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Recensione : I Farabutti – A Scopo Di Libidine

Questa dei Farabutti è una gran bella prova che attendiamo ampliata al più presto in formato vinilico.

I Farabutti – A Scopo Di Libidine

Quando mi è arrivato questo mini-album dei Farabutti (anche se sarebbe più corretto definirlo mini-bootleg) il mio pensiero è andato ad un altro gruppo, meno dissimile di quello che non sembri da quello di cui stiamo parlando, gli Ifix Tcen Tcen, hard-core band torinese dei primi anni ’90.

Ho riascoltato dopo anni il loro secondo lp “Oltre la collina” ed ho pensato con tronfia soddisfazione a quanti, come me, siano stati influenzati dalla filosofia pontelliana e, più in generale, dal porno della golden age.
Fra questi erotomani vanno inseriti di diritto anche questi beatniks pescaresi che, nei 5 brani di questo libidinoso album, propongono un ottimo sixties sound che che sa certo di beat ma che non nasconde neppure un’anima profondamente punk.
Sarà la voce spesso sopra le righe o la sana attitudine che traspare dalla passionaccia della band, ma i loro pezzi hanno un taglio più ’77 che ’66; a chi avrà la buona sorte di ascoltarli l’ardua sentenza.
Io, per quanto mi riguarda, mi limiterò a segnalarvi quali sono state le mie sensazioni all’ascolto.
Si comincia con quello che è il vero e proprio manifesto programmatico della raccolta, Supersex, segue una particolarissima Colpo di karate, dalle atmosfere vagamente acid jazz; Dove corri farabutto è il mio pezzo preferito, fila come un direttissimo che non si ferma mai, penultimo pezzo è Gong, il brano più garagistico della band, mentre a chiudere il cerchio ci pensa il beat paradisiaco di Farabutto shake.
Come spero di aver fatto capire questa dei Farabutti è una gran bella prova che attendo ampliata al più presto in formato vinilico.
Ed ora un ultimo pensiero va a quei giornali porno (Supersex, Le Ore,Caballero) che i grandi nascondevano nei posti più impensabili ed ai quali noi ragazzini avevamo accesso soltanto in determinate circostanze e grazie ad i giusti agganci.
Erano letteralmente un mondo che si apriva dinnanzi a noi (certe cose sono sincero non riuscivo neanche bene ad interpretarle) ma spesso avevano le pagine letteralmente incollate fra di loro sino a renderli degli autentici monoliti,a distanza di tempo c’è qualcuno che potrebbe spiegarmi il perché?

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