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Recensione : C’mon Tigre – C’mon Tigre

Un debutto coi fiocchi che non potete perdervi

C’mon Tigre – C’mon Tigre

Quali siano i nomi dei due personaggi che si nascondono dietro al nome C’mon Tigre non è dato saperlo, ma si sa per certo che considerano più importante mettere in primo piano i nomi di chi ha collaborato alla realizzazione del progetto (Jessica Lurie, Henjaap Beeuwkes, Pasquale Mirra, Ahmad Oumar, Enrico Fontanelli (RIP), Danny Ray Barragan, Eusebio Martinelli, Dipak Raji, Rocco Favi, Paolo Berluti, Malik Ousmane e Simone Sabini) piuttosto che i propri. Detto questo, i tredici brani di questo debutto omonimo, giocando con atmosfere esotiche, jazz, blues ed elettroniche, accarezzano ed avvolgono con il loro affascinante calore.

La chitarra pulsante di Rabat, accompagnata da cori sonnacchiosi, delinea lontani e pacifici paesaggi, introducendo il rock’n’roll in salsa etnica della calda Federation Tunisienne De Football (ruolo centrale hanno la voce sgranata e l’esoticità degli strumenti a fiato) e il sudore colante, fra dromedari e deserto, della lenta e cadenzata Fan For A Twenty Years Old Human Being.
In mezzo ai lunghi synth neri di A World Of Wonder, invece, troviamo un intricata sezione ritmica e un cantato al limite dell’apatico, mentre il piacevole abbinamento voce/tromba di C’mon Tigre, apre al sinuoso muoversi (circospetto e ben calibrato) di December e all’ampio evolvere della calda Commute (decisamente affascinante il suo cuore fatto di glockenspiel e cori fantasmatici).
I cinquantuno secondi di Queen In A3, fatti di cori e beatboxing, introducono sia il piglio veloce di Life As A Preened Tuxedo Jacket (con voce e trombe sempre a cercare di rallentare il tutto) sia il dittico Building Society – The Great Collapse/Renovation (la prima parte avvolgente grazie alle scandite note di chitarra, la seconda giocata su batteria, vibrafono e tromba in dinamiche crescenti).
La chitarra squillante e luminosa di Welcome Back Monkeys, infine, lascia che a chiudere sia l’emotivo e sofferto chiudere della malinconica e coinvolgente Malta (The Bird And The Bear).

Il collettivo multietnico dà vita a un primo album da tanto di cappello. I tredici brani presentati, omogenei per sonorità ma ben distinguibili per personalità, si susseguono uno dopo l’altro, senza lasciare spazio a incertezze o a cali d’ispirazione. Un debutto coi fiocchi che non potete perdervi.

Tracklist:
01. Rabat
02. Federation Tunisienne De Football
03. Fan For A Twenty Years Old Human Being
04. A World Of Wonder
05. C’mon Tigre
06. December
07. Commute
08. Queen In A3
09. Life As A Preened Tuxedo Jacket
10. Building Society – The Great Collapse
11. Building Society – Renovation
12. Welcome Back Monkeys
13. Malta (The Bird And The Bear)

C’MON TIGRE – Facebook

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