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Recensione : Budderside – Budderside

Un lavoro che promette un successo immediato per il gruppo statunitense e che fa parte dell'eredità musicale che ci ha lasciato il loro mentore, solo per questo i Budderside meritano la vostra attenzione.

Budderside – Budderside

Dopo il buon lavoro targato Barb Wire Dolls, l’etichetta fondata dai Motorhead con la collaborazione della UDR, lancia sul mercato l’esordio dei rockers Budderside, band fondata dal frontman Patrick Stone, artista che vanta collaborazioni con nomi di spicco del panorama hard rock come Quiet Riot, Adler’s Appetite e Velvet Revolver.

Il sogno di Stone dunque si avvera e, finalmente, una band tutta sua è pronta per il grande salto nel mondo del rock con questo album omonimo, prodotto dal figlio di Lemmy (Paul Inder Kilmister) ai Rosewood Strat Studios, mentre per il management il gruppo si è affidato a Todd Singerman, manager dei Motorhead.
La line up che gira intorno al cantante vede Enter Michael “The Stoneman” Stone al basso, Rich Sacco alle pelli e Johnny Santoro alla sei corde e Budderside è pronto a fare faville, specialmente negli States, patria di queste sonorità, che vedono il quartetto cimentarsi in un sound che incorpora hard rock di estrazione losangelina e buone sfumature alternative.
Un rock moderno, accattivante e dall’ottimo appeal: le dieci canzoni racchiuse in questo primo lavoro sono costruite per il successo, perfette nel tenere il piede in due scarpe, quella più orientata al rock tradizionale suonato nel Sunset Strip e quella più moderna che richiama le sonorità cool di questo primo scorcio del nuovo millennio.
Più Velvet Revolver che Quiet Riot, tanto per intenderci, anche se i Budderside non nascondono la loro vena alternative e la fanno amoreggiare con l’hard rock con buoni risultati.
Stone è ovviamente è il protagonista indiscusso, ruffiano quanto basta per dare potenzialità radiofonica ai brani, vario e personale quando il sound prende strade che si perdono nelle moderne varietà ritmiche dall’alternative più maturo.
Un album dalle enormi potenzialità che ha nel singolo Pain, nelle svisate elettroniche dai rimandi ska di Ska Brain, nello street modernista dell’ottima e grintosa Open Relationship e negli umori cangianti di Let This One Breathe i suoi momenti migliori.
Un lavoro che promette un successo immediato per il gruppo statunitense e che fa parte dell’eredità musicale che ci ha lasciato il loro mentore, solo per questo i Budderside meritano la vostra attenzione.

TRACKLIST
1. Genocide
2. Ska Bra
3. Pain
4. X-Girlfriend
5. Clear Blue Sky
6. Open Relationship
7. My Religion
8. The Envelope
9. Let This One Breathe
10. Can’t Wrap My Head Around You

LINE-UP
Patrick Stone – Vocals
Michael Stone – Bass
Johnny Santoro – Guitars
Rich Sacco – Drums

BUDDERSIDE – Facebook

https://www.youtube.com/watch?v=NUbwG1QWcu4

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