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Recensione : Covenant – Sound Mirrors

Il testo di Sound Mirrors ci offre un motivo in più per amare e supportare i Covenant,, nel caso la loro grandezza riferita al solo ambito musicale non fosse stata sinora sufficiente.

Covenant – Sound Mirrors

L’attesa per il nono album in studio dei maestri del future synth pop, gli svedesi Covenant, viene lenita dalla pubblicazione del singolo Sound Mirrors.

Se, musicalmente, la via maestra tracciata e seguita dal trio scandinavo non viene affatto abbandonata, regalando un brano splendido per atmosfere e ritmica, è da rimarcare piuttosto un inedito approdo a tematiche di stampo sociale.
Il titolo fa riferimento ai “Sound Mirrors”, enormi massi posizionati sulle coste britanniche che, grazie ad una particolare conformazione creata ad arte, erano in grado di ricevere e restituire il suono di eventuali arerei o navi nemiche in avvicinamento. Il loro utilizzo risultò funzionale tra il 1916 ed il 1930, dopo di che tali manufatti vennero soppiantati dall’introduzione dei radar, di cui erano gli antesignani.
Joakim Montelius, nella stesura del testo, utilizza questa metafora per affrontare il sempre delicato tema dei rifugiati e la relativa isteria che pare affliggere qualsiasi nazione (per così dire) progredita del pianeta.
Viene così rimarcata l’incapacità delle varie comunità internazionali di affrontare il problema in tempo utile invece di reagire in maniera scomposta nel momento in cui essi si manifestano. Costruire muri, erigere barriere di ogni tipo per proteggere i confini, non servirà a nulla, questa è in sintesi l’amara constatazione del musicista svedese che, nel presentare il contenuto lirico del singolo, pronuncia una frase che tutti dovremmo tatuarci su un braccio tanto è potente la verità che emana : “There is no we versus them. There is only us. And there is only one world”.
Tornando all’aspetto prettamente musicale, il singolo prevede, oltre alla versione originale, anche tre remix tra i quali brilla quello curato da Daniel Myer, oltre all’inedita In Theory, traccia dagli umori cupi e minacciosi, dalle sfumature industrial.
Detto questo, chi la pensa come Joakim oggi ha un buon motivo in più per amare e supportare i Covenant, nel caso la loro grandezza riferita al solo ambito musicale non fosse stata sinora sufficiente.

Tracklist:
1. Sound Mirrors (version)
2. Sound Mirrors (faderhead remix)
3. In Theory
4. Sound Mirrors (Daniel Myer remix)
5. Sound Mirrors (iszoloscope remix)

Line-up:
Eskil Simonsson – vocals, synths
Joakim Montelius – synths, vocals
Daniel Myer – synths, vocals

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