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Recensione : King Trash – Omonimo

Sia solo che accompagnato Johnny Tex è sempre una garanzia

King Trash – Omonimo

Torna a farsi sentire dalle lontane lande sudafricane il polistrumentista Johnny Tex; avevo già avuto a che fare con lui grazie ad un 10″ della sua band-in realtà un duo-chiamata Dyna Jets ma in questo caso il nostro ci propone questo suo nuovo progetto solista denominato King Trash.

Ancora memore dell’alta qualità del suo gruppo originario non avevo soverchi dubbi sulla qualità di questa sua nuova “identità” ed infatti i cinque brani qui proposti sono davvero molto belli, forse un po’ più meditati al confronto con quelli dei Dyna Jets ma comunque di un livello davvero elevato.

L’onore di aprire questo lavoro è riservato ad uno strumentale molto evocativo che catapulta l’ascoltatore in una magica landa sospesa fra il surf ed il western (Theme For The Unknown), segue il rock’n’roll punkizzato alla Oblivians di King Trash; il terzo brano-quello da me preferito-è Dissapear nel quale si respira l’aria, malata, della New York del primo punk di Modern Lovers, Television e Voidoids; viene poi il sixties-pop un po’ ruffiano, ma molto incisivo, alla Black Lips di Move On mentre il disco si chiude con l’obliqua languidezza di Love Isn’t Easy unico pezzo lungo fra quelli proposti.

Una raccolta di pezzi così bella e stimolante deve pur avere un difetto ed io mi sono scervellato per trovarlo e, dopo lunghe riflessioni, l’ho trovato: è troppo corta! Infatti arrivati alla fine si sente la voglia, quasi la necessità, di sentire qualche altra canzone, pazienza aspettiamo da King Trash (e dai Dyna Jets) altri pezzi di questa levatura.

 

TRACKLIST
1) Theme for the Unknown

2) King Trash

3) Dissapear

4) Move On

5) Love Isn’t Easy

 

LINE-UP
Johnny Tex – Vocals,Guitars,

Bass Warren Fisher – Drums

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