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Recensione : In Vain – The Little Things That Matter

Ottima ristampa da parte della Pure Steel dell'ultimo fragoroso lavoro degli spagnoli In Vain.

In Vain – The Little Things That Matter

Ottima ristampa da parte della Pure Steel dell’ultimo,fragoroso lavoro, degli spagnoli In Vain, uscito lo scorso anno come autoproduzione, e tornato a ruggire sugli scaffali dei negozi dopo la firma con l’etichetta tedesca.

“Of Gods and Men” (2009), “In Death We Trust” (2012) e The Little Things That Matter sono appunto i tre full-length incisi fino all’incontro con la Pure Steel, che non poteva lasciarsi sfuggire questi quattro guerrieri del metal classico.
Ritmiche power, aggressività, solos a velocità proibite ed un vocalist potente incisivo e sanguigno (una sorta di Zachary Stevens indemoniato) fanno di The Little Things That Matter un gran bell’esempio di heavy/power di tradizione teutonica, composto da un lotto di canzoni che partono all’assalto e non si fermano finchè la strage non è del tutto compiuta, nessun prigioniero sul campo, solo un ammasso di cadaveri colpiti dal bombardiere In Vain.
Daniel Cordón voce e chitarra, Daniel B. Martín chitarra solista e la sezione ritmica composta da Teo Seoane alle pelli e Mario Arredondo al basso, formano un combo affiatatissimo e protagonista di un metal micidiale, strutturato su cavalcate in doppia cassa, ritmiche devastanti e tanta fierezza metallica, convincendo a più riprese e senza allontanarsi dai territori del genere prescelto.
Un album che non avrebbe sfigurato nella seconda metà degli anni novanta, quando i suoni classici ebbero un’impennata di popolarità, portata dalle uscite degli album più riusciti di Grave Digger e compagnia teutonica: The Little Things That Matter riempe il vuoto creato dalle band di oggi, più orientate ai suoni bombastici del symphonic power, regalando brani da pogo sfrenato sotto un palco, tra sudore e birre rovesciate dal tremore che la tempesta di watts emessi dal gruppo scaraventa al suolo.
Ottime, tra le altre canzoni, Dragon Huntress, la tellurica Serenity Valley, The Ballad Of Lucifer (che tanto ballad non è), la devastante King Of The North e la conclusiva The Last Waltz, brano epico valorizzato da un inizio più in linea con l’heavy classico.
Defenders, accogliete nella vostra discografia questo gioiellino di metallo teutonico, ottimo esempio di power suonato con gli attributi, attitudine ed impatto, non ve ne pentirete.

Tracklist:
1. No Future For The World
2. Dragon Huntress
3. From Your Cradle To My Grave
4. Serenity Valley
5. The Ballad Of Lucifer
6. Guardian Angels
7. King In The North
8. Pipa’s Song
9. The Last Waltz

Line-up:
Daniel Cordón – vocals, guitars
Teo Seoane – drums
Daniel B. Martín – lead guitar
Mario Arredondo – bass

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