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Recensione : Betrayal – Infinite Circles

Infinite Circles è un lavoro coinvolgente, per nulla stancante, suonato e prodotto molto bene, nel quale non si riscontrano difetti e dai molti pregi.

Betrayal – Infinite Circles

Anche il death metal melodico, come molti altri generi che hanno trovato il successo in spazi temporali limitati, è rientrato nel caldo nido dell’underground, dove viene cullato dalle ‘zine di settore e dai fans.

Più che un calo di popolarità vero e proprio, il genere non ha più trovato estimatori tra le penne dei giornali più importanti, il che, tradotto, significa niente prime pagine e trasferimento in toto nelle retrrovie.
Un vero peccato perché il death metal old school dai tratti melodici riesce ancora a regalare ottime realtà e lavori ben fatti, come per esempio Infinite Circles, esordio sulla lunga distanza per i Betrayal, gruppo tedesco fondato una decina di anni fa e che, dopo il primo ep Of Lust and Loss sembrava perso, per tornare più forte di prima lo scorso anno con un demo che fungeva da ripartenza prima che Infinite Circles confermasse il ritorno in toto della band bavarese.
Dunque l’album è di fatto una ripartenza per il quartetto e non poteva essere migliore, aggiungo, visto l’alto potenziale di questa raccolta di brani a tratti davvero spettacolari.
Death metal tecnicissimo, molto vario nell’alternare il lato classico e devastante a quello melodico in un mix letale di sonorità americane e scandinave da rimanere senza fiato.
Il gruppo poi non manca di sorprendere con idee geniali (atmosfericamente bellissimo il sax che conclude The Shell) e partiture intricatissime dai rimandi progressivi, così da accontentare un po tutti i fans della musica estrema.
La durata che si ferma a quaranta minuti secchi e le songs assolutamente non prolisse fanno il resto ed Infinite Circles risulta così un lavoro coinvolgente, per nulla stancante, suonato e prodotto molto bene, nel quale non si riscontrano difetti e dai molti pregi.
Il growl che passa dallo sguaiato al brutale è perfetto per l’atmosfera di oscura tensione che si respira tra le note del disco, poche ma sentite parti che fungono da quiete prima della serie di tempeste elettriche, non fanno che accrescere l’ottimo mood dell’album valorizzato da devastanti sfuriate dove blast beat e alta velocità compromettono teste scapoccianti  in terribili headbanging.
Contamination, Fighting Perdition, Flagellation Of Mind e le conclusive The Awakening, Order Of Chaos saldate insieme da un riff melodico da applausi sono i brani cardine di questo lavoro; Soilwork, Darkane, Death e primi Opeth le band di riferimento, consigliato.

TRACKLIST
1. Prologue
2. The Shell
3. Infinite Circles
4. Contamination
5. Fighting Perdition
6. Watershed
7. Flagellation of Mind
8. Monuments
9. The Awakening
10. Order of Chaos

LINE-UP
Phil G – Bass
Kilian H – Guitars (lead)
Alex B – Vocals, Guitars (rhythm)
Manuel C – Drums

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