto, perché affascinanti e dalla presa immediata.
Bravissima Viktoria, tastierista eccezionale, che accompagna le sue talentuose fughe sui tasti d’avorio con un cantato efficace, a tratti sognante, ma sempre ben inserito nelle trame del songwriting, come si evince da tracce magnifiche che, a partire dall’opener Umbilical, sfiorano la perfezione, come Rabbit, Novus Ordo Temporum, The Dawn of the Man, Starwatcher (dove le chitarre sono realmente spettacolari) e la conclusiva One Step into the Spotlight.
I Mytra non mancano di mantenere la tensione sempre al limite  senza dimenticare che stanno suonando metal, e in tal modo l’ascolto si rivelerà entusiasmante anche per gli aficionados dei suoni più classici della nostra musica preferita.
Ottima band e album freschissimo da non perdere.

Tracklist:
1. Umbilical
2. Rabbit
3. Novus Ordo Temporum
4. Sign of Life
5. Monolith
6. The Dawn of The Man
7. Starwatcher
8. Ojo de Dios
9. One Step Into The Spotlight

Line-up:
László Zabari – Drums
Róbert Hocza – Guitars
Gábor Nyerják – Guitars
Viktoria Hocza – Vocals, Keyboards
Roland Lovas – Bass

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