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Recensione : Micromouse – Animal

Un album d’esordio dal timbro grunge, ma con i mille volti che solo una timbrica femminile può offrire

Micromouse – Animal

Animal, album d’esordio dal timbro grunge dei Micromouse, gruppo reggiano, arricchito dalle collaborazioni di Martino Pompili (chitarra e basso – Slugs), Ulisse Tramaloni (batteria – Julie’s Haircut), Marco Parmiggiani (chitarra – Rufus Party), e Andrea Rovacchi (Julie’s Haircut), è un album che alla fine lascia impresso un punto esclamativo, tale è la consapevolezza di essersi imbattuti in una simile dimostrazione di bravura a livello ritmico e vocale , tanto da non poter fare a meno di ascoltarlo più, e più volte.

La traccia iniziale, 90, a prima vista, ci ricorda delle Hole meno incazzate, ma invece molto più personali e ragionevoli, per poi passare a My mother saw the devil, nella quale l’elemento grunge di cui si parlava finalmente emerge, con sonorità meno pulite, ma con un ritornello veloce e molto suggestivo.
In An alien is a feel, la traccia si presenta con diversi volti: al primo impatto è una traccia solitaria, con la quale perdersi magari in un bicchiere di birra, che si evolve in un finale movimentato e psichedelico; in  Stalker e The people of new blind il gruppo ci dimostra che si diverte a suonare anche in maniera più soffice, più rispettosa e con un po’ di tristezza, concetto che si amplifica con la bellissima Pierced Box, la traccia finale dell’album, nella quale la dolce anima acustica si contrappone al resto dell’album così aspro e vero.
Ma il viaggio che i Micromouse ci offrono non è finito qui, con Animal, e Last night ci accorgiamo che un ritmo lento può apparire molto più duro di qualche nota suonata con il distorsore, cosa che in The threes si ripete in maniera più sottile.
Chiudiamo il racconto di questo album con Unseen, traccia che ci riporta alla mente i Joy Division e un qualcosa di tremendamente triste e romantico come i The Smiths, anche se poi i Micromouse trasformano la traccia in qualcosa di femminile, per giungere poi al brano a mio avviso più rappresentativa del gruppo, ovvero Tsunami.
Un album d’esordio dal timbro grunge, ma con i mille volti che solo una timbrica femminile può offrire; un disco che richiede conoscenza e romanticismo.

Tracklist:
1. 90
2. My mother saw the devil
3. An alien as i feel
4. Stalker
5. Animal
6. The trees
7. Unseen
8. Tsunami
9. The people of new blind
10. Last night
11. Pierced box

Line-up:
Michelle Cristofori: batteria – voce solista
Riccardo “Squitty” Mariani – chitarra
Gloria Annovi – tastiere-cembalo-cori
Gabriele Riccioni – Basso- voce

MICROMOUSE – Facebook

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