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Il Generale

Il Generale: Per chi ancora non conoscesse Il Generale, e per chi lo conosce bene, abbiamo avuto l'...

Il Generale

Per chi ancora non conoscesse Il Generale, e per chi lo conosce bene, abbiamo avuto l’onore di fare quattro chiacchiere con questa leggenda del raggamuffin in occasione dell’uscita della nuova raccolta Bulebai, per celebrare la sua carriera più che trentennale.

iye Ciao, ci puoi tracciare un bilancio della tua lunga carriera ?

Mah, direi che i bilanci si tirano alla fine e mi piace pensare che ci sia ancora tempo, resta ancora molta curiosità ad animare la mia vita per cui … bilanci sin qui? Non rimpiango occasioni perse anche se a volte penso che avrei potuto essere più scaltro e vendermi meglio … ma se non l’ho fatto ci sarà bene un motivo che è poi quello che mi ha spinto a favorire fino ad oggi le vie dell’autoproduzione …

iye Come e perché ti sei appassionato al reggae e al ragamuffin ?

Sin dal ’75 sono sempre stato immerso nel mondo delle musiche alternative e sul finire degli anni ’70 ho cominciato a sentire gruppi punk e new wave dell’epoca. Band come Pere Ubu, Chrome, Residents, Throbbig Gristle da una parte, o come Germs, Dead Kennedys, Crime dall’altra … appassionato di questo genere di cose capitava di passare del tempo a Londra dove ai concerti si alternavano reggae e punk e dove John Peel al suo programma miscelava il meglio della new wawe con Mikey Dread, Black Uhuru, Scientist … e dove agivano band come le Slits … da qui i primi dischi di reggae e di dub … Poi verso l’82/83 ho condiviso la straordinaria esperienza dell’hardcore punk italiano e contemporaneamente ho mantenuto la curiosità verso la musica giamaicana della quale, quando possibile, si cominciava a parlare sulle fanzine che facevamo (a Firenze ad esempio “Nuove dal Fronte”).
All’epoca punk e reggae si incrociarono per varie vie: si pensi all’esperienza del centro sociale la Giungla a Bari (città dove all’epoca capitava di bazzicare spesso) gestita di punk e dai “reggae” (li chiamavano così, era il giro dei baresi Different Style) o ad altre esperienze come Rebel Soul … o si pensi anche ai Bad Brains, grandissima hardcore band altrettanto strepitosa reggae band .. Poi la curiosità si è trasformata in voglia di fare conoscere la musica in levare fuori dalla nicchia underground … e così nel 1985 nacque a Firenze la posse di Mama Africa (una fra varie analoghe esperienze dell’epoca) e nello stesso anno uscì il riddim Sleng Teng sulla cui version scrissi San Marco Skanking, forse il primo pezzo raggamuffin in italiano … ecco più o meno la sequenza iniziale è questa

iye Nel tuo primo periodo le cose erano più facili ?

Dipende da cosa intendi con facili. Allora la gente in Italia era proprio all’oscuro di cosa fosse il reggae. Tentavamo di fare le prime dancehall ma ci chiedevano continuamente di mettere Marley che era l’unica cosa o quasi che già conoscevano … e noi nooooo! Senti Dennis Brown, senti Gregory Isaacs … oppure senti Tiger, senti Charlie Chaplin o Brigadier Jerry … è stata dura ma pian piano ha fatto breccia.

iye Cosa pensi del reggae attuale ?

Ti dico la verità: non ne ascolto molto. Da un po’ di tempo i giamaicani si sono rivelati incapaci di fare quello che sapevano fare meglio: inventare dal nulla o spesso da errori cose nuove. Da un bel po’ mi sembra si sia tutto appiattito in una ripetitività estenuante. E poi c’è troppa competitività .. sì c’era anche prima ma ora è l’aspetto principale … il dissing e simili … cose bruttissime!

iye Nel corso degli anni è cambiata la tua maniera di fare musica ?

Nella misura in cui tutto cambia, anche se c’è uno zoccolo duro che resta più o meno quello …

iye Pensi che se cominciassi ora rifaresti tutto ?

Boh! I se e i ma nella storia contano poco …

iye Hai sentito qualche nuova leva interessante ?

Un po ‘ di tempo fa ti avrei detto: Gambadelenk, Junior Sprea … ma ormai direi che non sono più nuove leve da un pezzo … ci sono tanti ragazzi volenterosi, solo che – come ti ho detto – oggi al di là del circolo di gente che frequento di più non ho molte opportunità di sentirli (a meno che non capiti di suonare insieme). Quello di cui mi lamento è che oggi manca un movimento di aggregazione reale come può essere stato quello che ci legava nel ’77, o l’hardcore nei primi ottanta o – ancora le “posse” nel primi ’90 – da tempo non c’è niente di aggregante solo rigurgiti individuali o poco più … e da questo punto di vista la vedo grigia …

iye Progetti futuri ?

Sto scrivendo un libro sui comics che dovrebbe uscire per l’Agenzia X poi non so … si starà a vedere! Resto comunque a disposizione per concerti e serate danzanti … c’è questa nuova band che suona con me, I Visionari del Dub, spaccano proprio! Vorrei che in tanti avessero l’opportunità di ascoltarli live … penso che ne sarebbero contenti!

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